di Gerardo Vernazzaro, enologo e viticoltore a Cantine Astroni.
Personalmente ritengo che per questo 2010 ci sono tutte le condizioni affinchè sia un’ottima annata: abbiamo avuto una primavera piovosa, quindi c’è stata una buona idratazione del terreno senza avere ristagno idrico, e grazie alla particolare conformazione dei suoli flegrei (sabbia e limo, terreni sciolti) anche durante i mesi di giugno e luglio abbiamo avuta acqua benefica, infatti mai come quest’anno in vigna si possono osservare delle bellissime pareti fogliari estese, attive e verdeggianti; Ovviamente chi non ha lavorato bene in campagna ha avuto problemi di peronospora e come ho avuto modo di registrare, anche leggeri attacchi di oidio, in modo particolare a danno della falanghina, inoltre abbiamo avuto un mese di agosto fantastico, dove la pioggia è stata praticamente assente fatto salvo un paio di temporali, e le temperature non elevatissime, pertanto in vigna le piante hanno lavorato bene e non si sono bloccate – come spesso accade – per l’eccesso di calore; Di notevole importanza il fattore escursioni termiche, che di media, nelle nostre zone, si assestano sugli 8-10°c mentre durante questo agosto 2010 abbiamo avuto escursioni termiche importanti, che hanno talvolta superato i 14°-15°c tra giorno e notte, aspetto questo fondamentale per la sintesi dei precursori aromatici dei bianchi nonchè degli antociani per le varietà a bacca rossa, nel nostro caso, il piedirosso; Quindi le uve sono arrivate a luglio belle turgide, nutrite ed hanno affrontato il mese di agosto senza alcun problema di disidratazione.
Con questi presupposti sicuramente questa annata potrà essere considerata superiore alla precedente 2009, e tutto fa presagire che ne verranno fuori degli ottimi vini, ovviamente però adesso tutto dipenderà dai prossimi 40 giorni, considerando che c’è un ritardo medio, sulla previsione di raccolta, di circa 10 giorni, ma più che di ritardo si può parlare di ritorno alle epoche vendemmiali del passato, quindi dovendo aspettare qualche giorno in più è fondamentale che il tempo ci assista per i prossimi 30-40 giorni. La produzione, come già ampiamente preannuciato dai media registrerà un 7-10% in piu’ rispetto alle passate raccolte, crescita questa dettata soprattutto dalla buona idratazione dei grappoli: mi sento di dire che chi ha lavorato di fino e contenuto le rese, con un pò di diradamento effettuato nei tempi e nelle modalità giuste, si ritroverà tra le mani una materia prima di grandissimo potenziale. In linea di massima a Cantina Astroni prevediamo di raccogliere la falanghina sin dai primi giorni di ottobre con il termine stimato entro il 10, più o meno. Con il piedirosso vorremo arrivare al 25 ottobre per iniziare la raccolta, e finire ai primi di novembre, un’epoca, come testè scritto, sicuramente molto avanti rispetto alle precedenti esperienze.
A questo punto ho chiesto a Gerardo, avendo questi presupposti in vigna – e lasciandogli un po di spazio di palese pubblicità 🙂 – cosa si prefigge di fare in cantina per offrire poi la possibilità, a chi si avvicina ai suoi vini, di ricercare in essi quel benedetto “territorio” di cui tutti, noi compresi, parliamo con tanto desiderio di incontrarlo ad ogni bevuta…
La Falanghina. In merito ai cru, credo che le uve prodotte sul cratere degli Astroni siano quest’anno veramente belle e quindi spero di ottenere una grande falanghina Strione 2010, lasciando però macerare il mosto qualche giorno in meno rispetto al passato; Gia’ con il 2009 infatti mi sono fermato con la macerazione a metà fermentazione alcolica, e credo con questo di aver già trovato un buon compromesso tra struttura, freschezza e mineralità, ma visto il potenziale di questa annata ho ragione di aspettarmi una qualche potenzialità in più, ecco perchè mentre scrivo incrocio le dita!
Il Piedirosso. Lo stesso sarà anche per i 10-12 quintali di piedirosso che verranno dalla piana più alta del cratere, dove lo scorso anno ho iniziato a vinificare a parte con belle promesse, solo che l’annata non è stata sufficientemente buona per esprimere il vino che vorrei, sono convinto però di aver individuato la via giusta da seguire, con una attenta sgranellatura manuale, decantazioni e travasi senza ausilio di pompe meccaniche, eseguendo la vinificazione in tini troncoconici aperti per conferire al mosto un’ ossigenazione importante, insomma la giusta delicatezza che si deve al vitigno, un cavallo sbizzarrito che non può essere trattato con agressività, ma bensì con dolcezza e delicatezza, solo così lo possiamo addomesticare e cavalcare. Credo molto nel piedirosso e la sfida di tutti noi produttori flegrei deve essere la sua riqualificazione sia nel vigneto che in cantina, perchè è un vitigno straordinario ed unico e a differenza della falanghina, che negli anni ha trovato un buono adattamento ovunque in Campania, è proprio qui nei Campi Flegrei che esprime le sue caratteristiche più tipiche, freschezza ed eleganza.
Qui il precedente post sulla vendemmia 2010 in Campania con le preziose indicazioni di Fortunato Sebastiano e Massimo Di Renzo.
Qui il polso della provincia di Caserta, Gennaro Reale su le Terre del Volturno e Roccamonfina.
Qui le impressioni dei vignerons Antonio Papa e Tony Rossetti che ci presentano il millesimo nella terra dell’Ager Falernus.