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Pozzuoli, il 23 settembre a l’Abraxas

10 settembre 2015

Al Fuoco Bistrò¤ dell’Abraxas¤ mercoledì 23 settembre ‘I miei quattro vini del cuore’. Che a dirla tutta è assai difficile se non impossibile ‘chiudere’ in soli 4 vini la passione di 20 anni di lavoro, ecco perchè proveremo invece a raccontare quattro tappe fondamentali che hanno segnato questo percorso professionale.

Angelo Di Costanzo - courtesy of Karen Philips

Gli anni ’90, ovvero l’onda pop¤Ovvero, quando da sguattero mi ritiravo a casa e mamma’ si rammaricava perchè tenevo le mani tutte piene di piaghe e mi intimava di non tornare al lavoro.

Febbraio ’96, Sogni di rock ‘n’ roll¤. Quando ho trovato finalmente un buon lavoro. Dove, per la prima volta, ho messo sul braccio sino a 5 piatti e contando gli altri due che tiravo su con l’altra mano, riuscivo ad uscire tutto l’antipasto della casa in un solo viaggio.

1 Ottobre 2002, Mare Nostrum¤. Da poco più di un anno circolava l’euro, in molti ancora non ci capivano una mazza e tanto per cambiare aleggiava nell’aria una crisi di lì a poco inarrestabile. Che culo! Noi frattanto alzavamo la serranda, alle 18.05. Benvenuta L’Arcante! All’inaugurazione oltre 300 persone, ndr.

Maggio 2009, Over the top!¤. Arrivo a Capri, ero il nuovo sommelier, l’altro sommelier del Capri Palace Hotel, in punta di piedi ma con molte aspettative, la voglia di capire, imparare, crescere, affermarmi.

Dicembre 2014, Punto e a capo!¤ ‘Al responsabile della cantina di ristorante che nel corso dell’anno si è distinto per competenza e professionalità’. Il Sommelier dell’anno 2014¤ è Angelo Di Costanzo.

I vini del cuore? E’ tutto pronto, basterà stapparli e berci su!

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Informazioni e prenotazioni:

Fuoco Bistrò dell’Osteria Abraxas

Via Scalandrone 15, Pozzuoli (NA)

Tel. 081 8549347

Cell. 366 6868795

© L’Arcante – riproduzione riservata

Pozzuoli, il 31 agosto all’Osteria Abraxas si inaugura il Fuoco Bistrò

7 agosto 2015

Scrive Nando Salemme: ‘Ritorna all’Osteria Abraxas il vecchio wine bar, sotto una nuova forma aggiornata con l’esperienza maturata in tutti questi anni di pellegrinaggi in giro per l’Europa’.

Abraxas, Fuoco Bistrò foto abraxas.it

Un nuovo corner dove poter degustare sfizi preparati nel forno a legna, primi e secondi piatti, una ricca selezione di formaggi, salumi, prosciutti e tanti vini al bicchiere. Un angolo dedicato a chi non ha tanta fame, ma non vuole rinunciare al buono. Lunedi 31 agosto c’è l’inaugurazione con lo chef Tommaso Di Meo e la presentazione di 3 piatti nuovi. E a Settembre un fitto calendario di appuntamenti:

Mercoledì 02/09: Giuseppe Fortunato, vigneron dei Campi Flegrei (Azienda Contrada Salandra) presenterà le anteprime dei suoi nuovi Piedirosso 2012, Piedirosso 2011 riserva e Falanghina 2013.

Venerdì 04/09: I miei quattro vini del cuore. Il Sommelier e delegato AIS Tommaso Luongo racconterà quattro dei suoi vini più significativi che hanno segnato il suo percorso professionale.

Lunedì 07/09: Finalmente LA PIZZAAAAA!. Quattro pizze col maestro pizzaiolo Franco Pepe.

Mercoledì 09/09: Mario Avallone al Fuoco Bistrò.

Giovedì 10/09: Cristoforo ed Enrico, agricoltori del mare. Storie ed assaggi della cozza dei Campi Flegrei.

Mercoledì 16/09: Le charqutier Salvatore Cautero al Fuoco Bistrò.

Venerdi 18/09: La sala in cucina. Il maitre Agostino Cacace interpreterà il Fuoco Bistrò.

Mercoledi 23/09: I miei quattro vini del cuore. Angelo Di Costanzo, Sommelier, racconterà quattro dei suoi vini più significativi che hanno segnato il suo percorso professionale.

