Posts Tagged ‘ledichef’

Quiche con spinaci e provola di Bufala affumicata

6 aprile 2020

Ingredienti per 4 persone:

  • 1 rotolo di pasta brisée* da 230gr
  • 300gr di spinaci freschi
  • 2 uova (per intero)
  • 250gr di ricotta Romana
  • 200ml di panna da cucina
  • 120gr di Provola di Bufala affumicata
  • 80gr di Parmigiano Reggiano 30 mesi
  • Sale q.b.

Preparazione: Mondate e lavate per bene gli spinaci e lessateli in una padella, a fuoco lento; a cottura ultimata lasciate raffreddare. A parte preparate un ruoto della medesima capacità del rotolo di sfoglia, già arrotolata su carta da forno, stendetevi lentamente la sfoglia assicurandovi che almeno 1cm e mezzo del bordo resti tutto intorno per contenere la farcitura.

Preparate quindi l’impasto: in una boule d’acciaio tagliate grossolanamente gli spinaci, il sale q.b., la panna e la ricotta; mescolate il tutto sino ad amalgamare per bene gli ingredienti. Unitevi quindi le uova, il Parmigiano e aggiustate di sale, rimestando sino ad ottenere un impasto omogeneo e fluido.

A questo punto versate tutto l’impasto nel ruoto con la sfoglia, sistemate per bene tutto intorno il bordo della sfoglia pizzicandola dove serve per contenere per bene la farcia, tagliate quindi a dadini la provola affumicata e sistematela qua e là nel ruoto. Portate il forno a 190° ed infornate per circa 35 minuti. A cottura ultimata lasciate raffreddare qualche minuto prima di portarla in tavola!

* Abbiamo utilizzato Buitoni®, i cui ingredienti sono farina di frumento, oli e grassi vegetali non idrogenati (palma, colza), acqua, succo di limone concentrato, alcol, sale, concentrati vegetali e di frutta (carota, mela, limone).

Tabella Allergeni Completa Qui.

© L’Arcante – riproduzione riservata

La pizza nel ruoto e il Piedirosso nel bicchiere

21 ottobre 2019

A noi la pizza nel ruoto piace, molto, la preferiamo alta e morbida, con il cordone lievemente ”crunchy” come si usa dire al giorno d’oggi, umida il giusto e condita con pochi ingredienti ma di qualità assoluta.

Non è molto frequente trovarla in giro nelle pizzerie anche perchè non è possibile cuocerla alla stessa temperatura elevata della più classica pizza napoletana, a circa 450/480°C, è necessario quindi un forno che viaggi con temperature più basse, cioè sui 200/250°C circa, come un buon forno di casa sa fare.

Ecco la nostra ricetta della Pizza nel ruoto con Fior di latte, prosciutto e funghi: versate l’acqua tiepida in una boule, scioglietevi il lievito, aggiungetevi un cucchiaino di zucchero, i due cucchiai di olio extravergine d’oliva e, lentamente, tutta la farina con una manciata di sale; lavorate a mano sino a che l’impasto non avrà assorbito tutta l’acqua. Trasferitelo quindi su un piano da lavoro ed impastate energicamente. Lasciate riposare l’impasto, ben coccolato, al calduccio, per almeno quattro ore.

Ingredienti per 4/6 persone:

Per l’impasto:

  • 600 gr di farina 00
  • 50 cl di acqua
  • 20 gr di lievito madre essiccato
  • 2 cucchiai di olio Extravergine di oliva
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • Sale q. b.

Per il condimento:

  • 250 gr pomodoro San Marzano
  • olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • 100 gr di funghi Champignon
  • 100 gr prosciutto cotto
  • 150 gr di Fior di latte

Quando è il momento stendete il panetto per bene nel “ruoto” (teglia) precedentemente passato con dell’olio. Condite con abbondante pomodoro San Marzano, un pizzico di sale e dell’Olio extravergine d’oliva, mettete in forno caldo a 200° per 25 minuti.

A questo punto tirate via la pizza dal forno e completate il condimento con il Fior di Latte, il prosciutto tagliato a straccetti e i funghi affettati, e ancora un filo di olio extravergine di oliva. Rimettete in forno e terminatene la cottura, vi basterà uno sguardo per capire quando è il momento di tirarla via. Mettete quindi mano alla cantina e tiratene fuori la migliore bottiglia di Piedirosso dei Campi Flegrei¤!

© L’Arcante – riproduzione riservata

Intervallo|Graffe & Bomboloni

6 febbraio 2014

Bomboloni - foto A. Di Costanzo

© L’Arcante – riproduzione riservata

Pizza con i Sciurilli

1 dicembre 2013

Versate l’acqua tiepida in una boule, scioglietevi il lievito, aggiungetevi un cucchiaino di zucchero, due cucchiai di olio extravergine d’oliva e, lentamente, tutta la farina con una manciata di sale; lavorate sino a che l’impasto non avrà assorbito tutta l’acqua. Trasferitelo quindi su un piano da lavoro ed impastate energicamente. Lasciate riposare l’impasto, ben coccolato, al calduccio, per tre ore almeno...

Pizza con i Sciurilli - foto L'Arcante

Ingredienti per 4/6 persone:

  • 1,5 kg di farina 00
  • 90 cl di acqua
  • 2 lieviti (ne basterà 1 e mezzo)
  • Olio extravergine d’oliva
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • Sale e pepe q.b
  • 6/8 bei fiori di zucchine (sciurilli)
  • 200 ml Panna da cucina
  • 150 gr Prosciutto Cotto
  • 50 gr di Provola Affumicata (grattugiata)

Quando è il momento stendete il panetto per bene nel “ruoto” (teglia) precedentemente passato con dell’olio. Condite con uno strato di panna e mettete in forno caldo a 200° per 10 minuti. A questo punto tirate via la pizza è completate il condimento con i fiori di zucchine (aperti e ben distesi), il prosciutto tagliuzzato a straccetti, la provola grattugiata ed ancora un filo di olio extravergine di oliva. Rimettete in forno e terminatene la cottura, vi basterà uno sguardo per capire quando è il momento di tirarla via.

Con Onore e per Rispetto

21 ottobre 2013

Premio Sommelier dell'Anno

Bene, rieccoci qua. Mamma mia che giornata memorabile lo scorso 17 Ottobre! L’avessimo voluta scrivere così una sceneggiatura non ci saremmo mai riusciti, giuro. Adesso però è il momento dei ringraziamenti, di concedere onore a chi lo merita. Anzitutto alla mia famiglia, tutta, e a Lilly¤ che mi sostiene da sempre; e poi a tutti coloro che hanno fatto sì ch’io arrivassi là su quel palco a Firenze giovedì scorso: a chi mi ha accompagnato in questi anni, gli amici, i colleghi, i compagni di viaggio che hanno condiviso con me ogni secondo, ogni centimetro, ogni momento di questo cammino. Tutti, nessuno escluso. Onore quindi a chi ha assaporato – è proprio il caso di dirlo – ogni sorso di questo splendido e duro lavoro di Sala e Cantina.

Onore a chi ci ha sempre creduto in me, a chi mi ha sostenuto e quando necessario mi ha dato una mano, lasciato la porta appena accostata; ma grazie anche a chi, per un motivo o per un’altro non l’ha fatto, perché per crescere e migliorarsi si ha bisogno anche di questo, di gente contro. Grazie, grazie di vero cuore.

Sapete, qualcuno, penso anche giustamente, mi ha detto: ‘Ma come, tua moglie entra in sala parto, nasce tua figlia e tu vai, te ne vai alla premiazione de L’Espresso?‘. Beh, forse sì, non è stato per niente semplice scegliere, capire cosa fosse giusto fare in una situazione del genere. Ci abbiamo ragionato e abbiamo deciso: questione di rispetto!

