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Ciambella allo yogurt con gocce di cioccolato

4 marzo 2012

Ingredienti:

  • 4 uova
  • 300gr farina “00”
  • 100gr frumina (farina di frumento)
  • 250gr yogurt bianco dolce
  • 250gr zucchero
  • un pizzico di sale
  • 100gr di cioccolato a gocce
  • 150ml olio di semi di girasole
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • zucchero al velo

In una boule d’acciaio apritevi le quattro uova intere, unitevi lo zucchero, il pizzico di sale e rimestate energicamente sino ad ottenere un composto ben amalgamato, quasi spumoso. Aggiungete a questo punto, lentamente e continuando a rimestare, tutti gli altri ingredienti: l’olio di semi, lo yogurt bianco, entrambe le farine. Solo in ultimo la bustina di lievito ed infine le gocce di cioccolato.

Versate l’impasto in uno stampo per ciambella, opportunamente imburrato e infarinato. Portate il forno a 180° – deve essere ben caldo -, quindi infornate. Per una cottura ottimale serviranno circa 40 minuti. Appena un paio di giri di lancette d’orologio invece per vederlo sparire dalla tavola! 

Intervallo. Pane e pummarole

25 novembre 2011

Ravioli con ricotta, scampi e pomodorini

22 novembre 2011

Capita che ingredienti semplici rendano meravigliose certe preparazioni, basta dedicarci il tempo necessario. Gli scampi? Beh, non sono poi così costosi, o almeno cari più di qualsiasi altra cosa si possa pensare di mettere in tavola al proprio compleanno! (A. D.)

Ingredienti per 4 persone: 

  • 250 gr di farina 00
  • 125 gr acqua
  • 200 gr ricotta
  • 800 gr scampi
  • 200 gr pomodorini
  • prezzemolo
  • olio extravergine di oliva
  • la buccia grattugiata di 1 limone
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • sale e pepe macinato fresco

I Ravioli: sistemate “a fontana” tutta la farina, unitevi l’acqua e impastate energicamente sino ad ottenere un panetto omogeneo e senza grumi. Lasciate riposare per qualche minuto. Successivamente stendete l’impasto con un matterello, formate quindi dei dischi di pasta aiutandovi con un coppapasta. Per le quantità di acqua e farina indicate negli ingredienti dovreste ottenere almeno una quarantina di dischi, che ripieni e sovrapposti vi daranno quindi venti ravioli. Preoccupatevi di chiudere bene i bordi dei ravioli prima di “limarli” con la rotella tagliapasta.

Il ripieno: mettete la ricotta in una boule d’acciaio e lavoratela per bene aiutandovi con una forchetta. Unitevi del pepe macinato fresco e la buccia grattugiata di limone: donerà freschezza al ripieno. Infine dei pezzettini di scampi.

Il sugo: in una padella antiaderente versatevi dell’olio extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio intero. Lasciate soffriggere per qualche istante, unitevi quindi gli scampi e coprite; sfumate col vino e lasciate cuocere per 10 minuti. Solo a fine cottura, aggiungete i pomodorini: doneranno vivacità al sugo senza coprire il sapore degli scampi. Di questi ultimi, ricordatevi di tirarne via quattro o cinque che vi serviranno per il ripieno dei ravioli. 

Nota bene: questa ricetta prevede che gli scampi, successivamente alla cottura, siano debitamente sgusciati prima di saltare il sugo con i ravioli; conservate magari delle teste solo per decorare il piatto (come nella foto). Una buona procedura richiede anche che le carcasse degli scampi vengano passate in uno schiacciapatate per estrarne quanto più sugo possibile.

Così in una pentola molto capace portate ad ebollizione abbondante acqua già debitamente salata, e buttateci i ravioli: basteranno pochi minuti di cottura, non appena infatti questi galleggeranno sarà il segnale che sono pronti per essere scolati. Alzateli con un mestolo e portateli direttamente nella padella con il sugo; mantecate per bene unendo dei ciuffi di prezzemolo e ancora un pizzico di pepe macinato fresco. Portate subito in tavola.

Torta salata con carciofi

10 novembre 2011

Siamo in pieno autunno, e non tardano ad arrivarci i primi chiari segnali anche in tavola: la vigna si spoglia del suo frutto prelibato e nell’aria insistono profumi di castagne arrosto e di ragù che sobbolle; ma è anche tempo di primizie di stagione, così vi lascio una ricetta deliziosa per gustare i sempre saporiti carciofi. (Lilly Avallone)

Ingredienti:

  • 2 fogli di pasta sfoglia
  • 4 carciofi di media grandezza
  • 6 fette di prosciutto crudo
  • 250 ml di panna da cucina
  • 150 gr parmigiano reggiano grattugiato
  • 1 uovo
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio extravergine di oliva
  • prezzemolo
  • sale e pepe
  • acqua e 1 limone

Preparazione: mondate per bene e lavate i carciofi, tagliateli finemente e teneteli in acqua e limone per mezz’ora circa; successivamente, in una pentola capiente, stufateli con lo spicchio d’aglio, il prezzemolo, poco sale ed abbondante olio extravergine d’oliva. Terminata la cottura, lasciate raffreddare. Mantecateli quindi con la panna e con il parmigiano grattugiato. Frattanto, in una ciotolina sbattete per bene l’uovo. A parte, preparate una teglia, scegliete pure la forma che desiderate ma che sia però con i bordi “bassi”; ponetevi sul fondo un foglio di carta da forno, così un primo strato di pasta sfoglia e tre delle fette di prosciutto crudo. A questo punto versatevi i carciofi disponendoli omogeneamente e, se lo preferite, unitevi anche un pizzico di pepe macinato fresco, non guasterà. Coprite quindi con il prosciutto rimasto e un secondo foglio di pasta sfoglia, assicurandovi che tutti i lati e gli angoli risultino uniti per bene alla sfoglia sottoposta.

Preparate nel frattempo il forno portandolo a 200°. Pennellate la torta salata per bene con l’uovo sbattuto, e intaccatene con pochi tagli la parte superiore (eviterete così che si gonfi). Basterà aspettare trenta minuti di cottura. Lasciate raffreddare e sformatela solo quando sarà ben rassodata, facendo molta attenzione a che non si scomponga. Portatela in tavola come meglio gradite: intera così com’è o già affettata, o ancora a tocchetti; risulta deliziosa come stuzzichino con gli antipasti, o magari come guarnizione al vostro cestino del pane e, perché no!, come contorno a taglieri con formaggi e salumi.

