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Bourgogne blanc 2016 Marc Morey: la playa, l’estate, la notte, la festa!

21 agosto 2019

Siamo costantemente portati a celebrare a mani basse i Grandi Vini di Borgogna (così riportato sempre in etichetta) presi dall’entusiasmo, talvolta quasi per inerzia, come fossimo inesorabilmente per nulla sorpresi davanti a certe bevute che riescono a regalare soddisfazioni dal primo all’ultimo sorso, certo non a caso.

Bourgogne blanc 2016 Domaine Marc Morey - foto A. Di Costanzo

Potremmo stare a discutere ore sul prezzo, sul perché anche ”vini semplici” come questo Bourgogne Blanc di Marc Morey possa/debba costare non meno di 45/50 euri, e in effetti siamo qui a farlo poiché non a torto, senza nemmeno allontanarci troppo dai confini regionali campani, si pensa che certi Fiano, certi Greco ne avrebbero di molto di più per prevalergli; ebbene, niente di più sbagliato senza passare prima dalla storia, coglierne il blasone, studiare gli annali, ma soprattutto dinanzi alla bottiglia vuota finita in men che non si dica.

Fernand Morey dà il via alla sua esperienza di vigneron nel 1919 – 100 anni fa! – iniziando a gestire i due ettari di terreno che aveva appena ricevuto in eredità dal padre. Oggi, tra cambiamenti, innovazioni e gli inevitabili passaggi generazionali il Domaine Marc Morey et Fils¤ conta circa 9 ettari di proprietà a Chassagne-Montrachet, piantati perlopiù con Chardonnay e piccole parcelle di Aligoté, vigne coltivate con gande rigore e profondo rispetto del terroir; da qui vengono fuori  vini 1er Cru di indiscutibile personalità – En Virondot, Les Caillerets, Les Chenevottes, Morgeot i più conosciuti, ndr – ma anche bianchi giovani ed immediati che non fanno mancare certo spunti di finezza e precisione olfattiva come questo Bourgogne Blanc duemilasedici, godibile e gustoso. 

Il timbro cromatico è netto, di uno splendido giallo paglierino, ben luminoso. Il primo naso è immediato, piacevolissimo e pieno di sfumature varietali fruttate e floreali, si arricchisce via via con rimandi agrumati e un sottile tono tostato. Il sorso è lineare, ben fresco e sapido, corroborante. E’ un bianco di grande franchezza, certo senza particolari sussulti ma indubbiamente piacevole, vivace, leggero. Di quei vini che proprio in queste giornate rimandano a ”la playa, l’estate, la notte, la festa”!

© L’Arcante – riproduzione riservata

Beaune, Corton-Charlemagne ’10 Philippe Pacalet

30 agosto 2012

Un bianco sontuoso, quadrato, impeccabile. Ha un colore biondo luminoso, mentre il naso è un portento: ampio, fitto, orizzontale. Il sorso è subito materico, va però sciogliendosi dolcemente in bocca, lentamente, sino a dissolversi rarefatto e minerale…

Qualcuno di voi lo conoscerà senz’altro, questo qui è Philippe Pacalet, di mestiere fa il Négotiant e sta in Borgogna dove si prende cura – più o meno – di circa 9 ettari di vigna. Ci fa generalmente grandi vini. Si muove con destrezza tra Pommard, Gevrey-Chambertin, Meursault, Chambolle-Musigny, Puligny-Montrachet, Vosne-Romanée, Nuits-St. Georges dove si è scelto con cura alcune piccole particelle dove mettere le mani, talvolta accontentandosi addirittura di pochi filari. Da queste ci fa almeno 25 vini diversi, starci dietro può essere davvero un’impresa. Anche se molto piacevole.

Sa il fatto suo sia sul pinot noir che sullo chardonnay (più sul primo che sul secondo, a dirla con tutta franchezza), è uno che in vigna ci sa fare e per questo tra i cosiddetti vini naturali le sue selezioni sono tra le più ricercate ed ambite. I rossi hanno generalmente bisogno di un po’ di tempo per distendersi ma non è trascurabile la loro finezza sin dalla giovine età. Talvolta possono essere un vero e proprio manifesto dell’annata. I bianchi, Chassagne-Montrachet, Puligny-Montrachet e Corton-Charlemagne su tutti, forse una decina d’anni in meno ma quest’ultimo, a mio modesto parere, rimane il più buono in assoluto: in poche, semplici, esaustive parole, c’è tanta vita qua dentro.

Addendum: e non mi venite a dire che mi piace vincere facile e che è troppo presto per stappare un Corton-Charlemagne 2010 perché lo so ma non me ne può fregar di meno!


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