Si, rispetto, una parola che ultimamente pare scomparsa dal linguaggio e dal comportamento di molti, soprattutto nel nostro mondo di Cucina e Sala. Quel rispetto che pare mancare a molti ‘giovani’ scalpitanti che proprio non si capacitano perché non gli venga riconosciuto (subito) quanto sono convinti di valere (secondo loro sempre un punto o due in più di quanto vengono valutati). Già, i punti, sembra che tutto alla fine si riduca a una rincorsa ai punti, ai virgola 5 e stellette. Macché…

Ecco, a Firenze ci sono andato per rispetto, per chi ha voluto ch’io fossi là quel giorno ma soprattutto per chi ha permesso in questi ultimi quindici anni di costruire passo dopo passo quel momento indimenticabile. Rispetto per tutti, a maggior ragione per la mia Lilly che quei passi li ha camminati con me. E un po’ anche per me stesso che, lasciatemelo dire, mi sono fatto ‘un mazzo grosso così pe’ ll’avé!’¤.

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Se vi va qui sotto trovate alcune delle cose uscite qua e là in giro che raccontano dell’evento del 17 Ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze. E su Facebook c’è anche un Video¤ opera dell’amico Pino Esposito¤.

L’Espresso ¤Luciano Pignataro ¤ – Il Mattino ¤

Gambero Rosso ¤Identità Golose ¤Dissapore ¤

Dentro o fuori (e lancia in resta)

11 ottobre 2013

Ritorno da te. Avrei bisogno d’altro ma almeno metto nero su bianco quattro pensieri che mi stanno togliendo il sonno ultimamente: l’orgoglio, la testa, la famiglia, il lavoro. Decidi tu in quale ordine ma aiutami, ne ho bisogno per favore; frattanto io la butto lì.

Oggi, 1 Ottobre 2008 fa 6 anni che abbiamo aperto. Di soddisfazioni ce ne siamo tolte non poco ma dobbiamo cominciare a guardare in faccia la realtà: più di questo, cos’altro? Temo non si vada lontano. I clienti ci chiedono continuamente di ampliare l’offerta, crescere, di provarci almeno. Lilly coi suoi piatti¤ li ha stregati, e poi si fidano ciecamente di me. Ma non sanno, non immaginano nemmeno quanto lavoro c’è dietro, i limiti che abbiamo, le difficoltà che incontriamo anche solo nel preparare un antipasto caldo.

E’ chiaro che sapevo benissimo come sarebbe andata a finire, con la Sala Degustazione che prendeva il sopravvento sull’Enoteca, ci mancherebbe. Ma non va bene così e non mi va di trascinare questa storia per troppo tempo ancora: è una questione di dentro o fuori!

Sono arcistufo di stare ad aspettare alle due di notte fuori i locali perché si decidano di pagarmi un acconto delle forniture maturate da tre mesi. Un acconto un sabato sì e l’altro pure. E se non li becchi il sabato col bottino in tasca ti tocca aspettare un’altra settimana. No, basta!

Questione di orgoglio, sì, ma anche di testa (certe sere mi scoppia proprio tante sono le cose a cui debbo pensare), e di famiglia, di lavoro. Io e lei, io e lei. La vedo distrutta, e non è certamente questo quello che desideravo per lei. E per me. Si può mica solo lavorare nella vita? E poi: cosa sono io oggi? Sono ciò che sognavo, ho desiderato o più semplicemente ciò che mi ritrovo a fare: enotecaro, commesso, corriere, rappresentante, commerciante, oste? Cosa sono? Non lo so più…

Torta alla crema con amarene

4 aprile 2013

Un dolce davvero facile da preparare e di una bontà unica. Per partire alla grande a colazione ma delizioso anche in pausa caffè. 

Torta alla Crema e Amarene, il ripieno - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 8/10 porzioni:

Per la pasta frolla:

  • 2 uova intere
  • 250 gr di farina
  • 100 gr di zucchero
  • 100 gr di burro
  • 1 bustina di vanillina
  • un pizzico si sale

Per la crema ed il ripieno:

  • 2 uova intere
  • 500 ml di latte
  • 100 gr di zucchero
  • 50 gr di farina ‘00’
  • 1 busta di vanillina
  • un pizzico di sale
  • 50 gr frutto e sciroppo di amarena Fabbri

E’ bene cominciare dalla pasta frolla: versate in una boule capace tutta la farina, le 3 uova intere, il burro ammorbidito, la busta di vanillina, lo zucchero, un pizzico di sale. Impastate sino ad ottenere un panetto omogeneo e compatto. Continuate quindi a lavorarlo su di un piano da lavoro per definirlo per bene. Lasciatelo riposare in frigo, magari avvolto da una pellicola per circa 30 minuti. 

Passate quindi alla preparazione della crema: in un pentolino, lavorate a freddo le uova con tutto lo zucchero, un pizzico di sale e la bustina di vanillina, unitevi quindi la farina ed infine il latte. Portate il composto sul fuoco e a fiamma bassa fatelo addensare. Dopodiché lasciate riposare quindici minuti. 

Torta alla Crema e Amarene - foto A. Di Costanzo

Imburrate a questo punto lo stampo e passatelo con della farina sin sopra il bordo, vi aiuterà a che la pasta frolla non si attacchi. Stendete la pasta frolla con il matterello, sottile ma non troppo, adagiate la sfoglia nello stampo e sistematela per bene con le mani facendo attenzione a non bucarla; versatevi la crema lasciando almeno mezzo centimetro dal bordo alto e sistemate a piacere le amarene qua e là. Con un altro pezzo di frolla formate dunque un disco sottile di pasta a chiudere la torta. Mettete in forno caldo a 180° per 30/40 minuti monitorando attentamente la cottura.

Pastiera

30 marzo 2013

Non potevamo certo mancare di mettere qui su queste pagine la ‘nostra’ Pastiera. E qualche consiglio sull’abbinamento? Beh, non vi resta che leggere in ‘poscritto’ la mia riflessione. Frattanto, sinceri auguri di una serena Pasqua. (A.D.)

Pastiera, cover - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 12 Porzioni (2 Pastiere):

Per la pasta frolla:

  • 3 uova intere
  • 500 gr di farina
  • 200 gr di zucchero
  • 200 gr di burro
  • 1 bustina di vanillina
  • un pizzico si sale

Per il ripieno:

  • 500 gr di grano cotto
  • 200 gr di latte
  • 40 gr di burro
  • 500 gr di ricotta romana
  • 300 gr di zucchero
  • 6 uova intere
  • 1 fiala d’acqua di mille fiori o fior d’arancio

Pastiera, lavorazione - foto A. Di Costanzo

Cominciate a preparare la pasta frolla: mettete in una boule capace la farina, le 3 uova intere, il burro (lasciato prima ammorbidire), la busta di vanillina, lo zucchero, un pizzico di sale. Impastate sino ad ottenere un panetto omogeneo e compatto. Continuate quindi a lavorarlo su di un piano da lavoro per amalgamarlo per bene. Lasciatelo riposare in frigo, avvolto da una pellicola per circa 30 minuti.

Passate quindi alla preparazione dell’impasto per il ripieno: cuocete in una pentola il grano, con il latte e il burro sino ad ottenerne una crema densa e risoluta. A parte, in una boule, lavorate le 6 uova intere con lo zucchero quasi a volerne ottenere una sorta di zabaione; unitevi quindi la ricotta, l’impasto cremoso col grano, quindi la fiala di mille fiori. Rimestate costantemente sino a quando il tutto sarà ben amalgamato e tenetelo da parte.

Pastiera, definizione - foto A. Di Costanzo

A questo punto imburratevi gli stampi e passateli con della farina sin sopra il bordo, vi aiuterà a che la pasta frolla e l’impasto non vi si attacchino; ricordatevi infatti che durante la cottura in forno il volume del ripieno della vostra Pastiera tenderà comunque a gonfiarsi leggermente.

Stendete quindi la pasta frolla con il matterello, sottile ma non troppo – dovrà comunque contenere un impasto bello consistente, ndr -, adagiate la sfoglia nello stampo e sistematela per bene con le mani facendo attenzione a non bucarla; versatevi l’impasto lasciando almeno mezzo centimetro dal bordo alto. Con la stessa frolla formate dunque delle strisce di pasta da congiungere a rombi come decorazione sopra la Pastiera. Mettete in forno caldo a 180° per almeno un’ora e controllate attentamente la cottura; una volta ultimata, spegnete il forno e lasciate tutto lì dov’è. Mai avere fretta di mangiarla.