Filetto di Baccalà in crosta di pane e erbe, con croccante di zucchine e pomodorini datterini

6 agosto 2011

Ho avuto il piacere di stare alla tavola di Francesco Spagnuolo, al Ristorante Morabianca del Radici Resort della famiglia Mastroberardino, sin dalla prima ora.

Francesco Spagnuolo, executive chef al Morabianca del radici Resort

Poi, causa lavoro, ci siamo un po’ persi di vista, diciamo un paio di annetti (forse tre), prima di rincontrarci – con mio sommo piacere – lo scorso maggio qui a Capri dove è stato nostro ospite in occasione della bella serata messa su con Piero Mastroberardino. Francesco è cresciuto, e non di poco, “ha preso per bene le misure della sua nuova dimensione” in quel di Mirabella Eclano, mi ha detto con piena soddisfazione; fa piatti semplici, immediati e dai sapori autentici, come vuole la tradizione e come ci racconta la sua storia professionale. Urge rinfrescare la memoria, fargli nuovamente visita, frattanto mi ha girato una sua nuova ricetta…  

Ingredienti per 4 persone:

  • 4 Filetti di Baccalà
  • 2 zucchine di media grandezza
  • 6 pomodorini Datterini
  • 2 albumi d’uovo
  • Olio di semi (per la frittura)
  • Pane grattugiato
  • Farina
  • Olio extravergine di Oliva
  • Erbette miste – per la panure – (rosmarino, timo, maggiorana)

Dopo aver dissalato il Baccalà ricavatene solo il filetto tagliandolo grossolanamente; quindi asciugatelo per bene con un canovaccio di stoffa; a parte, preparate il pane grattugiato profumandolo per bene con le erbe, poi in una piccola boule sbattete energicamente i due albumi d’uovo; passiamoci quindi i filetti, adesso nell’albume, poi nel pane grattugiato, prima di passarli a friggere in olio di semi a circa 170°.

A questo punto, lavate e tagliate a dadini piccoli le zucchine, quindi i pomodorini datterini (a cui vanno tolti i semini interni) e saltate il tutto in una padella antiaderente con pochissimo olio extravergine d’oliva per non più di due minuti. Dovranno rimanere croccanti.

Portate in tavola ponendo le zucchine e i pomodorini croccanti al centro del piatto, adagiandovi sopra il filetto di Baccalà, un ciuffo di prezzemolo riccio ed ancora un filo di olio extravergine d’oliva.

Farfalle con gamberetti, cocco, asparagi di mare e alici alla colatura by Andrea Migliaccio

29 luglio 2011

Profondità, equilibrio, sobrietà, colore. Ve lo do io il piatto dell’estate, anzi, ce lo offre Andrea, con il quale continua ad esserci, costantemente, un confronto di affinità in continuo movimento, una lenta evoluzione – necessaria – per non lasciare nulla al caso. Le mie parole sono certamente dettate anzitutto dalla profonda stima per la persona e per l’impegno, l’abnegazione professionale che profonde ogni giorno nella sua opera, con i suoi ragazzi; oltre che, naturalmente, per la complicità quotidiana che ci impegna a L’Olivo. Però, sto piatto è davvero sorprendente, buono, vivo. Provateci, c’è da divertirsi!

Ingredienti base per 4 persone:

Per le farfalle di pasta fresca

  • 700 gr semolino
  • 300 g farina 00
  • 8 uova intere
  • 30 gr sale

Per la salsa al cocco

  • 500 gr latte di cocco
  • 100 gr centrifugato di cocco
  • 50 gr colatura di alici
  • 350 gr fumetto di pesce
  • Sale q.b.

Per la preparazione di ognuno dei quattro piatti:

  • 10 gamberetti, marinati per circa 5 minuti con aglio, timo al limone e olio extravergine;
  • 6 filetti di alici, marinati nella colatura;
  • 10 farfalle di pasta fresca, cotte appena 5 minuti in acqua salata e saltate con burro salato ed erba cipollina;
  • 12 asparagi di mare* sbollentati in acqua salata e conditi;
  • 50 gr di composto di cocco, da porre a specchio sul fondo del piatto;
  • 10 gocce di essenza di gamberi (ottenuta al naturale, in riduzione, dalle teste degli stessi);
  • Poi fiori, timo sfogliato, limone grattugiato e olio extravergine come guarnizione.

Composizione del piatto: ponete la salsa al cocco a specchio nel piatto, posizionate le farfalle a scacchiera, e così i filetti di alici, i gamberetti e gli asparagi di mare; completate il piatto con poche gocce dell’essenza di gamberi e colatura di alici sparsi qua e là nel piatto, un pizzico di buccia di limone grattugiata finemente e, non ultimo, un filo d’olio extravergine d’oliva.

Nota bene: per i più “devoti” alla forma, opportuno saggiare questo piatto avendo cura, ad ogni boccone, di mangiare in tutt’uno ognuno degli ingredienti; è consigliabile pertanto servirlo con una mis en place che oltre alla forchetta preveda un coltello e un “cucchiaio a salsa”.

*Asparago di mare: o Salicornia, è una pianta ricca di sali minerali che vive in terreni umidi e bagnati dall’acqua di mare. Sboccia solitamente con piantine dalle stesse sembianze di quelle del corallo; concede, ai piatti dove viene utilizzato, originalità e particolare franchezza gustativa.

Ricetta di Andrea Migliaccio, executive chef del Ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa, proposta in occasione dell’evento Bellavista, in abbinamento all’ottimo Franciacorta Extra Brut Vittorio Moretti 2004.

Guancia di Vitello in crosta di pistacchi con pappa di pere e riduzione di aglianico di Taurasi

11 Maggio 2011

Francesco Spagnuolo è uno dei giovani più promettenti della cucina irpina; quella, per intenderci, con i piedi ben piantati per terra, nel vero senso del termine. Quel nuovo che avanza tra le tante buone leve seguite alle esperienze primordiali di tante famiglie che nell’areale Irpino hanno tracciato e ben definito la linea territoriale di una cucina essenziale ma pur sempre ricca e profondamente aderente alla realtà locale; una cucina, per intenderci  – e giusto per fare un paio di nomi –  di sani valori, come quella della Famiglia Fischetti dell’Oasis di Vallesaccarda, o magari dei Pisaniello, del Gastronomo a Montemarano prima, e Nusco poi, nella calda Locanda di Bu di Antonio, dove tra l’altro Francesco ha mosso i primi passi.

