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L’Arcante Wine Award® 2013 |Ecco i migliori assaggi del Sommelier dell’Anno

27 dicembre 2013

L'Arcante Wine Award 2013 - by A. Di Costanzo

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Torniamo come ogni anno a fare i conti con quanto di (più) buono è passato su questo blog. Inutile sottolineare che  diviene sempre più difficile, per fortuna. Prendeteli per quelli che sono, appunti in evidenza tra decine e decine di buoni consigli e belle persone. Cliccando su questo simbolo – ¤ – ci trovate di volta in volta un più ampio racconto.

Fiano di Avellino 2011 Rocca del Principe - Foto A. Di Costanzo

Miglior vino bianco. Fiano di Avellino 2011 Rocca del Principe¤. Un bianco che strappa applausi, per intensità e lunghezza di beva, più un rapporto qualità prezzo tra i più interessanti d’Italia. 

A. Adige La Rose de Manincor - foto A. Di Costanzo

Miglior vino rosato. La Rose de Manincor 2012¤. Un grande lavoro in vigna e tutta la maestria possibile in cantina per un rosè finemente cesellato e nelle corde di tutti gli appassionati della tipologia.  

Vino Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 1998 Fattoria del Cerro - foto L'Arcante

Miglior vino rosso. Vino Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 1998 Fattoria del Cerro¤Difficile reperirne ancora in giro ma se tanto mi da tanto viene davvero un piccolo capolavoro puntare su questo straordinario Nobile quale che sia l’annata. Un riferimento!

Franciacorta Collezione Grandi Cru 2007 Cavalleri

Miglior vino spumante. Franciacorta Collezione Grandi Cru 2007 Cavalleri¤. I grandi spumanti andrebbero commercializzati solo ed esclusivamente in magnum. L’idea mi piace, mi convince sempre più e ne traggo continuamente conferme. Eccezionale metodo classico italiano!

Moscato di Saracena 2011 Milirosu Masseria Falvo - foto A. Di Costanzo

Miglior vino dolce. Moscato di Saracena Milirosu 2011 Masseria Falvo 1727¤. Tra i primissimi assaggi dell’anno e subito scolpito nella memoria. Un grande bianco da meditazione.

Echezeaux Grand Cru 2011 Liger-Belair

Miglior vino straniero. Echezeaux Grand Cru 2011 Liger-Belair¤. Ti piace vincere facile? E perchè no se a fare scuola sono bottiglie del genere. C’è dentro tutta la magia evocativa della Grande Borgogna e del pinot noir in questa bottiglia.          

Manuela Piancastelli e Peppe Mancini di Terre del Principe

Cantina/Produttore dell’anno. Terre del Principe, Campania¤. Perchè quella di Manuela Piancastelli e Peppe  Mancini viene sempre dipinta come una favola eppure non c’è mai stata così tanta sostanza in un progetto vino come il loro. Bere i loro vini per credere, ci trovi dentro ad ogni sorso una profondità incredibile.

Giulio Ferrari 1995, particolare del Collezione - foto L'Arcante

Enologo dell’anno. Mauro Lunelli, Cantine Ferrari F.lli Lunelli¤. Poche persone ci avrebbero pensato a mettere da parte per così tanto tempo delle bottiglie per vedere cosa ne sarebbe uscito di lì a… 18 anni! Intuizione, coraggio, colpo di fortuna, non so, certo è che il Collezione ’95 è solo l’ultimo dei suoi capolavori, un colpo da maestro che lo consacra definitivamente alla storia enologica italiana. E alla nostra memoria.

Angelo Di Costanzo, Sommelier dell’Anno¤.

Franciacorta Collezione Grandi Cru ’07 Cavalleri

24 agosto 2013

Parlando di Franciacorta credo indispensabile cominciare a parlare un po’ più anche di uve, vigne, uomini e specificità dei vini anziché quasi esclusivamente di un marchio e di quanto questi riesca nel ‘garantire’ qualità a prescindere.