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Ho letto spesso qua e là di abbinamenti abbastanza fantasiosi, per non dire ‘forzati’. La Pastiera è un dolce particolarmente ricco, calorico, profumatissimo, dolce. Vi sono addirittura versioni, ancor più tradizionali di questa di Lilly, arricchite con canditi o ad esempio con lo strutto anziché il burro negli ingredienti. Ecco, non sarebbe male, per non dire meglio quindi, accostare a tanta sovrabbondanza un po’ di leggerezza; dolce certo, ma meno prorompente, definitivo di un vino liquoroso o da meditazione. Ci stanno bene anche vini da ‘vendemmia tardiva’, ‘muffati’ o passiti purché poco alcolici e con un residuo zuccherino contenuto, magari con anche delle bolle, per non appesantirne l’accostamento, la beva. Non dimenticate tra l’altro che questo dolce, il più delle volte arriva in tavola al termine di un pasto già di per sé ricco e abbondante. (A.D.)  

Tortano

27 marzo 2013

Tortano o Casatiello? Le uova messe là sopra fanno la differenza, si sa, ma io preferisco rimanere nella convinzione che il Casatiello è la celebrazione della Pasqua in tavola per tradizione, mentre il Tortano, che le uova – sode e sgusciate – le tiene dentro, un richiamo succulento buono tutto l’anno!

Tortano, panorama - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 6/8 persone: 

  • 1kg farina ‘00’
  • 600gr acqua
  • 1 lievito di birra
  • ½  cucchiaino di zucchero
  • Olio extravergine di oliva
  • Sugna
  • Sale, tanto pepe macinato fresco

Companatico:

  • 200gr salame Napoli a cubetti
  • 4 uova sode (da sgusciare e tagliuzzare quando fredde)
  • 200gr mortadella Bologna a cubetti
  • 200gr di ciccioli (se non li amate, sostituiteli con del prosciutto cotto) a cubetti
  • 300gr provolone frammisto dolce e piccante
  • 100gr pecorino romano a cubetti 

Mettete tutta l’acqua tiepida in una boule abbastanza capace e scioglietevi il lievito con mezzo cucchiaino di zucchero e due cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungete lentamente tutta la farina ed il sale (tre cucchiaini da caffé) ed impastate con efficacia. Una volta ottenuto il panetto portatelo su di un piano da lavoro e maneggiatelo energicamente. Dopodiché, con le mani, spianatelo per bene al suo centro, senza stenderlo troppo mi raccomando, ed unitevi in successione due cucchiai di sugna, tanto pepe macinato fresco ed un po’ alla volta tutto il ‘companatico’ ben mischiato. Riunite quindi tutto l’impasto, ben amalgamato, e lasciatelo riposare per almeno un paio d’ore o sino a quando il suo volume non sarà almeno il doppio.

Tortano - foto A. Di Costanzo

Al momento di passarlo alla cottura ponete l’impasto in una teglia da forno di forma circolare (di quelle classiche per una ciambella, per intenderci) e mettete in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti. Ricordate che con un forno ‘ventilato’ la cottura è certamente più veloce e definita con almeno 10 minuti di anticipo. E’ Pasqua, ma come anticipato potrebbe esserlo tutto l’anno!

Le Tagliatelle

2 febbraio 2013

Fare la pasta mi rasserena ed è più semplice e veloce di quanto si possa pensare; inutile sottolineare l’utilità di una buona macchina per la pasta, per ottenere magari un formato trafilato per bene, alla perfezione, ma con un po’ di attenzione e pazienza se ne potrebbe addirittura fare a meno.

Le Tagliatelle - foto A. Di Costanzo

Per queste tagliatelle, giuste per 4 ma anche 6 persone, bastano 300 gr di Farina “00”, 3 uova intere e 2 cucchiai di un buon olio extravergine d’oliva. Lavorate a mano tutti gli ingredienti in boule e lasciate riposare l’impasto per almeno una mezz’ora prima di stenderlo e tagliarlo. Di sovente amo proporle con un classico sugo alla bolognese, sembra che funzioni.

Rösti

1 febbraio 2013

Il Roesti di patate - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 2 persone:

  • 3 patate grandi (grattugiate a crudo)
  • del burro
  • pepe
  • sale

Se preferite potreste arricchirlo con cipolla e/o della pancetta a cubetti. 

Röschti, Roesti. E’ molto semplice da preparare, basta pelare e grattugiare a scaglie le patate in modo da ottenere una sorta di julienne molto sottile. Fate poi sciogliere in una padella antiaderente un po’ di burro e versatevi tutte le patate; se previsto, mischiatevi prima la cipolla, tagliata altrettanto finemente e la pancetta. Sopra tutto del pepe macinato fresco e giusto un pizzico di sale. 

Fate cuocere a fuoco lento – sarà l’amido contenuto nelle patate a “legare” il tutto -, spostando ogni tanto la padella muovendola come di solito fate per una frittata. Non appena il bordo della tortina inizia a dorarsi, vuol dire che la parte sotto è bella cotta, quindi giratela, con molta attenzione, proprio come fareste con una frittata aiutandovi magari con un coperchio o un piatto. Lasciate quindi rosolare anche l’altra parte ed il vostro Röschti è fatto. E’ buono da mangiare anche da solo, come merenda ad esempio, ma vale anche come un buon contorno ai classici secondi alla brace. La tradizione svizzera invece lo propone generalmente come un piatto da colazione.  

La Pizza| Tre formule per la felicità

9 gennaio 2013

La formula della felicità è molto semplice: versate l’acqua tiepida in una boule, scioglietevi il lievito, aggiungetevi un cucchiaino di zucchero, due cucchiai di olio extravergine d’oliva e, lentamente, tutta la farina con una manciata di sale; lavorate sino a che l’impasto non avrà assorbito tutta l’acqua. Trasferitelo quindi su un piano da lavoro ed impastate energicamente. Lasciate riposare l’impasto, ben coccolato, al calduccio, per tre ore almeno.

Cipolla Rossa di Tropea - foto A. Di Costanzo

Quando è il momento tagliatevi i panetti necessari e stendeteli per bene nei “ruoti” (teglie) precedentemente passati con dell’olio. Condite a piacimento le pizze e mettetele di volta in volta in forno caldo a 200°. I tempi di cottura variano naturalmente da pizza a pizza ma vi basterà uno sguardo per capire quando è il momento di tirarle via dal forno.

Ingredienti per 4/6 persone:

  • 1,5 kg di farina 00
  • 90 cl di acqua
  • 2 lieviti (ne basterà 1 e mezzo)
  • Olio extravergine d’oliva
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • Sale e pepe q.b

Pizza con olio e pomodorini Datterino - foto A. Di Costanzo

Per la pizza nel ruoto all’olio e pomodoro

  • 250 gr conserva pomodorini Datterini
  • da berci su uno o due freschi calici di Asprinio d’Aversa¤.

Pizza con patate e cipolla rossa di Tropea - foto A. Di Costanzo

Per la pizza con patate, provola e cipolla rossa di Tropea

  • 3 patate di media grandezza
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • provoletta di Agerola affumicata
  • un rametto di rosmarino
  • da berci su un delizioso calice di vino rosato, magari spumante¤.

Pizza con peperoni gialli e rossi, mozzarella, olive nere - foto A. Di Costanzo

Per la pizza coi peperoni

  • 150 gr pomodori pelati
  • 2 peperoni rossi, 2 gialli arrostiti e spellati
  • 250 gr mozzarella (asciugata in frigo)
  • 100 gr di olive nere denocciolate
  • ci sta bene un aglianico del Vulture¤, ma anche il Gioviano¤.

Solo in questo caso suggeriamo di aggiungere la mozzarella, tagliata grossolanamente, solo poco prima che termini la cottura della pizza così che rilasci pochi liquidi e risultare filante.

L’Ottovolante a colazione

19 dicembre 2012

E’ un dolce buono e veloce da preparare, il nostro Ottovolante con cui ripartire alla grande ogni mattina a colazione. Per tutti, più semplicemente, è una classica “Torta zebrata” ma quella di Lilly, si sa, non è una qualunque.