Francesco smanetta ai fornelli da circa 12 anni, nel 2004, con Rocco Platì, ora responsabile di sala proprio al Morabianca, avevano aperto Il Patriota ad Avellino prima di essere sedotti dall’idea di Piero Mastroberardino che li ha voluti al Radici Resort di Mirabella Eclano. Questo che segue è uno dei due piatti che proporrà al prossimo evento in programma al Capri Palace in collaborazione con la storica azienda irpina Mastroberardino.

Ingredienti per 4 persone: 

  • 600 gr di guancia di vitello
  • 200 gr di pistacchi
  • 1 bott. Taurasi Mastroberardino
  • 4 pere
  • zucchero q.b.
  • sale q.b.

Preparazione: in una pentola versatevi del sale, scottate la carne ambedue i lati toglietela e continuate la cottura in forno per 4 ore a 100°. Nell’attesa preparate la riduzione di Taurasi versando tutto il vino in una pentola lasciando sfumare a fiamma bassa; sarà pronta quando ne avrete ricavato da 750ml, il contenuto di una bottiglia, non più di 150 ml.

Passate quindi alla preparazione delle altri basi, frullando finemente i pistacchi e pelando le pere prima di lasciarle sbollentare in un po’ d’acqua e zucchero per circa 7 minuti; a cottura ultimata, raffreddate queste ultime in acqua e ghiaccio e passatele quindi in un comune passaverdura, così da ottenere una pappa omogenea. Per il servizio, ponete al centro di un piatto piano bianco un cucchiaio di pappa di pera, adagiandovi sopra il pezzo di carne impanato, poco prima di servirlo, nei pistacchi; ultimate il piatto con una guarnizione di riduzione di aglianico di Taurasi ed un ciuffetto di rosmarino fresco; e se gradito, ove disponibile, con dello scalogno e del pomodoro confit come nella foto.

Ricetta dello Chef Francesco Spagnuolo del Ristorante Morabianca del Radici Resort di Mirabella Eclano (AV).

Crema di cipollotti con scarola, acciughe e tocchetti di pane croccante by Andrea Migliaccio

6 Maggio 2011

Vi presento Andrea Migliaccio, il nuovo executive chef del Capri Palace Hotel&Spa. Nato ad Ischia 30 anni fa, Andrea si muove con disinvoltura nelle cucine del Capri Palace già da sette anni; sino al 2009 è stato sous chef di Oliver Glowig a L’Olivo, poi per due anni è passato in executive al Ristorante Il Riccio, sempre di proprietà del Palace, che nella scorsa stagione ha strappato la promessa alla Stella Michelin sulla Guida Rossa 2011. Sul proprio curriculum figurano alcune esperienze formative importanti, tra le quali quella con Xavier Pellicer e, a Parigi, al Plaza Athenee di Ducasse; in ultimo una breve esperienza all’Espadon del Ritz con Michel Roth. La sua idea di cucina si rifà ad un concetto semplice e circolare, composto da una giusta dose di innovazione e tradizione, tradotto: nuovi piatti ma assoluta valorizzazione dei classici contemporanei, con un occhio attento al Mediterraneo, culla di sapori e suggestioni di cui lui stesso è figlio e mentore.

Questo è solo uno dei piatti che più mi ha convinto della nuova Gran Carta; un rimando, per me, alla mia infanzia, una zuppa di gradevolissima lettura che si sposa bene sia con un vino bianco di carattere, mettiamo sia il caso del bellissimo Fiano Trentenare 2010 di Peppino Pagano, oppure, giusto per citare un’altra novità assoluta per quest’anno, il buonissimo Pinot Nero Rosé 2010 di Franz Haas; naturalmente io sono di parte, guai a non sottolinearlo, ecco perché qui di seguito trovate la ricetta con tutti i passaggi previsti. Mettevi alla prova e fatemi sapere.

Ingredienti per 4/6 persone:

  • 2 scarole
  • 2 kg di Cipollotti
  • 1 cipollotto intero lesso (per la decorazione)
  • 600 gr patate tagliate a cubetti di 2 cm
  • 80gr di burro
  • 200 ml di panna fresca
  • 400 ml di vino bianco
  • 1 foglia di alloro
  • 4 spicchi d’aglio
  • 3 filetti di acciughe diliscate
  • brodo vegetale
  • sale, pepe, peperoncino e noce moscata q.b.
  • tocchetti di pane croccante q.b.

Preparazione: rosolate  i cipollotti tagliati a julienne nel burro con due spicchi d’aglio (che poi andranno tirati via), unirvi quindi le patate e bagnate il tutto con tutto il vino bianco; aggiungere la panna, allungare con il brodo vegetale, la foglia di alloro per aromatizzare, un pizzico di sale, del pepe e la noce moscata; lasciate cuocere per circa 30 minuti a fuoco lento: quindi frullate il tutto e lasciate raffreddare; frattanto sbollentate in acqua salata la scarola e strizzatela per bene; a parte, fate rosolare in padella dell’aglio con un pizzico peperoncino e le tre acciughe, aggiungetevi la scarola, lasciate cuocere per circa 10 minuti.

Servite questa buonissima zuppa in un piatto bianco fondo, disponendo dapprima la crema di cipollotti, al suo centro la scarola con sopra una parte di cipollotto lesso, tutt’intorno i tocchetti di pane croccante e le acciughe. Completare la preparazione con un filo d’olio extravergine a crudo.

Ricetta di Andrea Migliaccio, executive chef del Capri Palace Hotel&Spa.

Cozze al gratìn, ovvero l’estate dietro l’angolo

3 Maggio 2011

Cozza è il nome volgare che indica il Mitilo, uno dei molluschi tra i più amati dalle mie parti, assieme forse solo alle poco conosciute “carnummole” – ormai rarissime – e ai “tartufi di mare”; vive nel mare filtrando le particelle organiche, è, tra l’altro, intensamente allevata in Italia, è saporita, povera di grassi e ricca di ferro. Si presta a decine di ricette, la cottura prolungata ne fa un alimento più che sicuro. (A. D.)

Ingredienti per 4 persone:

  • 1kg di cozze di Bacoli
  • prezzemolo
  • 1 spicchio d’aglio
  • 10cl di aceto di mele
  • olio extravergine d’oliva q.b.
  • pane grattuggiato q.b.

Preparazione: lavate accuratamente le cozze (se necessario spazzolarne le valve) tirandone via da ognuna la barbetta. Apritele una ad una aiutandovi con un coltello a punta, facendo attenzione a non rovinarne il frutto e conservando solo la parte della valva con esso. Preparare le “cozze al gratìn” con i mitili aperti a crudo anzichè sbollentati è raccomandato oltre che necessario per poter godere al meglio dell’eccezionale sapore che solo le cozze di Bacoli, piccole ma chiene* e saporite – unite ad una attenta preparazione – sanno regalare.

