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Torta salata con carciofi

10 novembre 2011

Siamo in pieno autunno, e non tardano ad arrivarci i primi chiari segnali anche in tavola: la vigna si spoglia del suo frutto prelibato e nell’aria insistono profumi di castagne arrosto e di ragù che sobbolle; ma è anche tempo di primizie di stagione, così vi lascio una ricetta deliziosa per gustare i sempre saporiti carciofi. (Lilly Avallone)

Ingredienti:

  • 2 fogli di pasta sfoglia
  • 4 carciofi di media grandezza
  • 6 fette di prosciutto crudo
  • 250 ml di panna da cucina
  • 150 gr parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio extravergine di oliva
  • prezzemolo
  • sale e pepe
  • acqua e 1 limone

Preparazione: mondate per bene e lavate i carciofi, tagliateli finemente e teneteli in acqua e limone per mezz’ora circa; successivamente, in una pentola capiente, stufateli con lo spicchio d’aglio, il prezzemolo, poco sale ed abbondante olio extravergine d’oliva. Terminata la cottura, lasciate raffreddare. Mantecateli quindi con la panna e con il parmigiano grattugiato. Frattanto, in una ciotolina sbattete per bene l’uovo. A parte, preparate una teglia, scegliete pure la forma che desiderate ma che sia però con i bordi “bassi”; ponetevi sul fondo un foglio di carta da forno, così un primo strato di pasta sfoglia e tre delle fette di prosciutto crudo. A questo punto versatevi i carciofi disponendoli omogeneamente e, se lo preferite, unitevi anche un pizzico di pepe macinato fresco, non guasterà. Coprite quindi con il prosciutto rimasto e un secondo foglio di pasta sfoglia, assicurandovi che tutti i lati e gli angoli risultino uniti per bene alla sfoglia sottoposta.

Preparate nel frattempo il forno portandolo a 200°. Pennellate la torta salata per bene con l’uovo sbattuto, e intaccatene con pochi tagli la parte superiore (eviterete così che si gonfi). Basterà aspettare trenta minuti di cottura. Lasciate raffreddare e sformatela solo quando sarà ben rassodata, facendo molta attenzione a che non si scomponga. Portatela in tavola come meglio gradite: intera così com’è o già affettata, o ancora a tocchetti; risulta deliziosa come stuzzichino con gli antipasti, o magari come guarnizione al vostro cestino del pane e, perché no!, come contorno a taglieri con formaggi e salumi.

Pozzuoli, a casa di mia suocera

6 dicembre 2009

Girovagando su internet ho scovato un interessante “manuale della buona suocera”; un almanacco a tratti esilarante, soprattutto per chi come me di certi problemi non ne ha mai avuti. Piuttosto, pescando poi tra i vecchi appunti di gola non ho resistito alla tentazione di riproporre suqueste pagine una vecchia, assai anomala, recensione: a casa di mia suocera. Non è, evidentemente, un ristorante, seppur potrebbe tranquillamente esserlo vista la fantasia che si innesca quando si decide il nome di un nuovo locale.
 
Pozzuoli, 10 Maggio 2008. Mangiare alla tavola di Partorina, questo il nome della diletta suocera è sempre un gran piacere, spesso sono ospite la domenica quando va in scena tutta l’opera tradizional-popolare della cucina flegrea-napoletana tramandata di madre in figlia da diverse generazioni. La casa è sempre affollata, figli e figlie di dimora ancora stabile e figli, figlie, generi e nuore prole dipendenti con un solo indirizzo sul loro navigatore satellitare settimanale: via Cicerone 29.

L’ambiente è semplice ma ben curato, i colori sono chiari e sovrapposti, mia suocera poi ama il verde fresco delle piante rampicanti che circondano il soffitto della sala da pranzo. Qui la tavola in certi giorni fatica ad essere accomodante per tutti ma regge sempre bene l’arrangiamento del momento, il servizio è semplice ma magnanimo. L’appetizer di benvenuto per taluni sono finocchi freschi all’insalata, per noi altri, di palato meno fine, crostini con zucchine arrosto sott’olio, con i quali decidiamo di “avvinare” con un Fiano di Avellino 2007 Colli di Lapio di Clelia Romano. La tradizione di casa vuole che s’inizi sempre con il primo, oggi sono Penne a rigatoni con ragu’ di tracchiolelle e polpettone, quest’ ultimo fungerà poi da primo secondo per i più piccoli e capricciosi degli avventori; primo contorno consigliato: involtini di melanzane fritte con provola affumicata.

Nel frattempo nei calici abbiamo già versato un rosso austero. Scegliamo di verificare le qualità della nuova sottozona Campi Taurasini del fido Salvatore Molettieri: un aglianico, il Cinque Querce 2005, profumato, intenso e di nerbo; opportuno però riassaggiarlo tra qualche mese per verificare le buone impressioni.Il secondo proposto è coniglio alla ciglianese, con la salsa di pomodorini tirata proprio come piace a me e, a làtere, friarielli verdi fritti in olio e peperoncino, chi opìna può sempre ripiegare su di una parmigiana di melanzane in versione “egg-free” (senz’uovo!) e carciofini impanati: ditemi voi se questo non è un gran piacere!! Chiudiamo con una Barbera d’Asti Chersì, azienda Ca’Bianca di Alice Belcolle, Piemonte, un rosso che amo particolarmente e che continua a stupirmi anno dopo anno sempre di più. Il predessert è un freschissimo sorbetto al limone e menta piperita preparato da Lilly, chiudiamo come sempre di domenica con piccoli pasticcini bignè e codine d’aragosta con panna e cioccolato. Io qui c’ho il contratto per due anni, naturalmente rinnovabili!


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