Giovedì 24/09: Armando Castagno e la sua Borgogna.

Venerdì 25/09: Agrigenus, Pomodoro San Marzano DOP. Ciccio Pirolo presenterà i suoi tre nuovi pomodori dell’annata 2015.

Lunedì 28/09: L’enologo al Fuoco Bistrò. Gerardo Vernazzaro racconterà quattro dei suoi vini più significativi che hanno segnato il suo percorso professionale.

Mercoledì 30/09: Le papaccelle del Presidio Slow Food e i prodotti freschi di Enzo Egizio.

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Abraxas Osteria

Via Scalandrone n° 15 – Pozzuoli – Lucrino (Na)

Tel. 081 8549347

Cell. 339 2236700

Chiusura settimanale: Martedì

Sabato: Aperti a pranzo e cena

Domenica: Aperti solo a pranzo

mail info@abraxasosteria.it

© L’Arcante – riproduzione riservata

L’amicizia che conta

6 novembre 2013

Ca' del Bosco per Angelo Di Costanzo foto L'Arcante

L’Amicizia, quella con la A in maiuscolo conta e come. Grazie ragazzi!

Photogallery¤

Intervallo. La Festa del Clan

29 dicembre 2012

La Festa del Clan

Falanghina dei Campi Flegrei, prospettive

16 dicembre 2011

L’iniziativa era di quelle mai riuscite prima: organizzare il più completo panel di degustazione dei vini doc Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei insistenti sul territorio; devo dire che l’idea è piaciuta subito a molti, tanto da avere la conferma di sicura partecipazione da quasi tutti quanti i produttori, che ringrazio anzitutto per avermi dato ascolto, concesso quei pochi minuti del loro prezioso tempo; tuttavia, ne sono certo, questo momento verrà apprezzato anche da chi poi alla fine, per un motivo o per un’altro, il vino non ce l’ha più mandato.

Certo è che certe cose aiutano parecchio a crescere e capire, ovvero comprendere meglio un territorio tanto ricco da un punto di vista vitivinicolo quanto frammentato e misconosciuto. Una frammentazione da cogliere anzitutto come varia eterogeneità espressiva, con tutti i pro e i contro di una tale connotazione;  e che durante gli assaggi si è manifestata palesemente, e non tanto, o non solo, per le evidenti diversità territoriali dove i produttori si muovono – ricorrendo molti di questi di solito ad assemblaggi di vini da più vigne spesso dislocate anche su comuni diversi -, quanto per l’idea e la capacità interpretativa, non sempre riuscita, va detto, che tende però a distinguere comunque ognuno di loro: mi riferisco per esempio alla conoscenza – leggi dedizione, studio, soprattutto storico-comportamentale – dei due varietali flegrei, del vigneto e delle vigne che conducono, ma anche elementi apparentemente più alla portata come saper leggere attentamente una vendemmia o perseguire un know-how efficace in cantina capace quantomeno di ridurre i margini “d’errore”, quando non addirittura farti fare il famoso salto di qualità.

Insomma, ci siamo ritrovati dinanzi a vini con tanti buoni spunti di riflessione su cui costruire prospettive assai incoraggianti ma anche alcuni con evidenti limiti, sia a riguardo della Falanghina, di cui leggete oggi, quanto più col Piedirosso, la “brutta bestia” di cui però leggerete tra qualche giorno. C’è da fare ancora tanta strada, è indubbio, però per favore credeteci, credeteci, credeteci. E non vi nascondete!

Un paio di precisazioni: abbiamo preso in esame esclusivamente i vini* fregiati con la doc, anzitutto dell’annata 2010 e ove non possibile (per chi ancora non è “uscito” con questo millesimo) il 2009 e il 2008. Infine, la sequenza qui proposta non è in alcun modo una classifica di merito.

Campi Flegrei Falanghina Mare Chiaro 2010 Azienda Agricola Varriale – Napoli. Bel paglierino vivace, primo naso caratterizzato da un lieve attacco di solforosa che però va via quasi subito per lasciare spazio a gradevoli note floreali e fruttate. Abbastanza varietale, meriterebbe un po’ più di attenzione. In bocca è secco, appena vivace, di estrema bevibilità e piuttosto sapido.

Campi Flegrei Falanghina Colle Imperatrice 2010 Cantine Astroni – Napoli. Colore paglierino abbastanza carico, naso inizialmente salmastro, poi man mano meglio pronunciato su piacevoli sentori floreali di camomilla e nitida albicocca. Al  palato offre un sorso teso e minerale, non lunghissimo ma assai rinfrancante.