Disponetele in una teglia da forno, meglio se avete a portata di mano dei tegamini monoporzione, altrimenti va bene lo stesso; tagliuzzate finemente il prezzemolo e lo spicchio d’aglio cospargendoli uniformemente sulle cozze. Versate quindi l’aceto di mele – preferito in questo caso a quello di vino per la sua maggiore dolcezza e minore caratterizzazione – e coprite il tutto con abbondante pane grattugiato. Unitevi un filo d’olio extravergine d’oliva e passate in forno a 180° per circa 20 minuti; Ecco, prendete e godetene tutti, questo è il sapore dei Campi Flegrei!

*chiene: piene, ricche di sostanza.

Spaghetti con fave, lupini e vongole con la Falanghina Via del Campo 2008 di Quintodecimo

6 aprile 2011

Non sono solito scrivere di abbinamento cibo-vino, pur garantendone ben volentieri, su richiesta, un consiglio spassionato; tuttavia non c’è un momento in cui un piatto o un vino non richiedano una riflessione attenta in merito al loro sposalizio, momento che in verità manco spesso di raccontare su queste pagine per non appesantirne la lettura ai tanti “non addetti ai lavori”; certe occasioni però, come si dice, rappresentano quelle eccezioni che vanno confermando la regola.

Ingredienti per 4 Persone:

  • 320gr di spaghetti n.9 Garofalo
  • 150gr vongole Veraci
  • 200gr Lupini
  • 200gr fave fresche
  • 2 spicchi d’aglio
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • Prezzemolo

Preparazione: in una padella versate un abbondante filo d’olio extravergine d’oliva, lasciate soffriggere l’aglio, quindi versatevi, a fiamma bassa, i frutti di mare che avrete precedentemente sciacquati accuratamente. Coprite e lasciate cuocere sino all’apertura delle valve unendovi magari uno o due ciuffi di prezzemolo per profumare ed un pizzico di pepe.

Mettete quindi sul fuoco la pentola con l’acqua, salate con attenzione e portatela ad ebollizione. Frattanto pulite le fave (opportuno che non siano grandissime, ma nemmeno piccoline), vanno tirate via dal baccello e quindi sgusciate una ad una.

Buttate la pasta, appena dopo unitevi nella stessa pentola anche le fave, quando gli spaghetti saranno al dente, tirate via tutto per saltarli immediatamente in padella con i frutti di mare; portate in tavola decorando i piatti con solo un ciuffettino di prezzemolo. Consiglio di non utilizzare prezzemolo tritato, saranno in questo caso le fave a giocare di contrasto con la succulenza e la sapidità del piatto.

Non è azzardato definire il matrimonio con questa stupenda Falanghina Via del Campo 2008 di Luigi Moio¤ perfettamente calzante. I tratti essenziali del piatto vanno esaltandosi ad ogni boccone con l’incipiente persistenza olfattiva di frutta e la profonda mineralità che si distende sul palato ad ogni sorso. Il piatto è essenziale ma giocato su credenziali piuttosto caratterizzanti, tendenza dolce, aromaticità, sapidità, succulenza. Il vino si offre a corrisponderne in abbinamento l’ottima persistenza olfattiva, con un frutto ben espresso, unito a note balsamiche, e gustativa, con freschezza da vendere affiancata da buon corpo, e quindi persistenza. E’ sbocciato l’amore!

Paccheri di Gragnano con genovese ed asparagi, con il Lambrusco di Modena di Podere il Saliceto

25 marzo 2011

Una occasione di confronto imperdibile, così ci siamo mossi nell’ideare e realizzare questo piatto omaggio a L’Albone di Gian Paolo Isabella. Molti di voi avranno già sentito parlare della “genovese” che con il ragù rappresenta un altro caposaldo della cultura gastronomica partenopea. Lilly, come sua naturale predilezione, l’ha alleggerita e resa alla portata del Lambrusco Salamino e Corbara di Podere il Saliceto. Gli asparagi segnano la stagionalità di un piatto che in realtà stagione non ha; Un ringraziamento a Gian Paolo per averci concesso questa opportunità, a Daniela e Andrea per l’imbeccata. Quindi, non resta che farci… un in bocca al lupo! (A.D.) 

Ingredienti per 4 persone:

  • 320gr di Paccheri di Gragnano – Pastificio dei Campi
  • 250gr di carne macinata – manzo
  • 4 cipolle bianche
  • 12 punte d’asparagi
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale q. b.
  • Parmigiano Reggiano

Preparazione: versate dell’olio extravergine di oliva in una padella ed unitevi le cipolle tagliate e fettine, lasciatele appassire e quindi stufare per almeno tre quarti d’ora. Aggiungete poi la carne macinata, lasciate il tutto in cottura ancora per una mezzora aggiustando di sale.

Frattanto tagliate le punte degli asparagi e lavatele accuratamente, passatele in una pentolina e lasciatele sbollentare per circa 15 minuti, non oltre per non dissiparne il valore nutritivo e naturalmente per lasciargli conservare una certa croccantezza, funzionale all’abbinamento col vino.

A questo punto portate in ebollizione dell’acqua salata e buttateci la pasta; ricordatevi che la buona riuscita della preparazione prevede una cottura dei Paccheri di Gragnano al dente. Scolate ed aiutandovi con un coppapasta passate quindi alla composizione dei piatti; con un cucchiaino riempite la pasta con la genovese (sei per ogni piatto è la giusta composizione), tagliate quindi in due le punte d’asparagi e ponetele in circolo nel piatto (ne basteranno tre per ognuno). Completate la preparazione cospargendo un cucchiaio di salsa su ogni piatto ed appena prima di servire, con una grattugiata grossolana di Parmigiano Reggiano.

Il piatto – Paccheri di Gragnano con genovese ed asparagi, 2011: la ricetta punta alla creazione di un piatto che manifesti in fase di degustazione un certo carattere ma che non esprima spigolature eccessive che possano appesantire il palato; i tratti più incisivi della preparazione rivelano quindi almeno tre cardini su cui costruire con L’Albone di Podere il Saliceto un abbinamento degno di nota: la prominente succulenza della genovese, la tendenza dolce della stessa (la cipolla fa la sua parte da leone) e della pasta, naturalmente l’importante persistenza gustativa – oltre che olfattiva – garantita dalle punte d’asparagi appena sbollentate, che assumono, tra l’altro, un ruolo decisivo nel ripulire la bocca ad ogni boccone.