L'Ottovolante, by Lilly Avallone - foto A. Di Costanzo

 Ingredienti:

  • 300 gr farina 00
  • 4 uova intere
  • 250 gr zucchero
  • 200 ml olio di semi di girasole
  • 250 ml latte intero
  • 1 lievito per dolci
  • 3 cucchiai di cacao in polvere
  • burro (per imburrare lo stampo)
  • vanillina

Potreste tranquillamente utilizzare una classica “frusta” a mano per mescolare tutti gli ingredienti ma per rendere il lavoro più agevole e veloce è preferibile attrezzarsi con uno sbattitore elettrico, anche perché così l’impasto risulterà meglio amalgamato e fluido, per questa ricetta essenziale più che mai. 

L'Ottovolante di Lilly Avallone - foto A. Di Costanzo

Preparazione: mettete in una boule le uova, lo zucchero, la vanillina e lavorate con lo sbattitore a velocità costante, basteranno 2 – 3 minuti. Quando l’impasto è montato, continuando a lavorarlo, unitevi l’olio di semi, poi la farina, quindi il latte, infine il lievito. Serviranno a questo punto ancora 1 o 2 minuti per finire di amalgamare per bene il tutto.

L'Ottovolante, le fette zebrate - foto A. Di Costanzo

Provvedete a questo punto a separare in una seconda boule metà dell’impasto; in una delle due aggiungetevi il cacao e mescolate per bene sino a renderlo scuro e ben fluido. Frattanto imburrate lo stampo scelto e cimentatevi nel comporre il vostro Ottovolante versandovi, alternandoli a strati (come seconda nelle foto), tutto l’impasto chiaro e scuro. Portate il forno a 180° e infornate per circa 30 minuti.

L’effetto che otterrete è proprio questo qui: un Ottovolante con cui partire alla grande a colazione ed una torta buona, soffice e… zebrata!  

Tortino di spinaci

7 dicembre 2012

Pochi ingredienti per una ricetta veloce e di gran gusto. Indimenticato come piatto unico che servivamo un tempo in enoteca, ci piaceva talvolta accompagnarlo con della fonduta di Bufala o con una vellutata di patate. Ma così è già tanta roba!

Tortino di spinaci by Lilly Avallone - foto A. Di Costanzo

Ingredienti per 6 porzioni: 

  • 1,5 kg di spinaci a foglie
  • 500 ml di besciamella
  • 3 uova
  • Parmigiano Reggiano q.b.
  • Sale e pepe q.b.
  • Pane grattugiato

Per la besciamella

  • 500 ml di latte
  • 50 gr farina
  • 30 gr burro
  • Noce moscata
  • Sale 

Tortino di spinaci di Lilly Avallone, la preparazione - foto A. Di Costanzo

Mondate e lavate per bene gli spinaci, sbollentateli in una pentola senza acqua ne olio. Una volta cotti, lasciateli intiepidire, poi strizzateli per bene per eliminare l’acqua di cottura in eccesso e passateli al coltello tagliandoli grossolanamente.

Preparate frattanto la besciamella: mettete in una pentola il burro, non appena sciolto unitevi la farina e, lavorando di frusta, fate amalgamare; aggiungeteci allora il latte ben caldo lavorando continuamente con la frusta sino a che la besciamella non diventi ben densa. Grattugiatevi sopra della noce moscata ed aggiustate di sale. Lasciate intiepidire per qualche minuto.

Mettete gli spinaci in una boule, salate e pepate, unitevi il Parmigiano, tutta la besciamella e, uno alla volta, le tre uova. Lavorate il tutto per bene sino ad ottenere un composto ben omogeneo. Suddividete la quantità di impasto per un numero sufficiente di stampini, imburrati e passati con del pane grattugiato. Infornate a 180° per circa 40 minuti.

Dieci, cento, mille di questi Panzarotti

15 novembre 2012

Se son buone, le patate, diverranno Panzarotti sensazionali. L’autunno è dietro la porta, certe ricette, senza tempo, tornano in auge non appena le stagioni prendono il verso giusto. E’ facile farne uno stuzzichino, o un piccolo antipasto, se non un pasto vero e proprio. Dategli voi la forma e la consistenza che preferite, ma fateli così. Fidatevi!

Ingredienti:

  •  500 gr patate
  • 1 tuorlo d’uovo
  • 100 gr Mozzarella
  • 80 gr Mortadella (se vi piace)
  • Olio di semi di girasole (per la frittura)
  • 80 gr Parmigiano Reggiano
  • Sale e pepe
  • Prezzemolo

Per la panatura:

  • 2 uova intere sbattute
  • farina
  • pan grattato 

Mettete a bollire le patate in una pentola piuttosto capace. Frattanto preparatevi tutti gli ingredienti di base: tagliuzzate finemente il prezzemolo, a tocchetti piccoli la mozzarella e, se vi piace, la mortadella; quindi il tuorlo d’uovo. 

Una volta cotte, lasciate intiepidire le patate, sbucciatele e passatele in uno schiacciapatate. Salate e pepate a piacimento, unitevi poi il tuorlo d’uovo, il Parmigiano Reggiano grattugiato grossolanamente, il prezzemolo, la mozzarella e la mortadella. Mischiate per bene e fatene Panzarotti della forma e grandezza che preferite (non troppo grandi però) secondo anche di come avete idea di servirli. Lasciateli riposare mezz’ora in frigo. 

Preparatevi adesso l’occorrente per la panatura. In una boule versatevi la farina, in un’altra il pan grattato, in un piatto fondo le due uova sbattute. Portate nel frattempo a temperatura l’olio per la frittura e tirate fuori dal frigo i Panzarotti. Passateli con cura nella farina, poi nell’uovo sbattuto – salato il giusto – e, infine, nel pan grattato. Figgetene pochi per volta, rinnovando se necessario l’olio di semi. Basteranno pochi minuti per lato. Portateli pure in tavola ancora caldi.

Intervallo. Ledichef at work…

12 novembre 2012

Calzoni con ricotta e spinaci e pomodoro fresco

7 novembre 2012

Il sugo di pomodoro fresco al basilico, nella sua semplicità, è qualcosa per cui vale veramente la pena perdere la testa, tutto l’anno. E che ti offre la possibilità di fare tanti accostamenti vincenti in tavola, come con questo delizioso Calzone agli spinaci di Lilly. Il primo freddo si affaccia timidamente, diciamo pure che c’è e non c’è, quindi, fino a che si può, godiamoci ancora gli ultimi scampoli della bella stagione anche a tavola.

Ingredienti per 4 persone: 

  • 250 gr di farina 00
  • 50 gr di semola
  • 3 uova
  • 200 gr ricotta
  • 400 gr spinaci a foglie
  • 200 gr pomodorini
  • olio extravergine di oliva
  • basilico
  • sale e pepe macinato fresco

Preparate i Calzoni: formate una “fontana” con entrambe le farine, unitevi le uova per intero, un cucchiaio di olio extravergine ed impastate energicamente sino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare almeno un’ora. Successivamente, stendete l’impasto con un matterello, formate quindi dei dischi di pasta aiutandovi con un coppapasta. Per le quantità indicate negli ingredienti dovreste ottenere almeno una quarantina di dischi, che ripieni e chiusi – ponete attenzione nel lavorare per bene la chiusura dei bordi dei Calzoni – vi daranno una quantità più che sufficiente per 4 persone. Bis compreso!

Il ripieno: a questo punto lavate per bene gli spinaci, bolliteli in abbondante acqua non salata per qualche minuto e, dopo averli scolati e lasciati raffreddare, tagliuzzateli finemente; mettete tutta la ricotta in una boule d’acciaio e lavoratela per bene aiutandovi con una forchetta unendovi del pepe macinato fresco e, naturalmente, gli spinaci.

Il sugo: in una padella antiaderente versatevi dell’olio extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio intero. Lasciate soffriggere per qualche istante, unitevi quindi i pomodorini. Lasciate cuocere per qualche minuto.

