Archive for the ‘I LUOGHI DEL GUSTO’ Category
17 novembre 2014
Vieni a Sud che ci trovi il mare, il sole e la fantasia verrebbe da dire ogni qualvolta ti ritrovi a scrivere qualcosa dopo aver mangiato da Marianna e Pino. Che pure se a Quarto il mare non c’è la mia è una mezza verità che nessuno potrà mai smentire.

Marianna Vitale quest’anno ha fatto il botto: è Cuoca dell’anno per la Guida ai Ristoranti d’Italia L’Espresso, Chef donna dell’anno per Paolo Marchi di Identità Golose, dalla Michelin ha visto confermata la sua (luminosa) Stella e il Gambero ne comprova senza mezzi termini la crescita ormai esponenziale; un grande successo insomma, un momento d’oro che si merita tutto e che premia anzitutto il suo talento purissimo, quasi una vocazione, ma anche l’intuizione, il sacrificio enorme di una ragazza che si è letteralmente inventata il lavoro della sua vita. E il bello, pare, deve ancora venire…

Nell’ultimo mese ci sono tornato due volte, dapprima con un po’ di amici per festeggiare la chiusura della stagione a Capri, poi giusto una settimana fa per conto mio. Due momenti da mettere qui sul diario, due momenti colmi di suggestioni, colori, profumi e di straordinaria gioia, quella che viene fuori da ogni piatto di Marianna grazie anche all’armonia che regna in sala con il buon lavoro di Pino, Carmine e Giannantonio.
Allora si comincia così, con Cotechino e friarielli ed una Zuppa di fagioli cannellini, sconcigli e funghi, due piccoli appetizer di benvenuto. Il Cotechino è quello (artigianale) di Mario Carrabs, il resto è bontà del territorio flegreo.

Uno dei migliori piatti per freschezza ed armonia è la Minestra di mare con verdura e frutta di stagione, uno di quelli nuovi in carta quest’anno. Marianna nei suoi piatti sembra amare molto le spigolature, magari anche sovrapporle, andarci in contrasto ma senza annullarle del tutto. Un segnale di forte vitalità. Come l’uso dell’acidità come una sfida non necessariamente da vincere.

Ci arriva quindi la Zuppa di Maruzzielli, o lumachine di mare, un fuori carta giustamente ‘forte’ che mi riporta all’infanzia e a certe domeniche in cui il vero e proprio ‘spasso’ era tirarle vie dal guscio con l’ago di mamma, stando però attenti a che non te le fregassero una volta ‘pulite’. Piatto di straordinaria succulenza.

Tra le decine di bottiglie provate, prima in compagnia di amici e poi successivamente con Lilly mi è rimasto impresso più di tutti questo meraviglioso Trebbiano d’Abruzzo 2011 di Emidio Pepe, bianco di grande carattere, a pieno titolo nella storia del vino italiano ma che mancavo di provare da qualche tempo: mi ha conquistato subito, sin dal primo sorso, vibrante e compulsivo, con un naso ampio e suggestivo, pieno di sfumature ed un sapore mascolino e sapido. Sui generis.

Questo qui potremmo definirlo il trionfo dello Spaghettone: l’abbiamo provato con Ricci di mare e Bufala (1), poi con Cipolla rossa, acciughe e lime (2), infine con Carciofi e colatura di alici (3), grandiosi! Infine l’Impepata¤, il meraviglioso schiaffo alle papille gustative del Mischiato delicato con cozze, pepe e limone (4).

Altro giro altre sensazioni. Molto buono lo Sgombro arrosto, gazpacho e grano spezzato (1), con la vellutata delicatezza del gazpacho che inchioda le velleità dello sgombro; sapori netti invece con il Vitello Stonnato, già un must qui a Sud, ovvero lingua di vitello con pesce azzurro marinato alla shiso, maionese al pomodoro e polvere di capperi (2).
Quindi Il baccalà e la parmigiana di melanzane (3), forse l’unico piatto che pur buono lascia pensare alla necessità di una rivisitazione, quantomeno nel servizio. Infine Il Gran Fritto (4), quello tradizionale presentato però in tavola con grande garbo e finezza. Una gioia per gli occhi e per la gola.

A chiudere, ancora un fuori carta, Calamaretti spillo con il loro quinto quarto e nero di seppia, forse il piatto più ‘gurmè’ della batteria ma che ai palati più attenti ed esigenti piacerà senz’altro. C’è dentro intuizione e tecnica, fattori che non sfuggono (quasi) mai all’appassionato di turno.

