Archive for the ‘Prodotti’ Category

Usigliano di Lari, le uova di Paolo Parisi

19 aprile 2010

Di sè dice: “Io sono un creativo”. “Magari non nel senso convenzionale del termine poichè non disegno, non scrivo romanzi, non compongo musica, però creo cose buone, delizie per il palato con cui altre persone in cucina possono giocare per inventare sapori nuovi, con una materia prima antica come il mondo eppure inedita.  

Di Paolo Parisi se n’è parlato tanto, sui più importanti media nazionali ed internazionali, una popolarità per qualcuno ricercata e che a dirla tutta sembra pure ben gestita dall’allevatore-innovatore di Usigliano di Lari, che ne ha fatto, con l’assoluta unicità della sua offerta uno dei punti di forza del suo marketing. Non v’è (o quasi) ristorante gourmet dove almeno una volta non siano passati i prodotti del Paolo creativo e questo è un dato di fatto dovuto più al passaparola tra i professionisti dei fornelli piuttosto che ai media di cui sopra: a torto o a ragione?

In principio fu la Cinta Senese, una sfida importante vinta a mani basse tanto da rilanciare una filiera praticamente assopita da tanti anni di confusione e mistificazione, di qui ai manzi Angus per ritornare ad una carne con la giusta compostezza di fibra senza perdere sapore e morbidezza, sino alle capre e alle uova, “l’ultima sfida”, come la chiama lui “per creare un uovo particolare, pulito, dal gusto – di fresco – che le uova, anche le migliori della filiera moderna, negli ultimi anni hanno praticamente perso per strada. Il segreto? Le galline di razza Livornese naturalmente, e l’alimentazione per la quale Parisi dice di non badare a spese, solo cereali e latte di capra appena munto, tanto dall’essere le più care in assoluto sul mercato di settore, quasi tre euro l’una, ma a detta di molti, ben spesi per uova tra le più buone.

Le uova di Paolo Parisi sono diverse, come ci vengono descritte dall’azienda, soprattutto nel tuorlo, più molle, grasso, leggero, con una struttura proteica fuori dal comune, più lunga, con la capacità di incorporare, se montato, anche tre volte l’aria di un tuorlo qualsiasi. Infine, ha un leggero gusto mandorlato, apprezzabile nel finale degustando il tuorlo crudo o comunque liquido. Splendido nella sua essenza, è interessante riscontrare la leggerezza che conferisce nelle lavorazioni in cui viene impiegato: zabaione, maionese, creme, ecc. Si presta in maniera particolare anche alla lavorazione di una pasta fresca che risulta più leggera, omogenea e compatta.

MACCHIE D’OLIO
Soc. Agr. A Resp.Lim.
Via delle Macchie, 1
56035 Usigliano di Lari (PI)
Tel/Fax +39 0587 685327
Cell.: 348 3804656 –
e-mail: info@paoloparisi.it

Leonforte, Lenticchia Nera di Enna

2 aprile 2010

E’ un’antica cultivar tipica della provincia di Enna, molto apprezzata fino agli anni ’50. Dal dopoguerra in poi però la sua produzione si è via via abbandonata, complice la politica agricola comunitaria, ma soprattutto l’avvento di nuove cultivar più resistenti, più produttive e la cui produzione era possibile massificare e  meccanizzare con evidente abbassamento di costo di produzione.

In tutto questo arco di tempo la lenticchia nera ha rischiato seriamente di scomparire per sempre, ed è stata prodotta in quantità molto variabili e comunque mai al di sopra dei 100-400 kg/ l’anno. Nel 2002, l’azienda Agrirape di Enna, fortemente motivata a recuperare la produzione di questo antico legume locale è riuscita a scovare qua e la nella provincia ennese appena 800 grammi di sementi per ristrutturare il reimpianto ed avviare un più degno collocamento sul mercato, quantomeno regionale!

La coltivazione è estremamente laboriosa e come nelle migliori salvaguardie dei prodotti in via di estinzione non mancano notevoli difficoltà burocratiche per implementare la filiera produttiva. Le tecniche colturali, oltretutto, sono svolte tutte manualmente, soprattutto a causa del portamento della pianta stessa, dallo stelo cortissimo e praticamente strisciante, quasi a contatto col terreno. Per questo motivo non è possibile meccanizzare la raccolta. di conseguenza anche tutte le operazioni che seguono la raccolta devono essere svolte necessariamente a mano o, quantomeno, con metodi che non ammettono proroghe all’antica tradizione contadina siciliana.

Da un punto di vista alimentare, la Nera di Enna è un legume che contiene rispetto alle normali lenticchie, una maggiore percentuale in proteine e fibra e un minore contenuto in grassi, pur conservando tutte le peculiarità gastronomiche che la rendono particolarmente duttile in molte preparazioni di cucina, come piatto principale (ad esempio zuppe) o in abbinamento a secondi di particolare pregio, siano essi di carne che di pesce; A margine, è certamente apprezzabile anche l’effetto visivo che concede questo prodotto, che se utilizzato con equilibrio può rappresentare un ottimo viatico per rendere un piatto visivamente più invitante.