Il vino – Lambrusco di Modena L’Albone: il ricordo di certi lambruschini flaccidi e abboccati non depone quasi mai a favore di chi si prodiga per la valorizzazione di questo storico e valoroso vino emiliano; e se bastassero poche bottiglie di L’Albone per sfangarla ne saremmo certamente felici, ma ahimè so per certo che non è così, ma non disdegno di aspettarmi sempre delle buone nuove dalla splendida Emilia. Ho trovato in questo vino due o tre cosettine che mi sono piaciute parecchio, oltre al colore rubino vivace con sfumature porpora. Un naso delizioso, di quelli classici si direbbe, di mora, frutti rossi maturi, ma anche lievi nuances di erbe officinali. Il primo assaggio poi è sincero, l’approccio disincantato, ma infonde subito l’idea di un vino più arcigno di quanto ci si aspetti. In etichetta marca 12 gradi in alcol (io credo invece che ne abbia almeno un mezzo punto in più), si profitta della carbonica per danzare liberamente al palato, ma di stoffa ce n’è e te ne accorgi al secondo bicchiere: il frutto è croccante, turgido, se ne giova la beva che rimane fluida e succosa ma non certo disattenta, il tannino concede solo una labile e piacevole sensazione, ma la spalla acida c’è e non vuole certo defilarsi, sa che gli tocca un ruolo di primo piano; e noi glielo serviamo, sul piatto s’intende! Ben fatto Gian Paolo, ben fatto…

La nostra Lilly Avallone ha pensato e realizzato questa ricetta in virtù del  concorso indetto da Podere il Saliceto in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Petrini di Percorsi Di Vino e Daniela Delogu alias Senza Panna. (A.D.)

L’Albone è in cerca di una ricetta d’autore

9 marzo 2011

Leggevo qualche giorno fa sul blog dell’amico Alessandro Marra di questa simpatica iniziativa messa su da Gian Paolo Isabella di Podere Il Saliceto (leggi anche qui ), in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Percorsi Di Vino Petrini e Daniela Senza Panna Delogu. Semmai vi girasse pure a voi, e pensate di avere tutte le carte in regola, quello che occorre sapere per parteciparvi lo trovate qui e qui; trattasi in effetti di preparare una ricettina ad hoc da abbinare a L’Albone, un vino prodotto con uvaggio di lambrusco salamino e sorbara prodotto naturalmente dal – mi dicono – simpaticissimo Gian Paolo Isabella. Che dite, ci proviamo?

Krapfen, e il dolce Carnevale di Graz

18 febbraio 2011

Il Krapfen è un dolce nato nel ‘600 e di origine austriaca, per la precisione di Graz, il capoluogo della Stiria, meravigliosa cittadina immersa nel verde. Questo fragrante dolce dal ripieno di marmellata di albicocche, è conosciuto anche in Baviera, come “Faschingskrapfen auf Grazer art”, cioè “dolce di Carnevale alla moda di Graz”, poiché veniva preparato per le feste di carnevale, quando venivano fritti e venduti per strada. Da Graz fu presto esportato a Vienna, quindi nel Lombardo-Veneto e soprattutto in Trentino, dove ancora oggi vengono serviti, ci dicono, i migliori krapfen che si possono trovare in Italia. (A. D.)

Krapfen - foto A. Di Costanzo

Di norma quello che un krapfen deve assolutamente avere per essere considerato tale è il ripieno di marmellata di albicocche – da introdurre prima di friggere il dolce, perchè tutta la pasta ne assorba l’aroma – anche se volendo potreste riempirli con alcune varianti come della crema pasticcera, la cioccolata o altro; e naturalmente la ricopertura di zucchero al velo; La ricetta originaria prevede che debba essere stato impastato e fritto con lo strutto migliore, noi ovviamente vi indichiamo per comodità di utilizzare un buon olio di semi, e di servirlo naturalmente caldo.

Ingredienti:

  • 350gr farina
  • ½ bicchiere di latte
  • 20gr dilievito di birra
  • la scorza di 1 limone
  • Un pizzico di sale
  • 60gr diburro
  • 2 uova
  • 1 bustina di vanillina
  • 70gr di zucchero
  • 250gr di marmellata di albicocche per la ricetta originale (per il ripieno)
  • zuccheroa velo q.b. (per spolverizzarli)
  • olio di semi di girasole (per friggere)

Preparazione: sciogliete il lievito in mezzo bicchiere di latte appena tiepido. Formate con la farina una fontana, unitevi lo zucchero, il burro sciolto, le uova, il pizzico di sale, la vanillina, la scorza di limone grattuggiata ed il lievito. Iniziate a lavorare gli ingredienti con una forchetta, passate quindi ad impastare con le mani; lasciate quindi riposare per almeno due ore avendo cura di coprire con un tovagliolo di stoffa. Successivamente stendere la pasta e ripiegarla più volte su se stessa come se la lavoraste per la pasta sfoglia, ridurla quindi ad uno spessore più o meno di mezzo centimetro e ricavarne tanti dischi di pasta (con un coppapasta o un bicchiere) quanti se ne possono ottenere.

A questo punto riempite la metà dei dischi con della marmellata di albicocche (aiutandovi con un cucchiaino da thè), spennellatene i bordi con dell’albume e chiudeteli quindi con i rimanenti dischi facendo una leggera pressione lungo la circonferenza affinchè si attacchino bene. Lasciate riposare i krapfen ancora una mezz’ora prima di friggerli in olio bollente. Quando saranno cotti toglierli dalla padella e spolverizzarli con lo zucchero a velo.

Mmm… Plumcake salato con spinaci e Provolone

1 febbraio 2011

Più o meno in diretta dalla Premiata Forneria Ledichef, il Plumcake salato con spinaci e Provolone; il profumo mi pareva straordinario, ma il sapore lo è ancor di più: tutto merito del mio lavoro di gomito con le uova :-). (A. D.)

Ingredienti per 8 persone:

  • 360 gr di farina bianca “00”
  • 6 uova (per intero)
  • 1 manciata abbondante di spinaci (crudi)
  • 200 ml di latte
  • 350 gr di Provolone mediamente stagionato
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • 1 bustina di lievito
  • 4 cucchiai di Parmigiano Reggiano
  • Burro q.b.
  • Sale e pepe nero macinato fresco q.b.