Due parole sulla carta dei vini: la cantina di un ristorante negli ultimi dieci anni ha subito cambiamenti epocali, via le carte infinite, quantomeno non sono più il modello da seguire, libroni quasi sempre buoni solo per aumentare di qualche metro quadrato l’ego del patron o sommelier di turno, un cambiamento di rotta che ha dato il là ad un rinnovamento necessario e tangibile anche nei migliori ristoranti ‘stellati’.
Ecco che il lavoro di fino di gente attenta e scrupolosa come Pino, aperta alle novità ma senza strafare, merita rispetto e valorizzazione; Sud ha una carta dei vini che segue pari passo la crescita della sua cucina, continua a girare sulle 250 etichette dove trovano spazio nomi noti ma anche buone chicche, con ricarichi anche abbastanza centrati.
Bene, questo è, sono tornato a Sud con il desiderio di stare bene, me ne sono andato via assaporandone già nuovamente il ritorno. ‘…Però per favore non farlo nuovamente tra due anni’, mi dicono.
Chiacchiere distintive, Marianna Vitale.
Quarto, dietro l’angolo c’è Sud.
Ristorante Sud
Via SS Pietro e Paolo n° 8 Quarto (Napoli)
tel. 081.0202708
www.sudristorante.it
Aperto la sera, domenica e festivi a pranzo Chiuso il lunedì
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:cozze, emidio pepe, gran fritto, impepata di cozze, marianna vitale, mischiato dei campi, pino esposito, quarto, quinto quarto, spghettoni, sud, sud ristorante, trebbiano d'abruzzo
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15 novembre 2014

4 Cucchiaio&Forchette (luogo di Gran confort)
2 Stelle (Tavola Eccellente)
Grappolo Rosso (Specialità e Vini scelti)
Un vasto e raffinato salotto dove l’illuminazione, tessuti e decorazioni creano un’ineguagliata armonia di stile e benessere; in cucina il giovane Migliaccio si fa portabandiera di piatti mediterranei e creativi, eleganti e sofisticati. Risotto ai ricci di mare con colatura di alici, acqua di pomodoro e friselle al finocchietto. Scorfano in guazzetto con peperoncini verdi e pomodori brasati. Sfera di cioccolato al latte con prugne alla lavanda e mandorle tostate.
Confermata la Stella al Riccio Restaurant&Beach Club.
Entra in Guida 2015 anche LARTE Milano.
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Tag:andrea migliaccio, angelo di costanzo, big picture, capri palace hotel anacapri, due stelle michelin a Capri, fausto arrighi, il riccio, l'arcante, l'olivo capri palace, la guida rossa, larte milano, Michelin 2014, quarto, ristorante il riccio, Sergio lovrinovich, stella michelin a quarto, stelle michelin a Capri
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21 ottobre 2014
‘L’alta cucina è una continua ricerca di armonia tra ingredienti diversi che insieme esprimano equilibrio e sostanza…’ Stronzate! L’alta cucina è portare in bocca un cucchiaio di questo piatto di Marianna¤ e dire… Oh cazzo!

Impepata, Mischiato delicato con cozze, pepe e limone. Ci puoi stare ore lì a pensarci, forse anche dei giorni: ti piace, non ti piace, troppo pepe, troppo limone. E poi l’equilibrio, eh… l’equilibrio?
E invece… invece no, qui non serve null’altro, qui vale la memoria, l’intuizione, il talento, l’azzardo, mettere nel piatto e portare in tavola qualcosa che ha del geniale, una zingarata capace di rompere il ghiaccio e scaldare gli animi! Troppo, troppo forte!
Ristorante Sud
Via SS Pietro e Paolo n° 8
Quarto (Napoli)
tel. 081.0202708
www.sudristorante.it
Aperto la sera, domenica e festivi a pranzo
Chiuso il lunedì
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9 ottobre 2014