Per maggiori informazioni, contattate l’azienda grazie alla quale mi è stato possibile parlarvi di questo prodotto davvero particolare ed interessante:
Azienda Agricola “Agrirape” di Manna Angelo
Corso Umberto 556 – 94013 Leonforte (En)
e-mail: info@agrirape.it Tel.: 0935 904862

Formaggi d’Italia, il Caciocavallo Podolico

9 gennaio 2010

Il caciocavallo è il simbolo di una tradizione casearia tipicamente meridionale. Nasce infatti da quella tecnica detta “a pasta filata” che soprattutto nel sud Italia si è sviluppata e messo a punto nei secoli, per garantire conservabilità e salubrità ai formaggi di latte vaccino. La cagliata, ottenuta mediante riscaldamento e coagulazione del latte, subisce una seconda cottura, sino a che diventa elastica e può essere così manipolata senza rompersi. Le mozzarelle, le scamorze, i provoloni e naturalmente i caciocavalli sono tutti formaggi ottenuti con questo specifico metodo di lavorazione.

Il Caciocavallo Podolico è un formaggio che si presta tranquillamente anche stagionature particolarmente prolungate, soprattutto con pezzature grandi (per esempio da 4 a 8 kg) le quali possono arrivare perfettamente integre anche a quattro, cinque anni di affinamento. In tal caso al gusto offrono una complessità straordinaria, una gamma di aromi che solo un latte di eccellenza come quello degli animali Podolici bradi può garantire.

E’ il classico prodotto che da solo rappresenta una portata unica, mai stucchevole e che conquista ad ogni morso, saporito, dal carattere inconfondibile e degno compagno di grandi vini. Qualcuno, nel servirlo, preferisce mitigarne la forza gustativa accompagnandolo a miele di castagno o di sulla, abbinamento che si può anche definire egregiamente equilibrato, ma che naturalemente rischia di non lasciare apprezzare al meglio la ricchezza organolettica di questo straordinario prodotto.

Il Caciocavallo Podolico è particolarmente pregiato e si produce con il latte di una razza specifica chiamata appunto, Podolica, ancora presente sull’appennino meridionale. Un tempo, questa era la razza dominante nel nostro paese, oggi, soprattutto dopo decenni di strenua ricerca di sovraproduzioni standardizzate ed allevamenti intensivi si è ridotta a circa 25.000 esemplari, divenendo un patrimonio da salvaguardare e le ragioni principali sono essenzialmente due: produce poco latte (anche se di straordinaria qualità) e, per la sua caratteristica rusticità, deve essere allevata allo stato brado o semibrado, mal prestandosi quindi ad uno sfruttamento intensivo.

© L’Arcante – riproduzione riservata

Maytag, the famous blue cheese from Iowa

29 dicembre 2009

Ci sono amici che ti porteresti dietro per tutta la vita, persone con le quali sai di poter condividere tutto dal mattino alla sera.

Sono quelle persone che magari ti capitano per caso nella tua vita, inaspettatamente, e che dal primo momento che ci entrano, non li faresti uscire più. Dalle prime parole che ci scambi, dalla prima bevuta assieme  ti fanno pensare positivo, ti fanno vedere la vita con un angolazione diversa, tanto diversa dalla tua quotidianità che pare sconvolgerla, ed invece è proprio quello di cui avevi bisogno per apprezzarla meglio. Sono questi Steven G. Mally e Tammy Bernice, il primo, ingegnere aeronautico originally made in Wichita (Kansas) e la seconda, from Colorado “with a crazy wine passion”, dal sangue autenticamente basilisco che non mente, generata dal papà Clyde, figlio di Gaetano (!), di chiare origini potentine, che a Denver in Colorado, caso della vita, produce vino dal 1996 nella sua azienda vitivinicola Spero winery di cui presto pubblicherò alcune schede (qui il loro Cabernet Franc) di degustazione di vini davvero sorprendenti. Ecco, io sono loro amico e li porto nel cuore.

Maytag è a Newton, Iowa. E’ una tradizionale Dairy Farm, che produce in proprio latte e formaggi sin dagli anni trenta, cercando sin da allora di dare costante vigore qualitativo alla già importante domanda del mercato caseario locale. Seguendo questi auspici si avviarono profonde e serie ricerche su come produrre un formaggio che potesse in qualche modo rappresentare una unicità assoluta sia localmente che successivamente a livello confederale. Nacque così, in collaborazione con l’università dell’Iowa State un percorso di attenta sperimentazione che portò nel 1941 alla nascita del Maytag Blue Cheese, divenuto poi, in pochissimi anni, il formaggio erborinato americano da latte vaccino più famoso al mondo.

Il Maytag è un formaggio a pasta più o meno semidura, a seconda della stagionatura, prodotto con latte vaccino e mediante una lavorazione esclusivamente manuale, attraverso fermentazione presamica e successivamente inoculato del penicillium roqueforti che in fase di affinamento, dai sei agli otto mesi minimo, sprigionerà le nobili muffe dell’erborinatura che gli conferiscono profumi ed aromi davvero unici ed irripetibili. L’ho scoperto proprio grazie a Steve e Tammy, e loro appena possono me ne mandano un po’ dagli states.

Un formaggio erborinato davvero particolare: le forme, di solito sui 500gr, vengono vendute preventivamente sezionate e confezionate sottovuto per ogni singolo spicchio, cosicchè da consentire un consumo lento senza intaccare la qualità complessiva della pezzatura; possiede e conserva tutta la fragranza e la sottigliezza del latte vaccino, caratterizzato da una grassezza importante ma non invadente, l’erborinatura è molto fine, aromatica ma non stucchevole. Da mangiare accompagnandolo con piccola frutta secca, pane cafone tostato e note dolci di miele di sulla, da abbinare a spumanti Metodo Classico mediamente maturi, meglio se prodotti da vini base da uve a bacca rossa vinificati in bianco o anche vini rossi leggeri vivaci e profumati del tipo Bonarda, Lambrusco ed il mitico ed inarrivabile Gragnano della penisola sorrentina.