Campi Flegrei Falanghina Sintema 2010 Cantine Babbo – Pozzuoli. Paglierino tenue, il naso rimane un tantino monocorde ma estremamente pulito e fine su gradevoli note erbacee e floreali. Sorso asciutto e leggero, molto gradevole. In crescita.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Cantine del Mare – Monte di Procida.  Con sommo dispiacere entrambe le bottiglie consegnateci per la degustazione hanno evidenziato un avanzato stato di maderizzazione, impossibile quindi esprimere giudizi; un gran peccato poiché proprio poche settimane fa mi aveva personalmente conquistato. Da ritornarci subito su.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Cantine Farro – Bacoli. Paglierino tenue, naso estremamente pulito e varietale (gelsomino, mela, pera). Al palato è sobrio, infonde sottile mineralità ad ogni sorso.

Campi Flegrei Falanghina Le Cigliate 2010 Cantine Farro – Bacoli. Anche qui il colore non fa una grinza, paglierino tenue e cristallino. Al naso sentori di nespola, mela e macchia mediterranea, fini ed eleganti con una certa insistenza. In bocca è secco, in perfetta sintonia evolutiva e di estremo equilibrio gustativo. Sul finale di bocca, un gradevole ritorno balsamico.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Carpunto Vini – Quarto. Paglierino ben fissato, naso inizialmente scomposto, appare sovramaturo e con un certa insistenza di mela cotta. In bocca si esprime meglio, lineare e godibile con un buon finale sapido.

Campi Flegrei Falanghina Collina Viticella 2010 Carpunto Vini – Quarto. Dei due un passo avanti: colore paglierino netto, con un naso sicuramente più riconoscibile e invitante, che vira ad un certo punto su lievi sentori speziati. Il ricordo personale è di un vino affinato in solo acciaio e bottiglia, che sia cambiato qualcosa nel frattempo? Sorso asciutto e di buona intensità pur se non particolarmente persistente.

Campi Flegrei Falanghina 2009 Contrada Salandra – Pozzuoli. Colore paglierino di buona intensità, primo naso subito salmastro, poi si apre su gradevoli sentori floreali e fruttati, lievemente balsamico. Palato asciutto, mostra però una certa spalla alcolica che ne accentua certo la densità gustativa affaticandone però la beva.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Grotta del Sole – Quarto. Colore paglierino tenue, naso anzitutto minerale, quasi pungente, caratteristica questa particolarmente accentuata soprattutto sullo slancio iniziale. Poi gradevoli nuances erbacee e di macchia mediterranea. Sorso asciutto e risoluto.

Campi Flegrei Falanghina Coste di Cuma 2010 Grotta del Sole – Quarto. Colore paglierino con ancora sfumature verdoline; Offre un primo naso di estrema finezza balsamica, poi concede una dolcissima sciorinata di frutta, di pesca bianca, nespola e pera anzitutto, e sentori di macchia mediterranea. Sorso assai fresco, quasi citrino sull’attacco gustativo ma che recupera con un finale di bocca gradevolmente sapido. In rampa di lancio.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Le Cantine dell’Averno – Pozzuoli. Colore paglierino, primo naso subito acconciato su sentori varietali, poi nel tempo concede sfumature di camomilla e pera matura. In bocca è asciutto e minerale con un finale rotondo e decisamente sapido.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Il IV Miglio – Quarto. Paglierino carico, naso subito maturo, sentori di frutta a polpa gialla, pesca e albicocca. Sul finire un ritorno dolce di miele di millefiori. Al palato è asciutto, infonde buona tensione gustativa per tutta la bevuta. Sul finale di bocca un ritorno appena troppo caldo.

Campi Flegrei Falanghina Macchia bianco 2007 Il IV Miglio – Quarto. Colore oro, naso buccioso e intriso di note balsamiche e lievemente speziate, di zenzero. Sorso ancora integro pur se risoluto, espressivo di una certa idea di falanghina dei Campi Flegrei non trascurabile. Un fuoriprogramma ben gradito da raccontare ancora.

Campi Flegrei Falanghina Grande Farnia 2010  Azienda Agr. Montespina/Antonio Iovino – Pozzuoli. Paglierino, primo naso quasi fugace, poi ritorna prorompente e vulcanico con un timbro decisamente minerale, con nitidi richiami sulfurei e pomice. Sorso incalzante ma ben bilanciato. Chiude morbido.