Voto: 17
Due Cappelli: cucina di gran qualità.
Bicchiere: particolare cura nella ricerca e nel servizio dei vini, internazionali, nazionali o locali.
Non si arresta la gioiosa macchina da guerra inventata da Tonino Cacace, capace di trasformare un albergo vecchiotto di Anacapri in una delle mete di turismo d’elite più ricercate. Il ristorante si è allargato, salotto aperto che lambisce l’acqua della piscina, ad affascinare una clientela sempre più internazionale, da giapponesi tanto curiosi quanto discreti a brasiliani esuberanti come noi. Un parterre d’eccellenza che porta Andrea Migliaccio a premere l’acceleratore su una linea di cucina sfrontatamente mediterranea, anzi orgogliosamente campana, sostenuto dalla grande cantina messa insieme senza risparmio da Angelo Di Costanzo (giocando tra le etichette della regione e l’eccellenza mondiale) e dall’impeccabile servizio guidato dal discretissimo Luca De Coro. Parliamo delle novità: entusiasmante accoppiata piccante nella zuppa di sconcigli (lumachine di mare) e trippa di vitello, inattese consistenze di affinità elettive. Altrettanto azzeccati i fusilli al ferretto, legati dalla cipolla e dal pecorino di una delicatissima genovese di coniglio. Avvertenza per la gola: dopo anni, viene infranta l’ossessione delle porzioni piccole, le zuppe e le paste potrebbero essere un piatto unico, per gusto e la ricchezza. Secondi: light con la spigola friarielli e maionese, meno light con la pancia di maiale croccante. Babà da concorso. Degustazione 120 euro, Alla carta 160.
Sempre presente in Guida 2015 anche Il Riccio¤, ristorante&beach club, 14
Entra in Guida 2015 anche Larte¤, ristorante in Milano 14.5
L’Arcante – riproduzione riservata
© da Le guide de L’Espresso – I ristoranti d’Italia 2015
Tag:angelo di costanzo, capri palace, guide ai ristoranti d'italia 2015, il riccio, l'espresso, larte milano, luca de coro
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8 ottobre 2014
Si tratta di una pizza preparata in un certo numero ed esposta in una vetrinetta riscaldata all’ingresso delle pizzerie napoletane dove la pizza si serve sin dalla prima mattinata. Chi, a metà mattina, sente un certo languorino, va dal pizzaiuolo all’angolo e si compra una pizzella – generalmente una Marinara o Margherita in miniatura, cioè più piccole di quelle generalmente servite ai tavoli -, la piega ‘a libbretto’ e se la porta via. A Napoli è il cibo di strada per antonomasia!

Chiat’a libbretto è un’efficace espressione che a Napoli ha anche altri significati, soprattutto ‘portare pazienza’ o, meglio ‘essere coscienti dell’impossibilità di cambiare le cose’, eccetera. Ciò deriva dal fatto che un tempo era possibile mangiare la pizza seduti al tavolo solo per coloro che godevano di una certa condizione agiata. Gli altri, quelli meno fortunati, potevano mangiarla si, ma fuori, in piedi, così piegarla in quattro – a libbretto, appunto – consentiva di gestirla al meglio con le mani evitando che pomodoro, mozzarella ed olio potessero sgocciolare.
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Tag:bernardo iovene, fiorenzano, napoli, non bruciamoci la pizza, pizza a libbretto, report
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19 agosto 2014
Nando non ha certo bisogno della mia pubblicità, ormai la sua Osteria¤ è un riferimento per tanti appassionati nei Campi Flegrei, un luogo del gusto che in pochi mancano di conoscere.

Dell’Abraxas ne ho scritto con piacere diverse volte anche se, lavoro permettendo, da quelle parti ci si ferma con molto piacere molto più spesso di quanto sia necessario raccontare. Di corsa desidero però lasciare una nota per la splendida novità dell’anno, il forno a legna e il piccolo girarrosto messi su come divertissement per se e per i suoi ospiti, oltre che un plauso per il rinnovato ambiente esterno per metterli ancor più a loro agio.
La pizza nel ruoto, il pollo ruspante, le varie ciambotte al forno sono solo le prime novità di un menu già arricchito per la verità questa primavera ma che nel prossimo autunno conterà di stupire ancor più e conquistare con i profumi e i sapori di un tempo, sempre più merce rara non solo da queste parti.
Insomma, Nando ha le idee chiare e guarda lontano ma tiene i piedi ben piantati per terra, fortemente radicati alle origini; un passo alla volta – slow! come dice lui -, senza fermarsi un attimo come mai in questi ultimi 12 anni di attività, anche per questo il ruolo di Oste che si è cucito addosso gli sta proprio bene, un ruolo che in molti, da almeno vent’anni rimpiangono sempre di più…
Pozzuoli, Osteria Abraxas
Abraxas Osteria
Via Scalandrone, 15
Tel.: 0818549347
Chiuso il Martedì e la Domenica sera
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:l'arcante, nando salemme, osteria abraxas, osterie d'italia, pozzuoli
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10 agosto 2014

