Posts Tagged ‘sentore di tappo’

Ora basta!

3 ottobre 2012

Non v’è più ragione che tenga dopo l’ennesima – maledettissima – bottiglia “di tappo”. Ora basta! Non se ne può più. Lo dico da tempo e lo ribadisco oggi ancora una volta con maggiore fermezza: per certe bottiglie è arrivato il momento di passare alle chiusure alternative, il tappo a vite su tutte!

E i produttori di vino dovrebbero essere i primi ad incavolarsi; tanta fatica, tanto lavoro in vigna e in cantina buttati lì nel lavandino per cosa, per nulla. Ecco, sono proprio loro le prime vittime di una bottiglia che sa “di tappo”. Quest’anno poi per qualcuno, spiace solo pensarlo, è stato proprio un gioco al massacro. Insopportabile!

Certo loro che possono farci, si dice. Bene, io come sommelier ci metto la faccia lì davanti al tavolo; loro, in più di una occasione, ci rimettono la reputazione (e non solo al cospetto del cliente). Di quella etichetta ne posso tessere le lodi, magari ci ricamo su un sentimento di appartenenza, ne esalto quando posso le peculiarità, l’originalità, talvolta l’unicità del prodotto. Poi, l’irreparabile, la beffa, tutto pare svanire in uno stappo: corked! bouchonné! tappo!

Sono cose che capitano, si dirà, l’incidenza tra l’altro è di poco superiore al 2-3%. Beh, io non ci sto lo stesso! Invero mi sono proprio stufato di buttare all’aria tempi e servizio (più i soldi) per un tappo di sughero da niente. E dover rincorrere magari una “impasse” che rischia, come mi è capitato almeno due/tre volte solo quest’anno, di diventare “orrore” a causa di due bottiglie di seguito di tappo allo stesso tavolo. Vaglielo a spiegare a quello che voleva bere Cloudy Bay mentre tu gli hai promesso la visione della Madonna in vacanza in giro per la Costiera!

Ora basta! Fate qualcosa, facciamo qualcosa. Subito!

Lui, lei e il “tappo”, questo sconosciuto…

24 giugno 2012

Esterno sera, quel tavolo là in prima fila, per quattro. Si parla del più e del meno per rompere il ghiaccio, cose del tipo “come andata la giornata sull’isola?” oppure “avete già fatto un giro dell’isola?”. Poi arriva il momento di servirgli il vino…

“Dovete sapere che l’anno scorso siamo stati a cena in un ristorante importante ad Ischia”. Ci servirono un rosso, uno buono del 2003, di quelli toscani, ma sapeva brutto. Così ce ne servirono una seconda bottiglia, ma anche quella aveva un sapore strano, come di legno, di sughero. Sapete quando si dice che sa di tappo? Ecco, proprio quello”.

“Bene, lo facemmo subito notare e alla fine rinunciammo… e prendemmo un bianco locale d’Ischia. Del 2010. Quello sì che era buono! Poi venne il direttore dell’albergo assieme con il direttore di questo ristorante di Ischia: ci fecero tante scuse e ci dissero che effettivamente quell’annata aveva avuto dei problemi, che molti vini di quell’anno uscivano di tappo. Era l’annata che non era uscita bene secondo me. E loro ce lo confermarono. A volte capitano annate che i vini sanno quasi tutti di tappo.

“Scusate, Angelo, che annata è questo Taurasi che ci avete consigliato?”.

“Taurasi Riserva Radici, Signora, del 2003! Incrociamo le dita…”.

Stop al TCA, c’è un tappo contro il “sentore di tappo” anche per le migliori bollicine d’autore!

27 aprile 2012

Roba da non credere! E’ quasi un anno che volevo segnalarvi sta cosa, poi tra un post e l’altro mi era proprio sfuggita; fortuna ha voluto che mi sono nuovamente imbattuto in una delle bollicine che più mi piacciono…

Il tappo nella foto è quello di un Brut Rosé Collezione 2005 di Cavalleri, splendido Franciacorta da pinot nero e chardonnay di cui avrò tempo di raccontarvi. Ciò che mi ha subito incuriosito invece è quella guarnizione di gomma incastonata proprio al centro dell’ultima lamella di sughero, quella a contatto con il vino: funge praticamente da barriera contro la contaminazione da tricloroanisolo, quella sostanza cioè che conferisce al vino il cosiddetto “sentore di tappo”.

Il rischio naturalmente non è del tutto azzerato, ma l’azienda mi ha confermato che da quando vengono usate queste guarnizioni il fenomeno si è fortemente ridotto, soprattutto per quei prodotti – come le riserve – destinati solitamente ad elevazioni prolungate a contatto col sughero. Cavalleri lo ha sperimentato per la prima volta otto anni fa e lo ha adottato definitivamente su tutti i suoi “Collezione” a partire dal millesimo 2004 (in vendita dal 2009).

Per la cronaca, si tratta di un brevetto francese dell’azienda Barangé, utilizzato tra l’altro da oltre un decennio anche da note maison della Champagne.


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