Campi Flegrei Falanghina 2010 La Sibilla – Bacoli. Paglierino tenue, naso inizialmente scomposto, improntato su note dolci un tantino invadenti, di bon bon; lentamente poi riecheggiano note balsamiche e mela a sostenerne discrezione e finezza. Al palato è secco, di buona intensità anche se breve.

Campi Flegrei Falanghina CrunadeLago 2009 La Sibilla – Bacoli. Uno dei più riconoscibili e riconosciuti in batteria; quasi un must ormai. Colore paglierino carico, primo naso quasi empireumatico, ricco di sfumature: latte di mandorla, pietra focaia, burro. Poi si ricompone su note più tradizionali, mantenendo però vivo il ricordo minerale che insiste anche al palato dove regala un sorso teso e di spessore con un finale lungo e balsamico.

Campi Flegrei Falanghina 2010 Tenute Matilde Zasso – Pozzuoli. Paglierino tenue con un naso integro e pulito. Non offre grandi spunti ma corrisponde sentori erbacei e fruttati di mela a un sorso fresco e gradevolmente sapido.

Campi Flegrei Falanghina Agnanum 2010  Viticoltore Moccia/Agnanum – Napoli. Paglierino carico, primo naso intrigante, maturo e abbastanza intenso con una netta insistenza fruttata e balsamica, albicocca e aghi di pino. Sorso asciutto, rustico ma fitto e convincente. A tratti sferza il palato con una beva vivace e di buon carattere.

Campi Flegrei Falanghina Vigna del Pino 2009 Viticoltore Moccia/Agnanum – Napoli. Paglierino con bella vivacità. Naso elegante e ficcante, tanta materia, che lentamente si va svestendo dell’incidenza del legno e offre nitidi sentori di macchia mediterranea e albicocca matura. Al palato è di buona intensità, con un finale di bocca parecchio persistente.

Considerazioni, di Giulia Cannada Bartoli. Operazioni di questo genere, ossia una valutazione praticamente esaustiva del panorama della doc Falanghina Campi Flegrei, dovrebbero svolgersi annualmente per monitorare la direzione intrapresa dai produttori e verificare se la stessa si mantenga sempre coerente con il territorio.

Il risultato emerso dalla degustazione di venti campioni tra vini base e cru,  se, da un lato, ci ha lasciati convinti, dall’altro, complice la difficile annata 2010 e l’ansia del mercato, ci ha indotti a considerazioni relative alla maturità commerciale del comparto che, negli ultimi anni, è cresciuto in maniera notevole, soprattutto con riferimento alle piccole aziende, quasi sempre a conduzione familiare, dove, eccetto alcuni casi,  il reddito agricolo è secondario rispetto ad altre attività professionali.

La fretta imposta dal mercato e da certa ristorazione,  spesso induce i produttori, poco abituati alle logiche moderne del mercato globale, a vinificare in fretta, qualche volta trascurando le esigenze e le caratteristiche  delle vigne che insistono su un’area complessiva di circa 150 ettari iscritti alla doc. Parliamo, come detto sopra, di un territorio estremamente parcellizzato, ma ricchissimo in quanto a biodiversità, è questo il patrimonio da esaltare. Ciò che emerge è un buon livello medio di qualità della materia, purtroppo, non sempre sostenuto, esclusi i casi di aziende leader, da una maggiore concentrazione rispetto alla gestione delle vigne e della cantina e da una realistica analisi del mercato.

Le potenzialità del territorio sono enormi, il numero di aziende permette senz’altro lo sviluppo di una coesione nutrita da forte spirito associativo, che, se da un lato sta muovendo i primissimi passi con il Consorzio di Tutela e Le Strade del Vino, dall’altro, soffre del congenito individualismo dei viticoltori campani. La Falanghina dei Campi Flegrei ha, potenzialmente, le carte in regola, per assumere il ruolo di testimonial trainante dell’intero territorio, intersecandosi con le  realtà produttive del turismo, della ristorazione e dell’accoglienza: in poche parole bisogna lavorare tutti insieme affinchè si possa finalmente affermare: “Falanghina = Campi Flegrei”, ovvero storia, tradizione, cultura e costante innovazione. 

* tutti i vini sono stati aperti per tempo, serviti alle corrette temperature di servizio e alla cieca, in batterie da 6 assaggi alla fine di ognuna delle quali si è avuto un confronto prima di svelarli. Con il sottoscritto, hanno partecipato al panel Giulia Cannada Bartoli, giornalista free-lance e sommelier, Michela Guadagno, sommelier, Tommaso Luongo, delegato Ais Napoli, Nando Salemme, ristoratore e sommelier professionista.