Franciacorta Collezione Grandi Cru 2007 Cavalleri

In giro c’è sempre più Franciacorta¤, a dispetto del blasone e del successo dei grandi competitors internazionali – Champagne su tutti -, ma non si può non rilevare quanto ancora ci sia da fare da quelle parti per rendere a pieno l’idea di cosa si sta parlando quando si racconta un loro vino.

Certo che aziende di qualità non mancano ad agevolarti il compito; famiglie come i Zanella o i Moretti ad esempio, o prima ancora i Berlucchi e i Ziliani hanno contribuito e contribuiscono non poco ad alzare l’asticella. Così oggi marchi come Ca’ del Bosco¤, Bellavista¤, Fratelli e Guido Berlucchi piuttosto che Uberti e Cavalleri¤, giusto per citarne i primi che mi vengono in mente, fanno da traino a tutto il comparto e sono indiscutibilmente sinonimo di eccellenza.

Molti di questi fanno capo a quella schiera di imprenditori sbarcati in Franciacorta a metà anni ’70 per fare impresa in cerca di vigneti nuovi o da rimodernare; avevano idee molto chiare, ispirate ma soprattutto mezzi a sufficienza per partire ed affermarsi. E per fare questo chiamarono sin da subito enologi e specialisti del settore capaci di valorizzare quello che sino ad allora era un buon prodotto, il Pinot di Franciacorta, nato da una sana tradizione ma certamente migliorabile. Proprio in quegli anni lo chardonnay si affrancò dal pinot bianco divenendo ben presto egemone.

Un gran lavoro che nel Collezione Grandi Cru 2007 della famiglia Cavalleri ci sta tutto. Fosse coperto, servito così alla cieca dico, la mente andrebbe immediatamente da qualche parte là in Cote des Blancs. Provate a farlo, e a smentirmi. Non so se è un vezzo o un vanto ma di certo tra i tanti francesismi in giro il continuo riferimento che questa azienda fa con le sue cuvée alla patria degli Champagne non mi pare affatto azzardato: bottiglie alla mano ci vuole poco o niente a confondersi, a riconoscerne tutta la bontà espressiva. E questa etichetta – cercatela, provatela, non ve ne pentirete! -, saprà spiegarsi meglio di tante note colorite cui possa fare ricorso io oggi nel segnalarvelo. E’ buono, buono, buono!

credits http://www.franciacorta.net

Stop al TCA, c’è un tappo contro il “sentore di tappo” anche per le migliori bollicine d’autore!

27 aprile 2012

Roba da non credere! E’ quasi un anno che volevo segnalarvi sta cosa, poi tra un post e l’altro mi era proprio sfuggita; fortuna ha voluto che mi sono nuovamente imbattuto in una delle bollicine che più mi piacciono…

Il tappo nella foto è quello di un Brut Rosé Collezione 2005 di Cavalleri, splendido Franciacorta da pinot nero e chardonnay di cui avrò tempo di raccontarvi. Ciò che mi ha subito incuriosito invece è quella guarnizione di gomma incastonata proprio al centro dell’ultima lamella di sughero, quella a contatto con il vino: funge praticamente da barriera contro la contaminazione da tricloroanisolo, quella sostanza cioè che conferisce al vino il cosiddetto “sentore di tappo”.

Il rischio naturalmente non è del tutto azzerato, ma l’azienda mi ha confermato che da quando vengono usate queste guarnizioni il fenomeno si è fortemente ridotto, soprattutto per quei prodotti – come le riserve – destinati solitamente ad elevazioni prolungate a contatto col sughero. Cavalleri lo ha sperimentato per la prima volta otto anni fa e lo ha adottato definitivamente su tutti i suoi “Collezione” a partire dal millesimo 2004 (in vendita dal 2009).

Per la cronaca, si tratta di un brevetto francese dell’azienda Barangé, utilizzato tra l’altro da oltre un decennio anche da note maison della Champagne.


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