In una pentola capace portate ad ebollizione dell’abbondante acqua salata, buttatevi i Calzoni: basteranno pochi minuti di cottura, non appena infatti questi galleggeranno sarà il segnale che sono pronti per essere scolati. Alzateli con un mestolo e portateli direttamente nella padella con il sugo; mantecate per bene unendo a piacere del basilico. Portateli in tavola ancora fumanti, a chi piace, con del Parmigiano da grattuggiare.

Pescatrice in foglia di melanzana con cremoso di Caciocavallo di Futani e alici di Cetara

10 ottobre 2012

Carmine Mazza, il giovane Poeta Vesuviano ha voluto consegnarci questo piccolo boccone di mare e terra; un piatto molto facile da ripetere anche in casa, stuzzicante e saporito sia come antipasto che come secondo.

Ingredienti:

  • 1 Pescatrice da 1 kg
  • 1 melanzana lunga
  • 8 fettine di guanciale
  • 4 foglie di basilico
  • 1 ciuffetto di menta o basilico per decorare
  • 200 g di pomodorini del piennolo
  • origano q.b.
  • 1 spicchio d’aglio
  • 200 gr di latte
  • 200 gr di Caciocavallo del Cilento (Futani)
  • 20 gr di burro
  • Alici sott’olio di Cetara
  • 10 gr di capperi
  • 1 cipollotto piccolo
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale

Preparazione: lavate accuratamente e sfilettate la Pescatrice ricavandone 2 filetti; tagliateli e pareggiateli per metà cosi da avere 4 porzioni di pesce di circa 125gr cadauna. Poi, tagliate la melanzana per il lungo e friggete le fette in abbondante olio extravergine d’oliva; asciugatele su della carta assorbente, sovrapponetene due/tre fette e salate. Avvolgete i filetti di Pescatrice prima con le fettine di guanciale, unendovi del basilico, poi con quelle di melanzane. Mettete tutto in forno a 180 gradi per 12 minuti.

A parte, tagliate i pomodorini del Piennolo in 4 parti e conditeli con sale, olio, origano e uno spicchio d’aglio schiacciato; lasciateli in forno a 180 gradi per 6 minuti.

Frattanto, in un pentolino a parte versate del latte, il burro e il caciocavallo tagliato a pezzetti piccoli, cuocete il tutto a bagnomaria sino ad ottenere una crema senza grumi. Sgocciolate quindi dei filetti di alici, tritateli finemente insieme ai capperi e al cipollotto e, in una boule, emulsionateli con dell’olio extra vergine d’oliva.

Prima di andare in tavola, stendete “a specchio”, sul fondo del piatto, il cremoso al Caciocavallo di Futani, ponetevi al centro il fagotto di Pescatrice e melanzana, con sopra i pomodori del Piennolo confit finendo poi il piatto con l’emulsione di olio, alici di Cetara, capperi e cipollotto.

Carmine Mazza, Il Poeta Vesuviano, sta a Torre del Greco.

Muffin

11 marzo 2012

Ingredienti:

  •  300 gr farina “00”
  • 150 gr zucchero
  • 150 gr latte intero
  • 60 gr burro
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • marmellata di albicocche o del cioccolato fondente al 60% in gocce
  • una dozzina di pirottini

Preparazione:  riscaldate a parte il latte e nel frattempo, in una boule di acciaio, con una frusta  lavorate il burro con lo zucchero e le due uova intere; aggiungetevi adesso il latte tiepido, quindi la farina ed il pizzico di sale, infine la bustina di lievito, continuando a rimestare energicamente sino ad ottenere un impasto denso ed omogeneo.

Riempite i pirottini con un cucchiaio abbondante di impasto – vanno bene anche degli stampi classici in alluminio, purché imburrati e infarinati per bene -, ponetevi al centro un cucchiaino della farcia desiderata, della marmellata di albicocche o del cioccolato in gocce per esempio, quindi ricoprite con un altro cucchiaio di impasto e così via. Lasciate riposare qualche minuto e mettete poi in forno già caldo a 180° per circa 20 minuti.

Quel che resta del pomidoro… a Sud

18 febbraio 2012

Marianna Vitale ha pensato questo piatto come un divertente assemblaggio di “quel che resta del pomidoro” durante il periodo invernale, in tutte le sue forme di “conserva”: pomodoro secco, pomodorino del piennolo, marmellata di pomodoro e “sotto spirito”. Riproposto poi in 5 momenti della giornata, con il pomodoro che ci accompagna dalla colazione al dolce di fine giornata. Bene, l’intuizione è geniale, disarmante come il talento e la sua capacità di colpire ancora una volta nel segno (A. D.).

Ingredienti per 4 persone:

  • A colazione,  buongiorno pomodoro.
  • 100 g  di yogurt
  • 10 g di riso soffiato
  • 50 g di marmellata di pomodoro (350 g pomodoro, 250 g di zucchero, ½ limone)
  • 4 cialdine alle noci (20g burro, 20 g albumi, 20 g noci tritate, 20 g farina, sale q.b. – amalgamare gli ingredienti, stenderli su un silpat e infornare per 10 min a 170°)

Come si fa: adagiare al centro della coppetta 1 cucchiaio di yogurt, 1 cucchiaino di marmellata e completare con la cialda croccante e il  riso soffiato.

  • A pranzo, crostone di caprese invernale.
  • 8 fette di pane cotto a forno a legna
  • 150 g di mozzarella di bufala
  • 100 g di pomodorini del Vesuvio
  • 25 g di pesto di basilico

Come si fa: tagliare il pane in forma rotonda, farcire di mozzarella e piastrarlo finchè non risulta dorato. Completare con i pomodori già conditi e un velo di pesto.

  • L’aperitivo, Bloody Mary di pomodoro secco.
  • 1 cucchiaio di acqua di ammollo di pomodori secchi
  • 4 gocce di tabasco
  • 1 cucchiaio di salsa di pomodoro
  • 8 gocce di Worchester sauce
  • Pepe q.b.
  • 6 cucchiaini di vodka
  • 4 gambi di sedano

Come si fa:  unire il pepe, il tabasco, la salsa Worchester, la salsa di pomodoro, l’acqua di pomodoro secco ed infine la vodka. Completalo con il gambo di sedano.

  • Cena, finalmente a casa.
  • 4 uova di quaglia
  • 300 g di pomodoro San Marzano
  • 4 polpettine di vitello
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 limone
  • Sale, pepe e olio q.b.

Come si fa: soffriggere l’aglio e cuocere la passata di pomodoro per almeno 15 minuti. Friggere leggermente le polpettine e preparare le piccole uova a “occhio di bue”. Assemblare e completare il piatto con una grattugiata di buccia di limone.

  • Infine il dolce, gelato di concentrato di pomodoro.
  • 100 g di gelato di conserva (140g di concentrato di pomodoro, 140 g di latte, 60 g di latte condensato, 20 g di zucchero, 3 tuorli)
  • 50 g di panna acida (panna fresca e succo di limone)
  • 40 g di “Succedaneo di caviale” (uova di capelin)

Come si fa:  disporre su di un piattino il caviale, il gelato e  un ciuffo di panna.

Ravioli con ricotta, scampi e pomodorini

22 novembre 2011

Capita che ingredienti semplici rendano meravigliose certe preparazioni, basta dedicarci il tempo necessario. Gli scampi? Beh, non sono poi così costosi, o almeno cari più di qualsiasi altra cosa si possa pensare di mettere in tavola al proprio compleanno! (A. D.)

Ingredienti per 4 persone: 

  • 250 gr di farina 00
  • 125 gr acqua
  • 200 gr ricotta
  • 800 gr scampi
  • 200 gr pomodorini
  • prezzemolo
  • olio extravergine di oliva
  • la buccia grattugiata di 1 limone
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • sale e pepe macinato fresco

I Ravioli: sistemate “a fontana” tutta la farina, unitevi l’acqua e impastate energicamente sino ad ottenere un panetto omogeneo e senza grumi. Lasciate riposare per qualche minuto. Successivamente stendete l’impasto con un matterello, formate quindi dei dischi di pasta aiutandovi con un coppapasta. Per le quantità di acqua e farina indicate negli ingredienti dovreste ottenere almeno una quarantina di dischi, che ripieni e sovrapposti vi daranno quindi venti ravioli. Preoccupatevi di chiudere bene i bordi dei ravioli prima di “limarli” con la rotella tagliapasta.