© 2011 L’Arcante, esce anche su www.lucianopignataro.it.

Montalcino, Amici di Bevute a caccia di Brunello

21 gennaio 2011

Amici di Bevute

professional

24 – 25 – 26 Gennaio

a Montalcino a caccia di forti emozioni 

Ma perchè? Come? Dove? Provate allora a chiedere a Nando Salemme quanto sia duro mantenere una così costante crescita qualitativa nella sua Osteria (non a caso con la “O” maiuscola) in un momento di crisi così forte ed implacabile; oppure, andate a domandare a Roberto Adduono quanto risulti difficile mantenere accese le luci su un palcoscenico come quello dove si muove quotidianamente dovendo, oltre a far stropicciare gli occhi ai suoi ospiti, far quadrare i conti a fine stagione. Pensate solo per un attimo a quanta passione, quanto amore, quanto sacrificio ci vuole in tutto quello che facciamo per voi ed avrete ottenuto tutte le risposte che desiderate. Credeteci, è dura la vita del sommelier, catapultata ogni giorno alla continua ricerca del suo santo Graal! 🙂 

Lunedì 24 Gennaio

ore 10,30 – Biondi Santi

ore 16,00 – Casanova di Neri

Martedì 25 Gennaio

ore 10,00 – Pian dell’Orino

ore 16,00 – Soldera Case Basse

Mercoledì 26 Gennaio

ore 10,00 – Podere San Lorenzo

ore 16,00 – Il Paradiso di Manfredi

Comucare il vino, con tutto l’amore possibile! Così si può.

Pozzuoli, metti una sera di luglio a cena…

8 luglio 2010

E’ accaduto ieri sera, e qualche tempo prima, un saluto accorato ci ha legati ad una promessa, di ripeterlo tra qualche giorno, e poi ancora dopo l’estate, ma non vi nascondo che c’è un altissima probabilità che ciò continui all’infinito, non un appuntamento fisso – le agende servono a poco quando a scriverle è chi ha solo l’interesse a riempirle quanto più gli è possibile – ma cadenzato dalle opportunità del momento, dal piacere di stare assieme.

E’ accaduto ieri sera, dicevo: c’era l’aria giusta, leggera, a dirla tutta anche un po frescolina, il buon umore si respirava a grasse boccate tanto che il nostro ritardo è passato (quasi) inosservato; le facce, belle seppur per niente abbronzate (!) non avevano fretta di sorridere, ma ne avrebbero colto l’occasione appena arrivato il momento del saluto. Le strette di mano? Solo il primo approccio a baci e abbracci appiccicosi: come si sa può sempre capitare di ritrovarsi a cena senza conoscersi tutti, e pur consapevole che ciò non sempre è una scelta vincente, il piacere di stare assieme, quello puro, per rimanere indelebile, pare rafforzarsi nella lieve attesa, con l’inaspettato incontro ravvicinato con “l’altro tipo”.

E’ bastato un sms, di poche righe, inviato quasi per gioco: “oh, ci vediamo mercoledì, alle nove. Porta una paio di bottiglie di Pinot Nero, celate, mi raccomando”.

Così nasce tutto, così è stato, è accaduto che ci siamo riuniti intorno ad un tavolo, nella casa di Nando e Wanna, come stare a casa propria: abbiamo mangiato purezza e semplicità, chiacchierato a lungo, (s)parlato quel poco che basta, sorriso moltissimo. Ah, quasi dimenticavo, abbiamo bevuto molto bene!

P.S.: giammai accettare ancora Sauvignon da Gerardo Vernazzaro 😉

Pozzuoli, Osteria Abraxas

7 dicembre 2009

Nando Salemme è un caro amico, un ragazzone che a guardarlo bene ogni giorno va assomigliando più ad un intellettuale rivoluzionario degli anni settanta piuttosto che ad un giovanotto mio coetaneo di questi tempi. Ci lega un legame d’amicizia sincero, appena possiamo ci cerchiamo, ci riuniamo, ci confrontiamo per dare sostegno alle idee, agli ideali, alle intuizioni.

Pozzuoli, Abraxas. L'ingresso di una volta.