Qui¤, l’amica Giulia Cannada Bartoli qualche anno fa ne raccontò tutta la storia ricchissima e suggestiva. Io, ogni qualvolta ci passo davanti, praticamente tutte le settimane, non posso che fermarmici almeno un momento. Una volta una pizzetta, un’altra volta una Montanara fritta, poi il panino con le melenzane a funghetto… Insomma, non se ne può fare a meno!
Friggitoria Fiorenzano
Via Pignasecca 48, Napoli
tel. 081.551.1993
Friggitoria napoletana e cucina tradizionale partenopea. Nelle vicinanze c’è anche l’antica e più famosa Trattoria Tripperia Le Zendraglie da cui nasce, nel 1924, il mito della famiglia Fiorenzano in Pignasecca a Napoli.
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:fiorenzano, friggitoria, napoli, pignasecca, street food
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8 aprile 2014
‘C’ero anch’io quella sera a cena in Ca’ del Bosco…’. Quando un giorno ci ritroveremo tra amici a ricordare certi posti e certe esperienze memorabili la cena di Massimo Bottura dello scorso 6 aprile rimarrà sicuramente negli annali come una delle più belle esperienze gastronomiche vissute.

L’invito era per le otto ma sono arrivato in Franciacorta molto presto, in pieno pomeriggio, avevo tra l’altro alcune mie cose da vedere per la cena dell’indomani preparata proprio dal nostro Andrea Migliaccio.
Durante il pomeriggio, su quel prato intorno la cantina ci siamo incrociati più di una volta: un saluto sincero, qualche convenevole, un curioso siparietto con lui impegnato a tener conto ad una sua collaboratrice delle tante date che prossimamente lo porteranno in giro per gli Stati Uniti – proprio come una Rockstar alle prese con il suo imminente tour -; io lì, così, ad ammirarlo e guardarmi un po’ intorno. Maurizio Zanella, più tardi, ci ha poi ri-presentati.
E a fine serata, tra le tante scattate con lui là in cucina a saltarci addosso, questa foto. La terrò custodita con particolare affetto e stima.

Da Modena a Mirandola: Sbrisolona, Cotechino, Zabaione (con il Lambrusco al posto del Marsala), Aceto Balsamico Villa Manodori. Come un Panino con la Mortadella.
La cronaca della serata è un susseguirsi di grandi sapori, contrasti, ricordi, rimandi, sorprese. Nessuna sovrastruttura. Non bastano certo 10 foto a scaldare il cuore come non bastano 5 piatti per sintetizzare il Bottura pensiero. Di sicuro però il perchè Massimo sia lì, al top della cucina italiana, te ne accorgi davvero con poco!

Tortellini con la panna? Dippiù! Di quelle cose che ti rimangono dentro a vita! Tirati a mano, la crema densa è ottenuta con acqua e Parmigiano Reggiano, uno straordinario Parmigiano Reggiano! E cosa non secondaria, davvero strabiliante l’abbinamento con lo Chardonnay 2005 di cui poi vi scriverò. Un piatto, il suo vino!

Lo show in sala, con l’impiattamento dello Psychedelic Spin Painted Veal: Vitello cotto a bassa temperatura (sottovuoto e poi ricoperto di cenere e carbone), dipinto con Clorofilla, succo di Barbabietola, crema di Patate e Aceto Balsamico. Il Predessert? Un Risotto Aromatico: profumato agli agrumi e spezie con, sul fondo, Coppa di testa. Da pazzi guarda!

Tiramisù. Uno dei più antichi dolci italiani rivisto alla sua maniera. Pochi fronzoli, infinita leggerezza. Non so quando ma presto o tardi si va in Francescana: tradizione, materia, visione, tecnica, sospensione. Ecco.
Dei vini di Ca’ del Bosco, come accennato, ne scriverò più dettagliatamente successivamente. Abbiamo bevuto: Franciacorta Annamaria Clementi 2005, Chardonnay 2005, Pinero 2003, Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2005.
______________________
Osteria Francescana¤
Via Stella 22, Modena
Tel. 059210118
http://www.osteriafrancescana.it
Ca’ del Bosco¤
Via Albano Zanella 13, Erbusco (Bs)
Tel. 030 7766113
info@cadelbosco.com
http://www.cadelbosco.com
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Tag:aceto balsamico di modena, ca' del bosco, da mirandola a modena, massimo bottura, maurizio zanella, mortadella, osteria francescana, tortellini con panna
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4 aprile 2014
Vittorio Fusari è conosciuto per la sua grande dedizione alla ricerca delle migliori materie prime, alla Dispensa ci tiene ad un approccio moderno ma ben radicato nella sua tradizione, fruibile ed immediato.

Per chi viene in Franciacorta il locale è facilmente raggiungibile, il posto è carino, un po’ winebar¤, un po’ ristorante, il menu¤ è variegato e prevede, tra gli altri, tanti prodotti Presidio Slow Food giustamente sottolineati in carta. Da bere manco a dirlo, come affacciarsi dal balcone in queste terre (ma non solo).