Il ripieno: mettete la ricotta in una boule d’acciaio e lavoratela per bene aiutandovi con una forchetta. Unitevi del pepe macinato fresco e la buccia grattugiata di limone: donerà freschezza al ripieno. Infine dei pezzettini di scampi.

Il sugo: in una padella antiaderente versatevi dell’olio extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio intero. Lasciate soffriggere per qualche istante, unitevi quindi gli scampi e coprite; sfumate col vino e lasciate cuocere per 10 minuti. Solo a fine cottura, aggiungete i pomodorini: doneranno vivacità al sugo senza coprire il sapore degli scampi. Di questi ultimi, ricordatevi di tirarne via quattro o cinque che vi serviranno per il ripieno dei ravioli. 

Nota bene: questa ricetta prevede che gli scampi, successivamente alla cottura, siano debitamente sgusciati prima di saltare il sugo con i ravioli; conservate magari delle teste solo per decorare il piatto (come nella foto). Una buona procedura richiede anche che le carcasse degli scampi vengano passate in uno schiacciapatate per estrarne quanto più sugo possibile.

Così in una pentola molto capace portate ad ebollizione abbondante acqua già debitamente salata, e buttateci i ravioli: basteranno pochi minuti di cottura, non appena infatti questi galleggeranno sarà il segnale che sono pronti per essere scolati. Alzateli con un mestolo e portateli direttamente nella padella con il sugo; mantecate per bene unendo dei ciuffi di prezzemolo e ancora un pizzico di pepe macinato fresco. Portate subito in tavola.

Tiepido di vongole veraci, cozze, gamberi rossi e fiori di zucca by Francesco Spagnuolo

28 luglio 2011

Dall’Irpinia (!) una fresca ricetta estiva di mare (!!) di Francesco Spagnuolo, executive chef del Ristorante Morabianca del Radici Resort di Mirabella Eclano della famiglia Mastroberardino; un piatto di facile esecuzione, a cui guardare con grande attenzione nella scelta degli ingredienti e con decisa soddisfazione nel sottoporlo al giudizio degli amici.

Ingredienti per 4 persone:

  • 8 gamberi rossi
  • 250gr di vongole veraci
  • 200gr di cozze
  • 100ml di olio extravergine d’oliva
  • 2 spicchi d’aglio
  • 10 fiori di zucca
  • 8 fettine di pane croccanti

Pulite e lavate i frutti di mare e lasciateli in acqua pulita per circa mezz’ora con un po’ di sale da cucina fino, così da spurgarli da sabbia o altre impurità; fate quindi indorare in una padella ampia uno spicchio d’aglio (che andrà poi tirato via) ed unitevi le cozze e le vongole; coprite la padella tenendola su fuoco vivo sino a che tutti i bivalvi non risultino ben aperti. A parte, frattanto, sbollentate i gamberi rossi e lavate e tagliate i fiori di zucca a julienne. Uno o due serviranno per decorare la i piatti.

Nota bene: i frutti di mare, così come i gamberi rossi, vanno sgusciati; volendo, conservatene integri magari solo una manciata di bivalvi, da usare come decorazione.

A questo punto passiamo al passaggio finale per definire la zuppa: versate in una padella alta dell’olio extravergine d’oliva, lasciatevi soffriggere l’altro spicchio d’aglio (che come prima andrà poi tirato via una volta insaporito l’olio) ed unitevi i frutti di mare e i gamberi rossi, sfumandoli con un po’ di vino bianco poco aromatico; infine i fiori di zucca. Quindi aggiungiamo un po’ di acqua madre di cottura dei frutti di mare, possibilmente passata al setaccio, che avremo in precedenza messo da parte; fate cuocere per circa 4-5 minuti, non di più. Una volta spenti i fuochi, lasciate intiepidire la zuppa e portatela in tavola già porzionata, in un piatto fondo, con le fettine di pane croccanti e, immancabile, un filo abbondante ancora di olio extravergine d’oliva.

Paccheri di Gragnano con genovese ed asparagi, con il Lambrusco di Modena di Podere il Saliceto

25 marzo 2011

Una occasione di confronto imperdibile, così ci siamo mossi nell’ideare e realizzare questo piatto omaggio a L’Albone di Gian Paolo Isabella. Molti di voi avranno già sentito parlare della “genovese” che con il ragù rappresenta un altro caposaldo della cultura gastronomica partenopea. Lilly, come sua naturale predilezione, l’ha alleggerita e resa alla portata del Lambrusco Salamino e Corbara di Podere il Saliceto. Gli asparagi segnano la stagionalità di un piatto che in realtà stagione non ha; Un ringraziamento a Gian Paolo per averci concesso questa opportunità, a Daniela e Andrea per l’imbeccata. Quindi, non resta che farci… un in bocca al lupo! (A.D.) 

Ingredienti per 4 persone:

  • 320gr di Paccheri di Gragnano – Pastificio dei Campi
  • 250gr di carne macinata – manzo
  • 4 cipolle bianche
  • 12 punte d’asparagi
  • olio extravergine di oliva q.b.
  • sale q. b.
  • Parmigiano Reggiano

Preparazione: versate dell’olio extravergine di oliva in una padella ed unitevi le cipolle tagliate e fettine, lasciatele appassire e quindi stufare per almeno tre quarti d’ora. Aggiungete poi la carne macinata, lasciate il tutto in cottura ancora per una mezzora aggiustando di sale.

Frattanto tagliate le punte degli asparagi e lavatele accuratamente, passatele in una pentolina e lasciatele sbollentare per circa 15 minuti, non oltre per non dissiparne il valore nutritivo e naturalmente per lasciargli conservare una certa croccantezza, funzionale all’abbinamento col vino.

A questo punto portate in ebollizione dell’acqua salata e buttateci la pasta; ricordatevi che la buona riuscita della preparazione prevede una cottura dei Paccheri di Gragnano al dente. Scolate ed aiutandovi con un coppapasta passate quindi alla composizione dei piatti; con un cucchiaino riempite la pasta con la genovese (sei per ogni piatto è la giusta composizione), tagliate quindi in due le punte d’asparagi e ponetele in circolo nel piatto (ne basteranno tre per ognuno). Completate la preparazione cospargendo un cucchiaio di salsa su ogni piatto ed appena prima di servire, con una grattugiata grossolana di Parmigiano Reggiano.

Il piatto – Paccheri di Gragnano con genovese ed asparagi, 2011: la ricetta punta alla creazione di un piatto che manifesti in fase di degustazione un certo carattere ma che non esprima spigolature eccessive che possano appesantire il palato; i tratti più incisivi della preparazione rivelano quindi almeno tre cardini su cui costruire con L’Albone di Podere il Saliceto un abbinamento degno di nota: la prominente succulenza della genovese, la tendenza dolce della stessa (la cipolla fa la sua parte da leone) e della pasta, naturalmente l’importante persistenza gustativa – oltre che olfattiva – garantita dalle punte d’asparagi appena sbollentate, che assumono, tra l’altro, un ruolo decisivo nel ripulire la bocca ad ogni boccone.