Abbiamo iniziato i nostri progetti paralleli (che però spessissimo si sono incrociati) diversi anni orsono, io con Lilly a L’Arcante e lui con la moglie Vanna al Wine Bar, con gli anni divenuta una delle poche Osterie sul territorio meritevoli di questo nome; un po’ per seguire un sogno, un po’ per liberarsi dai quei freni inibitori che spesso hanno caratterizzato la ristorazione flegrea con personaggi “vecchi” ed atavici assertori dell’ovvio, spesso sconfortando il talento di molte delle giovani leve.

Veniamo al dunque: l’Abraxas è situato in un luogo da cartolina, incastonato nella collina che sovrasta il Lago Fusaro da un lato, il lago d’Averno dall’altro, lungo via Scalandrone, spartiacque naturale tra i comuni di Pozzuoli e Bacoli.

Il locale è completamente rivestito di pietre di tufo incastonate a mò di reticolatum con sovrapposizione di mattoni e capitelli stile romano; le tre sale sono disposte una al piano terra, piccola, calda, che guarda a vista il banco dei formaggi e salumi mentre su per le scale c’è l’altra sala, con la fornitissima cantina a vista ed un piccolo dehor che in estate diviene un accogliente gazebo che si apre sul bellissimo giardino, curato (con che fatica!!), ricco di fiori e piccoli ceppi di vite falanghina sparsi qua e là che s’inerpicano su per il tetto.

Pozzuoli, Abraxas. Panorama.

La cucina è affidata nelle mani sapienti del giovane chef  Tommasino Di Meo, ma Nando è sempre lì a supervisionare, non ama interferire, ma le mani in pasta significano tanto per lui: le verdure, le carni, gli ortaggi, le conserve, le paste e molti altri prodotti sono tutti tracciabili e soprattutto hanno tutti una faccia, un nome e cognome: qui nulla è scontato.

Il menu non è ampissimo, ma la proposta è convincente ed adeguata al locale e poi l’intelligenza di non strafare gli sta concedendo tempo e modo di una crescita che negli ultimi dieci anni è stata concessa solo a pochi qui nei Campi Flegrei, del resto non è assolutamente vero che la cucina flegrea è scontata, quasi sempre lo sono gli interpreti! Piccoli assaggi di una superlativa verza con salsicce e castagne, morbide crepes con fonduta di formaggio e crema di noci, la parmigiana di patate, il tortino con bieta e formaggio, la polenta con salsiccia e provolone del Monaco.

Anche i primi piatti sono ricchi, saporiti, presentati bene: fiocchetti di pasta fresca con zucca e noci, tortino di riso con carne e funghi, gnocchi con crema di cavoli e finocchio. Ampia e curata la proposta dei secondi di carne, coniglio in porchetta, filetto di maiale con battuto alle erbe, entrecote di angus alla brace, poi ancora in carta la selezione di formaggi variamente assortita che non delude mai. Anche i dolci sono fatti in casa: abbiamo gustato un delicatissimo flan al cioccolato. Spesso si ospitano serate a tema con le varie associazioni presenti sul territorio, diverse con Slow Food ma anche con piccoli e grandi produttori di vino; il conto non supera quasi mai i 35 euro vini esclusi.

Nando Salemme

Nota del 19 Marzo 2010. Ci sediamo alla tavola di Nando e Vanna di venerdì sera, è la mia prima festa del papà, sarà banale, ma un po’ ci tenevo a trascorrerla in perfetta armonia con la mia famiglia. Così è stato, proprio una bella serata. Chiediamo, visto che siamo in quaresima, di evitarci portate con carni: si sussegono così deliziosi assaggi di antipasti giocati su verdure ed ortaggi, freschissimi. Stufati, Parmigiana di melanzane, millefoglie, poi la girella di pasta in salsa di noci e gorgonzola, che si merita quantomeno il riassaggio.

Scegliamo poi dalla carta un primo piatto dal profumo evocativo, Caserecce con friarielli e baccalà, sapori decisi ma ben equilibrati, aromaticità, grassezza e succulenza da baciare il palato, finale piacevolmente sapido che il Greco di Tufo 2007 di Peppino Di Prisco, devo dire, spalleggia alla grande. Affoghiamo la tristezza di non poter convenire con il Maialino cotto lungamente a bassa temperatura nell’ampia selezione di formaggi, serviti con miele e confettura di mandarino: su tutti una stupenda Toma di Podolica ed un Maiorchino sapidissimo, ed un piacevolissimo Taurasi ’05 di Contrade di Taurasi. E poi? E poi la zeppola di S. Giuseppe, se no che festa del papà è!


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