Preparazione: lavorate per bene in una boule d’acciaio le 6 uova aggiustate di sale e pepe ed un filo abbondante di olio extravergine d’oliva. Unitevi successivamente la farina ed il lievito, mescolate sino ad ottenere un composto omogeneo e fluido.

A questo punto aggiungete all’impasto il Provolone tagliato a dadini piccoli e gli spinaci, ben lavati e tagliati grossolanamente; spolverate con il Parmigiano Reggiano ed amalgamate il tutto unendovi ancora un sottile filo d’olio extravergine d’oliva.

A parte imburrate un classico stampo da Plumcake, passatevi della farina al suo interno e versatevi tutto l’impasto (ne riempirete poco più della metà, ndr). Infornate a 180° per circa 50 minuti. “Il profumo che aleggerà nell’aria in cucina sarà solo un sottile supplizio in confronto alla bontà che porterete in tavola”.

Una volta lasciato raffreddare, portatelo in tavola su di un tagliere e servitelo affettandolo come del pane in cassetta. Formidabile accompagnamento agli antipasti, buono da servire anche con formaggi freschi.

Medaglioni di Spada e zucchine, “alla Perseo”

22 gennaio 2011

Una qualità che in famiglia non è mai mancata è certamente la passione per la cucina, tangibili segnali ci caratterizzano; così, giusto per gradire, vi sottopongo un bel piatto tanto caro a mio fratello Nunzio che per mestiere fa tutt’altro ma che, provare per credere, non disdegna di sorprendere i suoi commensali con questa ed altre prelibatezze. “Alla Perseo” dice lui, eroe della mitologia greca che ne combinò una più del diavolo… (A. D.).


Ingredienti per 4 persone:

Per i Medaglioni di pasta

  • 300g di farina di grano duro
  • 1 uovo
  • aqua
  • sale q.b

Per il ripieno

  • 300g di pesce spada
  • ¼  di scalogno
  • ½  zucchina
  • una manciata di pinoli
  • olio extravergine di oliva
  • sale q.b

Per il condimento

  • olio extravergine d’oliva
  • una zucchina (preferibilmente bianca)
  • 50g di cipolla bianca
  • sale q.b.

Preparazione: formare con la farina una fontanella, aggiungere l’uovo, l’acqua e il sale; iniziare ad impastare sino ad ottenere un panetto composto ed omogeneo. A questo punto stendere la pasta con un mattarello sino a renderla spessa all’incirca 2 mm. Con una formina (o se preferite con un bicchiere capovolto) formare delle rondelle di pasta fino ad esaurimento dell’impasto. Frattanto, in una padella mettere dell’olio extravergine di oliva, lo scalogno e la zucchina tagliata a dadini piccolissimi. Così dopo qualche minuto unitevi il pesce spada, sempre tagliato a dadini, con i pinoli. Tenere in cottura per almeno 10 minuti.

A questo punto, aiutandovi con un cucchiaino da tè, ponete al centro di ogni dischetto di pasta il ripieno coprendo con un altro dischetto di pasta. Per assicurarsi che i medaglioni non si aprano durante la cottura, nell’unire i 2 dischetti lavorateli con la punta di una forchetta spennellandoli inoltre, sui bordi, con un po’ di tuorlo d’uovo sbattuto.

A parte fate bollire abbondante acqua salata ed immergervi i medaglioni, saranno cotti appena galleggeranno; nel mentre preparate la salsa: in una padella, preferibilmente di alluminio, versare dell’olio, la zucchina tagliata a rondelle, la cipolla ed il sale lasciando cuocere a fiamma viva per circa 5-10 minuti.

Appena scolate i medaglioni, passateli a saltarli in padella con la salsa, usando se necessario uno o due cucchiai d’acqua di cottura della pasta; serviteli, se lo preferite, con una spolverata di grana e del pepe nero macinato fresco, forse uno dei pochi piatti con il pesce dove il formaggio non guasta affatto. E bravo Nunzio..!

La Cucina delle Amiche, il Timballo di linguine “alla Nerano” by Gilda Guida

23 novembre 2010

Ingredienti per per 4 persone:

  • 400 gr linguine di Gragnano
  • 1,2 kg di zucchine
  • 100 gr Bebè di Sorrento*
  • 50 gr burro
  • 2 dl panna fresca
  • 80 gr parmigiano (grattugiato)
  • 2 rossi d’uovo
  • sale e pepe nero (macinato fresco di mulinell) q. b.
  • basilico
  • pangrattato
  • burro per lo stampo

Il giorno prima tagliare: 1/3 delle zucchine a julienne e metterle ad asciugare su un canovaccio dopo averle scolate in un colapasta; 1/3 a dadini;  1/3 a rondelle (far essiccare  anche queste). Friggere le zucchine a dadini e tenerle da parte, friggere le zucchine a rondelle e tenerle da parte. Imburrare una teglia di 28 cm e spolverizzare con il pangrattato, disporre sul fondo e sul lato  le zucchine fritte a rondelle; Il tegame così pronto si può riporre in frigo mentre si prepara il timballo.

In un tegame appassire con il burro le zucchine a julienne, trasferirle in una bowl capiente e far raffreddare, aggiungere poi: le zucchine a dadini fritte, le zucchine a rondelle se avanzano, la panna il parmigiano, il basilico,  i tuorli leggermente sbattuti , il Bebè di Sorrento tagliato a julienne, il pepe ed aggiustare di sale. Unire poi le linguine cotte a metà (raffreddate) e rigirare in modo da condire il tutto in maniera uniforme. Montare quindi il timballo e completare con del pane grattugiato e fiocchetti di burro. Infornare nel forno preriscaldato a 180° per 50 minuti.

* Il Bebè di Sorrento è un formaggio a pasta filata, semi-cotta, dalla stagionatura di soli pochi giorni. Ottimo da mangiare assoluto ma che ben si presta a preparazioni del genere.

La ricetta, come tantissime altre della nostra cucina regionale, beneficia non poco dell’ingrediente segreto che non deve mai mancare a chi si pone di fronte ai fornelli, cioè l’amore, per il cucinare e per i propri avventori! Questa ricetta, devo dire magistralmente eseguita poche sere fa da Gilda Guida Martusciello, viene pubblicata successivamente alla messa a punto in collaborazione con la sua maestra di cucina Carmela Caputo (www.cucinamica.it). (A. D.)

Girella alla Nutella®, e i golosi scalpitano…

20 novembre 2010

I ricordi vanno subito all’infanzia, il pensiero corre subito alla più famosa Girella Motta, ma questa è tutta n’ata storia, direbbe Pino Daniele. I golosi scalpitano? Conquistateli con una ricetta veloce, semplice, di un dolce da servire a colazione come a cena. Questa la ricetta di Lilly, alias Ledichef, ma decisamente buona anche la versione dell’amica del cuore Sabrina! (A. D.)