Il vino – Lambrusco di Modena L’Albone: il ricordo di certi lambruschini flaccidi e abboccati non depone quasi mai a favore di chi si prodiga per la valorizzazione di questo storico e valoroso vino emiliano; e se bastassero poche bottiglie di L’Albone per sfangarla ne saremmo certamente felici, ma ahimè so per certo che non è così, ma non disdegno di aspettarmi sempre delle buone nuove dalla splendida Emilia. Ho trovato in questo vino due o tre cosettine che mi sono piaciute parecchio, oltre al colore rubino vivace con sfumature porpora. Un naso delizioso, di quelli classici si direbbe, di mora, frutti rossi maturi, ma anche lievi nuances di erbe officinali. Il primo assaggio poi è sincero, l’approccio disincantato, ma infonde subito l’idea di un vino più arcigno di quanto ci si aspetti. In etichetta marca 12 gradi in alcol (io credo invece che ne abbia almeno un mezzo punto in più), si profitta della carbonica per danzare liberamente al palato, ma di stoffa ce n’è e te ne accorgi al secondo bicchiere: il frutto è croccante, turgido, se ne giova la beva che rimane fluida e succosa ma non certo disattenta, il tannino concede solo una labile e piacevole sensazione, ma la spalla acida c’è e non vuole certo defilarsi, sa che gli tocca un ruolo di primo piano; e noi glielo serviamo, sul piatto s’intende! Ben fatto Gian Paolo, ben fatto…

La nostra Lilly Avallone ha pensato e realizzato questa ricetta in virtù del  concorso indetto da Podere il Saliceto in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Petrini di Percorsi Di Vino e Daniela Delogu alias Senza Panna. (A.D.)

L’Albone è in cerca di una ricetta d’autore

9 marzo 2011

Leggevo qualche giorno fa sul blog dell’amico Alessandro Marra di questa simpatica iniziativa messa su da Gian Paolo Isabella di Podere Il Saliceto (leggi anche qui ), in collaborazione con due blogger d’eccezione, Andrea Percorsi Di Vino Petrini e Daniela Senza Panna Delogu. Semmai vi girasse pure a voi, e pensate di avere tutte le carte in regola, quello che occorre sapere per parteciparvi lo trovate qui e qui; trattasi in effetti di preparare una ricettina ad hoc da abbinare a L’Albone, un vino prodotto con uvaggio di lambrusco salamino e sorbara prodotto naturalmente dal – mi dicono – simpaticissimo Gian Paolo Isabella. Che dite, ci proviamo?

Le Castagnole

6 marzo 2011

Un dolce tipico del Lazio e della Romagna, così chiamate perché piccole come castagne, dal cuore soffice e abbastanza veloci da preparare; le Castagnole sono famosissime e preparate in molte delle regioni d’Italia anche se spesso riproposte con nomi differenti e con piccole variazioni di ingredienti. Poco o nulla si sa sulla loro origine, ma è certo che sono un dolce tipico di Carnevale e che sono buonissime sia semplici che con un ripieno. Ancora un tocco di dolcezza dalla nostra infaticabile Ledichef per il carnevale dei bambini… (A. D.)

Le Castagnole di Ledichef- foto A. Di Costanzo

 Ingredienti:

  • 300gr di farina
  • 50gr di zucchero
  • 70gr di burro
  • 2 uova
  • 1 bicchierino di anice
  • 1 cucchiaino da thé di lievito in polvere
  • Un pizzico di sale
  • Olio di semi di girasole (per la frittura)
  • 150gr zucchero al velo

Preparazione: setacciate la farina con il lievito, formate poi, in una ciotola piuttosto capiente,  una fontana: unitevi le uova intere, il burro opportunamente fuso, l’anice, lo zucchero ed il pizzico di sale. Lavorate dapprima con la forchetta, quando l’impasto inizia a prendere corpo, portatelo sulla spianatoia ed iniziate a lavorarlo sino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo, compatto ma morbido.

A questo punto tiratene via dei piccoli pezzi e formate dei cordoncini che taglierete in maniera regolare ogni centimetro circa, lavorate con le mani questi pezzetti sino ad ottenere delle palline abbastanza omogenee, della grandezza più o meno di una grossa ciliegia; a parte, in una padella antiaderente, portate l’olio alla giusta temperatura e friggete quindi le castagnole sino alla doratura. Ricordatevi che la bontà delle castagnole sta proprio nel cuore morbido e fragrante, pertanto la frittura è un momento nel quale profondere la massima attenzione! Spolverizzare infine con abbondante zucchero al velo e portarle in tavola.

E’ possibile ottenere un buon risultato anche farcendo le castagnole, poco prima di friggerle con, per esempio, delle amarene sciroppate oppure un classico di sempre, con delle gocce di cioccolato fondente. 

La Lasagna di Carnevale alla maniera napoletana

5 marzo 2011

E’ forse il piatto più rappresentativo della cultura gastronomica napoletana, non fosse altro perchè sposa appieno due concetti alquanto funzionali e complementari tra loro: è un piatto unico a tutti gli effetti, e si conserva, cosa di non secondaria importanza, divenendo oltretutto ancora più saporita, per almeno un paio di giorni dalla sua preparazione. A questo, se ci unite l’aspetto romantico, tutto napoletano, di partire dalla base di un ragù alla maniera tradizionale, vi renderete conto che più di un semplice piatto della tradizione partenopea, andate preparando una vera e propria opera d’arte. (A. D.)

La Lasagna Napoletana - foto A. Di Costanzo

ingredienti per 10/12 persone:

per il ragù

  • 500 gr di tracchiolelle e salsicce di maiale (chi preferisce, cervellatine)
  • 1 kg di pomodoro passato
  • 2 cipolle, sedano e carote q.b.
  • olio d’oliva extravergine, un cucchiaio di sugna
  • sale q.b. 

per le polpette

  • 500 gr carne macinata (bene se mista di vitello e di maiale)
  • pecorino grattuggiato (preferibilmente non romano)
  • pane raffermo
  • 4 uova

per la composizione, prima di passarla al forno

  • 1 kg di sfoglia per lasagna
  • 500 gr ricotta
  • 300 gr formaggio mediamente stagionato (vaccino)
  • 5 uova (lesse)
  • 100 gr salame napoletano

Preparazione: tutto ha inizio con un ragù come dio comanda, cominciando da un soffritto in olio, con l’aggiunta di un pizzico di sugna, di cipolla, mezza carota ed un gambetto di sedano, il tutto finemente tritati. Unitevi quindi le tracchiolelle e le salsicce (o le cervellatine), fate indorare. A questo punto versate tutto il pomodoro e, a fuoco lento, lasciate cuocere per alcune ore.

A parte, preparate le polpette con la carne macinata, le uova, il pane raffermo precedentemente ammorbidito (senza esagerare) e ben strizzato, il pecorino, sale quanto basta. Qui la tradizione vuole polpette di sostanza seppur la nouvelle vague le esiga piccoline, quindi fate vobis, prima di passarle alla frittura in olio extravergine d’oliva. Unitele quindi al ragù in cottura.

Lessate a questo punto le sfoglie di lasagna avendo cura di lasciarle al dente; ricordatevi che questo è un piatto da finire di cuocere in forno. Così, strato dopo strato passate a comporre il ruoto di lasagna: in una teglia da forno versate un’abbondante cucchiaiata di ragù, quindi sistematevi sul fondo la sfoglia, poi ancora del ragù, la ricotta, infine una spolverata di pecorino, il salame, le fettine di caciocavallo, ed in sequenza, uno strato di sfoglia dopo l’altro, ancora ragù e ricotta, quindi le uova che avrete precedentemente lessato e tagliato a fette. Ricordatevi: la lasagna, più è alta meglio è, inoltre è bene ricordarsi di servirla tiepida, o riscaldata, almeno un paio d’ore dopo la cottura.

Krapfen, e il dolce Carnevale di Graz

18 febbraio 2011

Il Krapfen è un dolce nato nel ‘600 e di origine austriaca, per la precisione di Graz, il capoluogo della Stiria, meravigliosa cittadina immersa nel verde. Questo fragrante dolce dal ripieno di marmellata di albicocche, è conosciuto anche in Baviera, come “Faschingskrapfen auf Grazer art”, cioè “dolce di Carnevale alla moda di Graz”, poiché veniva preparato per le feste di carnevale, quando venivano fritti e venduti per strada. Da Graz fu presto esportato a Vienna, quindi nel Lombardo-Veneto e soprattutto in Trentino, dove ancora oggi vengono serviti, ci dicono, i migliori krapfen che si possono trovare in Italia. (A. D.)

