Posts Tagged ‘food&beverage’

Quel che ho imparato, ancora una volta

30 ottobre 2020

Il mondo corre veloce, va avanti, tutto quello che ci gira intorno ci sembra inarrestabile, la società, le tecnologie, il lavoro tutto intorno a noi evolve e si trasforma continuamente. Non di meno chi lavora nel food&beverage sa molto bene cosa significa stare al passo coi tempi, chi sta in sala e in cucina, dietro a un banco, alla porta si nutre ogni giorno di nuove esperienze ed ha l’obbligo professionale di essere sempre all’altezza, per ciò non può restare fermo a guardare, perché altrimenti si resta indietro o peggio ancora, esclusi. La dimostrazione pratica è che c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, o qualche conoscenza da migliorare o aggiornare.

Ecco perché negli ultimi mesi ho ripreso a studiare forte, ho ripreso con ferma volontà tutto il percorso fatto sino ad oggi, riletto voracemente libri consumati nel tempo dalla passione, convinto di trovarvi dentro risposte ed insegnamenti preziosi; ho rispolverato vecchi appunti di viaggio e nuovi scritti, i diari, i manuali e gli standards, mi sono cimentato con eventi formativi, webinar, corsi on line, qualcuno anche parecchio impegnativo, diciamo capace di schiarire certe idee: si evolve, anzitutto per noi stessi, non solo perché capita, talvolta, di avere la sensazione di “quel qualcosa” che ci manca, ma perché serve competenza, oggi più che mai è necessario fare la differenza, quale che sia il ruolo nel mondo food&beverage.

Se c’è un insegnamento che emerge perentorio in questo momento storico così particolare, che ha sostanzialmente messo un po’ tutti in riga più o meno sulla stessa linea di partenza, in particolar modo in ambito professionale, è proprio che è la competenza a fare la differenza!

© L’Arcante – riproduzione riservata 

Un’occasione mancata, solo rimandata

19 marzo 2020

L’International Taste Institute¤ è il leader mondiale nella valutazione e certificazione di alimenti e bevande di consumo da parte di professionisti. L’istituto accompagna migliaia di aziende in tutto il mondo nel migliorare la qualità dei loro prodotti rilasciando la rinomata certificazione Superior Taste Award.

C’era anche Angelo Di Costanzo tra i professionisti invitati dall’International Taste Institute di Brussels per il raduno internazionale previsto questo fine marzo prossimo, un invito per la verità atteso da tempo a cui però non si è potuto dare seguito a causa dell’emergenza covid-19.

L’istituto, con sede a Brussels, può vantare una rete multiculturale di appassionati di cibo che lavora a stretto contatto con alcuni dei migliori Chef e Sommelier del mondo. Fondato nel 2005, il Taste Institute sta crescendo rapidamente e sono ormai innumerevoli le aziende alimentari provenienti da più di 100 paesi del mondo, delle più diverse categorie di alimenti e bevande, che scelgono di misurarsi con questa prestigiosa certificazione di qualità.

I prodotti sono testati da un nutrito gruppo di esperti del gusto e membri delle più prestigiose associazioni di chef e sommelier di tutto il mondo, sono infatti solo 200 i membri della giuria che vengono accuratamente selezionati in base alla loro preziosa esperienza nella degustazione sensoriale e al proprio curriculum vitae professionale. Stiamo parlando di esperti di Food&Beverage, competenti Sommelier e Chef di ristoranti prestigiosi con stelle Michelin provenienti da oltre 20 paesi del mondo tra cui la Spagna, la Francia, l’Italia, il Portogallo, il Belgio e i Paesi Bassi.

Angelo Di Costanzo è nato a Pozzuoli e vive nei Campi Flegrei. Il Sommelier puteolano, professionista dal 2001, vanta una lunga formazione professionale con una solida e qualificata esperienza maturata sul campo: è stato Miglior Sommelier della Campania nel 2008 e nello stesso anno ”Spilla d’argento” Charme Sommelier, più volte in concorso al Trofeo Miglior Sommelier d’Italia è stato per anni Head Sommelier del prestigioso Capri Palace Hotel&Spa¤. Eletto Sommelier Italiano dell’Anno per la Guida L’Espresso 2014¤, dal 2015 è Manager¤ e Wine Specialist presso San Gregorio Ristorazione, società del gruppo Feudi di San Gregorio. E’ membro della sezione campana di ASPI¤, la prestigiosa Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, con la quale è particolarmente attivo nelle attività di divulgazione professionale e formazione delle nuove leve di professionisti.

© L’Arcante – riproduzione riservata

Il Sommelier, tecnico professionista del vino

7 gennaio 2010

Il sommelier professionista è una figura professionale altamente qualificata che non può mancare nei ristoranti di alto livello, nelle enoteche e in genere in tutti quei locali dove si offre una qualità di food&beverage e servizi di categoria elevata. Si occupa innanzitutto di selezionare i vini, acquistando quelli che più ritiene più idonei da proporre ai clienti tenendo conto di diversi fattori decisivi: la qualità dell’ambiente in cui opera e la sua clientela, l’originalità e l’autenticità dei prodotti selezionati, e di questi ultimi, la loro bontà espressiva e possibile commercializzazione, l’interazione con la propria offerta di food, la profonda conoscenza del mercato e dei suoi andamenti; mai assoggettando in maniera autarchica le richieste dei clienti alle proprie fisse o ai soli fini della sterile vendita.

I vini prescelti, eventualmente con i distillati ed i vini speciali, vengono descritti in modo dettagliato sulla carta, che deve risultare chiara, articolata in maniera risoluta e di facile consultazione. Da evitare enciclopedie, peggio a volumi, e sfoggio di personalismi altamente (banalmente) didattici, quasi sempre indigesti ai fini di un giusto risultato e che spesso non fanno altro che complicare la vita (la giusta scelta) all’avventore di turno. Piuttosto pensare di aggiornarla continuamente o magari stupire il proprio cliente con proposte di vini fuori carta da raccomandare e raccontare in maniera appassionata e convincente.   

Tutto ciò necessita da parte del sommelier professionista una profonda ed articolata conoscenza del proprio lavoro e del mondo in cui opera, sia esso enologico che gastronomico. Questi ha basi di conoscenza enologica e merceologica di spessore, consolidate in anni di studio e specializzazione, in viaggi alla scoperta di realtà nuove ed avvincenti e confronti in aziende, fiere ed eventi; quindi, degusta continuativamente i vini ed è sempre costantemente aggiornato sulle novità di mercato, sia esso locale che internazionale, carpendo e magari anticipandone le tendenze.

Pertanto oltre a confrontarsi costantemente con gli altri reparti interni alla struttura dove opera, (cucina, bar ecc…) sia esso un ristorante, winebar, albergo, enoteca, deve saper gestire il settore beverage anche interagendo al meglio con gli input che gli arrivano dall’esterno, gestendo i rapporti con i produttori o suoi rappresentanti e con gli stessi professionisti del settore in cui opera (colleghi sommeliers, ristoratori, manager), in entrambi i casi la sua competenza deve essere tecnica, puntuale e precisa. Continua…

© L’Arcante – riproduzione riservata


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