Girella alla Nutella by Lilly Avallone

Ingredienti (con i quali otterrete almeno 14/16 Girelle):

  • 3 uova
  • 150 gr di zucchero
  • 200 gr di farina
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 bicchiere di olio di semi
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 300 gr di Nutella®

In una scodella lavorate con una frusta le uova con lo zucchero, unirvi quindi la farina, l’olio di semi e a seguire il latte ed il lievito continuando a rimestare sino ad ottenere un impasto liquido uniforme e privo di grumi. Riporlo in una teglia su di un foglio di carta da forno ed infornare a 200° per circa 10 minuti. Otterrete così un pan di spagna sottile più o meno dello spessore di mezzo centimetro.

A questo punto è opportuno procurarsi un tovagliolo di stoffa bello grande e giustamente inumidito che andrà steso sul tavolo e sopra il quale andrà posto il pan di spagna sfornato. Eliminate quindi il foglio di carta da forno e provvedete a stendervi la Nutella®, facendo attenzione a distribuirla per bene su tutta la superficie. Adesso si può arrotolare – il tovagliolo umido renderà l’operazione più facile – evitando possibili rotture. Ottenuto il rotolo di Girella, tagliarlo a fette di due/tre centimetri, riporle in un bel vassoio (come nella foto) e spolverare con zucchero a velo appena macinato. I golosi sono conquistati!

Una ricetta facile facile, la Torta di Rose

16 novembre 2010

E’ indicato come un dolce tradizionale del nord Italia, originario presumibilmente del Trentino Alto Adige. La Torta di Rose è molto facile da preparare, richiede poco tempo nella preparazione (20-25 minuti) ed è di sicuro appeal per i vostri commensali: è bella da vedere, leggera e non ultimo può essere portata in tavola in qualsiasi occasione, a colazione, con delle marmellate di frutta, oppure a pranzo o nella pausa thè, accostandola magari a creme dolci o fondute di cioccolato. Insomma, pura golosità!

Torta di Rose - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 6/8 “Rose”:

  • 350 gr di farina
  • 30 gr di lievito di birra
  • latte
  • due uova
  • scorza di limone
  • 100 gr di burro
  • 100 gr di zucchero

Preparazione: versare tre cucchiai di farina in una scodella e mescolare con il lievito di birra e tre cucchiai di latte, lasciare quindi lievitare. Aggiungere successivamente il resto della farina, due rossi d’uovo, la scorza grattugiata di un limone e altri tre cucchiai di latte. Lavorare bene l’impasto, stenderlo e farne una sfoglia rettangolare spessa più o meno mezzo centimetro, lasciare riposare per trenta minuti, continuerà così a lievitare.

Frattanto preparare una crema con solo il burro e lo zucchero che servirà per la farcitura* da stendere sulla sfoglia una volta pronta. Arrotolare quindi la sfoglia per il lungo e tagliare il rotolo in tronchetti di circa tre cm, otterrete così tante piccole rose che prederanno forma con la cottura. Ungere quindi una tortiera e porvi i tronchetti in piedi, cosparsi di burro fuso, opportunamente distanziati l’uno dall’altro per consentirne l’ulteriore lievitazione che, dopo circa venti minuti, farà loro assumere un aspetto simile ad un mazzo di rose. Infornare e cuocere a circa 200 gradi fino a quando la Torta non assumerà un colore dorato.

Consiglio: per ottenere un impasto particolarmente fragrante lasciare lievitare la pasta anche per 3- 4 ore prima di lavorarla, poi quando la sfoglia è stata tagliata a strisce e arrotolata come spiegato nella ricetta, sarebbe utile ancora un’altra ora prima di infornarla.

Per il servizio: la Torta di Rose va portata in tavola calda ma non appena sfornata, può essere lasciata nello stesso vassoio in cui è stata cotta oppure riposta in un bel piatto piano bianco. Volendo si può anche servire monoporzione, in ogni caso una bella spolverata di zucchero a velo non guasta certo alla sua appetibilità.

* Nota aggiuntiva: questo dolce è particolarmente apprezzato per la sua leggerezza e la sua semplicità, chi volesse però può optare per alcune varianti alla frutta per la farcitura o accompagnarlo con una crema pasticcera o ancora per i più golosi con una fonduta di cioccolato o crema alle nocciole.

Gnocchetto al Limone con vongole e calamaretti, by Carmine Mazza

13 novembre 2010

La consistenza dell’impasto di solo acqua e farina, la fragranza dell’insieme dei profumi e dei sapori; Quella citrina è solo una labile e piacevole sensazione, quasi sempre disattesa nelle preparazioni di primi piatti dove previsto l’agrume come ingrediente. Un gran bel piatto propostoci dal bravo chef torrese de Il Poeta Vesuviano. (Ledichef)

Ingredienti per 4 persone :

300 gr. di farina
la buccia di 2 limoni
acqua q.b.
400 gr. di vongole
200 gr. di calamaretti freschi
olio extravergine d’oliva e sale q.b.
prezzemolo tritato
Salsa di prezzemolo

Preparazione : tagliare in maniera sottile la parte gialla della buccia dei limoni, metterla in un pentolino con acqua fredda e porre sul fuoco, appena l’acqua comincia a bollire colare le bucce e ripetere l’operazione per tre volte. A questo punto tritare le bucce finemente ed unirle alla farina. Unirvi dell’acqua bollente ed impastare energicamente sino ad ottenere un panetto compatto e senza grumi. Formare quindi con l’impasto dei cordoncini spessi più o meno 1 cm e tagliarli a tocchetti, utile incavare gli gnocchetti con un tocco delle dita, li aiuterà a trattenere meglio il condimento. Frattanto in una padella antiaderente soffriggere con dell’olio extravergine d’oliva uno spicchio d’aglio, aggiungere i calamaretti interi, e dopo almeno 3/4 minuti unirvi le vongole, bagnare quando disponibile con del brodo di pesce e lasciar cuocere per ancora 3/4 minuti. A parte lessate gli gnocchetti che andranno cotti in acqua bollente e salata, dove non appena verranno a galla vanno tirati via e fatti saltare per pochi minuti ancora nella padella con le vongole ed i calamaretti, spolverandoli con poco prezzemolo fresco tritato.