Krapfen - foto A. Di Costanzo

Di norma quello che un krapfen deve assolutamente avere per essere considerato tale è il ripieno di marmellata di albicocche – da introdurre prima di friggere il dolce, perchè tutta la pasta ne assorba l’aroma – anche se volendo potreste riempirli con alcune varianti come della crema pasticcera, la cioccolata o altro; e naturalmente la ricopertura di zucchero al velo; La ricetta originaria prevede che debba essere stato impastato e fritto con lo strutto migliore, noi ovviamente vi indichiamo per comodità di utilizzare un buon olio di semi, e di servirlo naturalmente caldo.

Ingredienti:

  • 350gr farina
  • ½ bicchiere di latte
  • 20gr dilievito di birra
  • la scorza di 1 limone
  • Un pizzico di sale
  • 60gr diburro
  • 2 uova
  • 1 bustina di vanillina
  • 70gr di zucchero
  • 250gr di marmellata di albicocche per la ricetta originale (per il ripieno)
  • zuccheroa velo q.b. (per spolverizzarli)
  • olio di semi di girasole (per friggere)

Preparazione: sciogliete il lievito in mezzo bicchiere di latte appena tiepido. Formate con la farina una fontana, unitevi lo zucchero, il burro sciolto, le uova, il pizzico di sale, la vanillina, la scorza di limone grattuggiata ed il lievito. Iniziate a lavorare gli ingredienti con una forchetta, passate quindi ad impastare con le mani; lasciate quindi riposare per almeno due ore avendo cura di coprire con un tovagliolo di stoffa. Successivamente stendere la pasta e ripiegarla più volte su se stessa come se la lavoraste per la pasta sfoglia, ridurla quindi ad uno spessore più o meno di mezzo centimetro e ricavarne tanti dischi di pasta (con un coppapasta o un bicchiere) quanti se ne possono ottenere.

A questo punto riempite la metà dei dischi con della marmellata di albicocche (aiutandovi con un cucchiaino da thè), spennellatene i bordi con dell’albume e chiudeteli quindi con i rimanenti dischi facendo una leggera pressione lungo la circonferenza affinchè si attacchino bene. Lasciate riposare i krapfen ancora una mezz’ora prima di friggerli in olio bollente. Quando saranno cotti toglierli dalla padella e spolverizzarli con lo zucchero a velo.

Mmm… Plumcake salato con spinaci e Provolone

1 febbraio 2011

Più o meno in diretta dalla Premiata Forneria Ledichef, il Plumcake salato con spinaci e Provolone; il profumo mi pareva straordinario, ma il sapore lo è ancor di più: tutto merito del mio lavoro di gomito con le uova :-). (A. D.)

Ingredienti per 8 persone:

  • 360 gr di farina bianca “00”
  • 6 uova (per intero)
  • 1 manciata abbondante di spinaci (crudi)
  • 200 ml di latte
  • 350 gr di Provolone mediamente stagionato
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • 1 bustina di lievito
  • 4 cucchiai di Parmigiano Reggiano
  • Burro q.b.
  • Sale e pepe nero macinato fresco q.b.

Preparazione: lavorate per bene in una boule d’acciaio le 6 uova aggiustate di sale e pepe ed un filo abbondante di olio extravergine d’oliva. Unitevi successivamente la farina ed il lievito, mescolate sino ad ottenere un composto omogeneo e fluido.

A questo punto aggiungete all’impasto il Provolone tagliato a dadini piccoli e gli spinaci, ben lavati e tagliati grossolanamente; spolverate con il Parmigiano Reggiano ed amalgamate il tutto unendovi ancora un sottile filo d’olio extravergine d’oliva.

A parte imburrate un classico stampo da Plumcake, passatevi della farina al suo interno e versatevi tutto l’impasto (ne riempirete poco più della metà, ndr). Infornate a 180° per circa 50 minuti. “Il profumo che aleggerà nell’aria in cucina sarà solo un sottile supplizio in confronto alla bontà che porterete in tavola”.

Una volta lasciato raffreddare, portatelo in tavola su di un tagliere e servitelo affettandolo come del pane in cassetta. Formidabile accompagnamento agli antipasti, buono da servire anche con formaggi freschi.

Torta di mele, con l’Annurca è più buona!

18 gennaio 2011

Avere amici che amano la buona cucina (e il vino) non è in fin dei conti la sola colpa per quel rapporto mai decollato con la tua bilancia, e se, nonostante il tempo per stare assieme è sempre troppo poco, ti ritrovi dopo dieci anni ad avere sempre un gran piacere a passarci una giornata a tavola, alla fine val bene litigarci con quell’arpìa di una lancetta. Questo splendido dolce è opera di un omone grande e grosso ma che ha, nella vita come ai fornelli, una sensibilità da première etoile! 

Ingredienti:

  • 3 uova (di cui solo i tuorli)
  • 150gr di zucchero
  • 115 gr di burro
  • 300 gr di farina 00
  • 3 dl di latte
  • 1kg di mele varietà Annurca (ottima anche la Renetta)
  • 60gr di gherigli di noci (se preferite nocciole)
  • 60 gr amaretti
  • 1 bicchiere di liquore amaretto di Saronno
  • 1 bustina vanillina
  • 1 bustina di lievito
  • Pangrattato q.b.

Preparazione: lavorare i tuorli d’uovo con lo zucchero, aggiungere il burro precedentemente ammorbidito, quindi la farina (opportunamente setacciata), il latte, la vanillina ed il lievito sino ad ottenere un impasto omogeneo e privo di grumi grossolani.

Lavate e sbucciate le mele Annurche, tagliatele a fette ma non propriamente sottili – così da preservarne l’integrità che dopo la cottura vi lascerà ben masticare il frutto nella torta. A parte imburrate e rivestite di pan grattato una teglia da forno, versatene una prima metà dell’impasto ricoprendo con un primo strato di mele (più o meno i primi 500gr). Versare quindi l’impasto restante completando con un secondo strato delle mele rimaste. Spolverare superficialmente con dello zucchero raffinato che caramellando in forno conferirà lucentezza alla torta. Cuocere per circa 1h in forno a 180°.

Nota a margine: la torta di mele Annurche è più buona se prima di servirla riposa almeno 8/10 ore. Questa ricetta è di uno dei miei più cari amici, Raffaello Bessi, che per mestiere fa il geometra ma che in cucina ne metterebbe in fila parecchi!

Fagottini di zucchine con ricotta, 2011

12 gennaio 2011

Una ricetta facile facile per un delizioso appetizer da utilizzare come benvenuto di intrattenimento di ospiti impazienti o magari rustico “finger food” dal sapore autentico e tradizionale. Lilly, la nostra Ledichef, alle prese con il fine spesa settimanale, così s’è inventata questi Fagottini di zucchine ripieni con ricotta, che serviti caldi, credetemi, sono una vera delizia per il palato! (A. D.)

Ingredienti per 18 Fagottini:

  • 4 zucchine di media grandezza
  • 250gr di ricotta
  • 2 uova
  • sale e pepe q.b.
  • 1 conf. di pan grattato
  • olio di semi di girasole per la frittura q.b.

Preparazione: lavare accuratamente le zucchine, asciugarle e tagliarle a fette (di lungo) più o meno sottili, passarle alla piastra facendo attenzione a non arrostirle troppo. A cottura ultimata, su un piano da lavoro, disponete tutte le fette due a due incrociandole. A parte lavorate la ricotta con del pepe macinato fresco e ponetene una sufficiente quantità al centro delle zucchine.

Frattanto, in una padella, versate abbondante olio di semi e portatelo alla giusta temperatura per la frittura. Preparate ora le due uova sbattute che serviranno per l’impanatura aggiustandole con poco sale. A questo punto, incrociate le fette di zucchine richiudendole su se stesse, assicurandovi che i fagottini risultino ben chiusi da tutti gli angoli; passateli uno ad uno nell’uovo sbattuto, poi nel pangrattato, quindi in padella a friggere. Lasciare asciugare su carta da cucina prima di servire.

Per il servizio: Come detto, questi fagottini possono risultare adatti a diverso utilizzo in un menu; perfetti come stuzzichino di benvenuto, adattabile ad un finger food da servire a vassoio e perchè no, come contorno nuovo per il pesce o delle carni bianche non salsate. Portateli quindi in tavola singolarmente, in un piccolo piatto da portata, oppure, infilzati da uno stecchino, in vassoio.


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