Per il servizio: Un piatto piano bianco decorato con una leggera emulsione al prezzemolo e magari una foglia di limone; Disporre gli gnocchetti al centro del piatto con le vongole ed i calamaretti a cappello. Non è necessario alcuna aggiunta di buccia di limone, è bene preservare l’equilibrio del piatto che così risulterà efficacissimo ed equilibrato!

Ricetta di Carmine Mazza del Ristorante Il Poeta Vesuviano di Torre del Greco.

Frittella di gamberi in pastella di alghe su tortino di scarola e acqua pazza, by Carmine Mazza

10 novembre 2010

La settimana scorsa abbiamo passato un tranquillo pranzo alla tavola di Carmine Mazza – Il Poeta Vesuviano, e tra i piatti più convincenti assaggiati vi era senza dubbio questo delizioso antipasto, crocevia di terra e mare in quel di Torre del Greco. La freschezza dei Gamberi è ben custodita da una pastella – di alghe di mare – sobria e giustamente croccante mentre il sapore terragno della scarola offre un piacevole contrasto alla dolcezza del crostaceo ma soprattutto alla sapidità dell’alga. Avanti così Carmine! (Ledichef)

Ingredienti per 4 persone:

20 gamberi
1 scarola
2 spicchio d’aglio
1 peperoncino
Fumetto di pesce e di crostacei
4-5 pomodorini del piennolo
1 scalogno
1 gambo di sedano

Per la pastella:
alghe marine
1 birra da 33 cl
2 rossi d’uovo
sale
farina q.b.

Preparazione :
Sgusciare i gamberi e tenere il frutto da parte, con le teste preparare un fondo di crostacei. Scottare la scarola in abbondante acqua bollente, scolarla ed una volta tiepida  tagliarla a julienne; In un padella soffriggere uno spicchio d’aglio in camicia e aggiungere il peperoncino e la scarola, salare e tenere da parte. A parte preparate la pastella così: tritate le alghe ben lavate , unirvi la birra e i rossi d’uovo, aggiungere quindi il sale e la farina sino ad ottenere un composto uniforme, fluido ma compatto, attenti a che non risulti troppo solido, i Gamberi bisognerà pratigamebte intingerli. Prepatate quindi l’acqua pazza lasciando soffriggere mezzo scalogno con mezzo spicchio d’aglio, aggiungere il gambo di sedano, i pomodorini del piennolo, bagnando con il fondo di crostacei e il brodo di pesce; Cuocere per 10 minuti prima di filtrare il tutto. Passate i gamberi nella pastella per friggerli in abbondante olio d’oliva bollente solo appena prima della preparazione del piatto .

Per il servizio: preparate un bel piatto fondo, formare al suo centro un tortino con le scarole, napparlo con l’acqua pazza e quindi poggiarvi le frittelle di gamberi belle calde. Il sapore è servito!

Ricetta di Carmine Mazza del Ristorante Il Poeta Vesuviano di Torre del Greco.

Il piatto della domenica, Ravioli Capresi

7 agosto 2010

Per qualcuno, non uno qualunque, è tra i piatti dell’anno (vedi Passione Gourmet); Per molti, moltissimi, il piatto della quotidiana proposta culinaria caprese, per me a dirla tutta uno di quelli, tra i piatti della tradizione della cucina napoletana che Oliver Glowig ha saputo interpretare alla grande nella sua nuda e cruda semplicità. A voi la ricetta, un invito al piacere di replicarne a casa propria i profumi ed i sapori. 

Ingredienti per 4 persone

  • Per i ravioli:
  • 300 gr acqua
  • 500 gr farina “doppio zero”
  • 2 caciotte asciutte
  • 2 uova intere
  • maggiorana q.b.
  • Per la salsa:
  • 500 g pomodorini del Vesuvio
  • 1 spicchio d’aglio
  • sale, basilico, olio extra vergine q. b.     

Preparazione: riscaldare dell’acqua sul fuoco sino alla temperatura di 80° circa. Impastare acqua e farina, per chi può nella planetaria, così da ottenere un impasto perfettamente omogeneo, ma chi ama “sporcarsi le mani” sa bene come riuscirvi lo stesso senza tecnologia! Nel frattempo provvedere a pelare le due caciotte (la parte esterna è solitamente salata) e una volta tagliata grossolonamente passarla, con la maggiorana, in un tritatutto (il Bimbi è perfetto) unendovi le  due uova.

A questo punto stendere la pasta in maniera uniforme, disporre il ripieno ottenuto in maniera omogenea e ad intervalli regolari, coprire quindi con un secondo “velo” di pasta. Ecco fatto i ravioli, belli gonfi e compatti.

Bollire i ravioli solo poco tempo prima di servirli, in abbondante acqua senza sale. A parte lasciate rosolare uno spicchio d’aglio in olio extravergine di oliva, aggiungere i pomodorini del Vesuvio tagliati a metà e terminare la cottura dei ravioli appena sbollentati passandoli nella salsa di pomodori, un filo d’olio a crudo appena impiattati ne daranno maggiore aromaticità.

Per il servizio: disporre i ravioli (tre/quattro) in un piatto piano bianco, coprirli con la salsa di pomodori e decorare con una foglia di basilico. A richiesta con una grattugiata di parmigiano reggiano stagionato.

Ricetta di Oliver Glowig, executive chef del Ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa

Trippa di baccalà e caviale con ricotta, taccole e pancetta, 2008

9 novembre 2009

Ingredienti:

  • 20 gr ricotta vaccina
  • 3 pezzi trippa di baccalà da 10 grammi l’ una
  • 1  taccola
  • 10 gr pancetta d’Osvaldo
  • 6 gr caviale Calvisius
  • sale fleur de lune, pepe e crescione shiso purple q.b.

Preparazione: riporre la trippa di baccalà sottovuoto e cucinarla a 62°C per 60 minuti circa, nel frattempo passare la ricotta nel “paco jet”, tagliare le taccole e la pancetta a losanghe, saltarle in padella con poco olio e condire il tutto con sale e pepe. A parte scottare la trippa in una padella di ferro e condirla con solo “fleur de lune”.

Per il servizio: un piatto dai colori scuri, nero o marrone, esalterà al meglio la luminosità degli ingredienti di questo piatto, ma va bene anche un piatto bianco classico. Con un sac-a-poche riporre al centro del piatto una striscia di ricotta, aggiungere le taccole, la pancetta e  la trippa di Baccalà , quindi il caviale, decorare con una o due foglioline shiso purple (foglie dal sapore di cumino, decorative innanzitutto).

Ricetta di Oliver Glowig, executive chef del Capri Palace Hotel&Spa.


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