I piatti in questo momento della stagione guardano alla freschezza e ai contrasti: ‘mozzarella di bufala, ostriche e acqua di mare’, la ‘battuta di gamberi rossi, gelato ai pistacchi’, ‘uovo e insalata’ alcuni tra quelli provati che Vittorio ci ha voluto proporre.
Dispensa Pani e Vini Franciacorta
Via Principe Umberto, Torbiato Di Adro (Bs)
Tel. 030/7450757
http://www.dispensafranciacorta.com
enoteca@dispensafranciacorta.com
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:adro, bellavista, ca' del bosco, dispensa pani e vini, franciacorta, torbiato, vittorio fusari
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1 aprile 2014
‘Nerofuso, biancofuso o lattefuso?’ E’ la primissima la domanda che ti viene fatta un’attimo prima di prepararti il cono, mentre tenti di scegliere quello giusto tra una selezione di più di trenta gusti tra creme e frutta.

Nerofuso, biancofuso o lattefuso che sgorga caldo da tre fontanelle alle spalle dei bravi gelatieri intenti a ripetere come fosse un rituale, ogni volta unico, l’arte di preparare il cono. Un momento bello da vedere che incuriosisce e conquista. Di cioccolatItaliani¤ ce ne sono 3 solo a Milano, molti altri in Italia e nel nel mondo. Io sono stato in quello di via San Raffaele, a due passi dal Duomo.

Ancora una volta mi sono fatto la mia bella fila, 27 minuti (!), ma alla fine sono riuscito ad avere il mio cono con Nerofuso e ‘Fior di Panna e Theobroma’. Un cliente più o meno ogni 60 secondi, la media con cui riescono a servire al banco. ‘Lo facciamo davanti a tutti¤‘ recita la scritta sulle magliette dei bravi gelatieri in servizio. Insomma, un gelato buono ed appagante, che in fin dei conti è pure divertente da veder prendere forma.
CioccolatItaliani
Via San Raffaele 6, Milano
Tel. 02 4887763
duomo@cioccolatitaliani.it
www.cioccolatitaliani.it
Dal lunedì alla domenica 7:30 – 24:00
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:arcante, biancofuso, cioccolati italiani, cioccolatitaliani, cono, gelateria a milano, gelaterie, gelato a Milano, lattefuso, nerofuso, theobroma
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30 marzo 2014

Trasferitasi dalla Puglia con la sua famiglia nel 1949, la Signora Giuseppina Luini¤ rileva a Milano il forno di Via S. Radegonda 16. L’intuizione di far conoscere i panzerotti¤, tipico prodotto pugliese, viene proprio da lei.
Negli anni sarà un successo incredibile! Intere generazioni di giovani milanesi sembra siano cresciuti a suon di Panzerotti con mozzarella e pomodoro della famiglia Luini. Oggi l’offerta si è ampliata ‘cedendo’ anche ad alcune ‘contaminazioni¤’ e a varianti dolci¤. La fila però è sempre quella, se non di più. Domenica chiuso.
Luini – Panzerotti
Via Santa Radegonda16, Milano
Tel. 02 86461917 – 02 86461917
info@luini.it
Il lunedì 10:00 -15:00
Dal martedi al sabato 10:00 – 20:00
Non si escludono aperture straordinarie
© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:centro milano, expo 2015, luini, milano, panzerotti luini, street food, via radegonda
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24 marzo 2014

A due passi da Piazza della Scala a Milano uno dei punti Grom in città. Doverosa una visita, anzi due, per provare ‘il gelato come una volta’. Cono perfetto, Buone le creme¤, quella ‘Grom¤‘ su tutte, gusto noce davvero buonissimo, a dirla tutta un po’ meno i gusti alla frutta¤ (limone un tantino ghiacciato). Tanta gente ad ogni ora, un successo che fa bene al buon made in Italy, però 17 minuti di fila – in strada – per lo scontrino sono un po’ tanti, una vera prova di alta fedeltà.
Grom
Via S. Margherita, 16 (a 100mt dal Teatro alla Scala) – Milano
Tel. 02.80581041
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Tag:gelateria grom, gelato, grom, il gelato come una volta, milano, piazza alla scala
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22 marzo 2014

In centro a Milano, a due passi dal Duomo, in piazzetta Pattari c’è questo piccolo Bar-Caffetteria-Paninoteca¤ che vive praticamente tutti i momenti della giornata, dalla colazione al pranzo all’aperitivo¤ (l’ape a Milano, ndr) pieno di bella gente. Qui sotto alcuni scatti del momento dell’allestimento del banco per l’aperitivo, dalle 17.00.

Pandino Il Panino
Piazzetta Pattari, 2 Milano
Tel. 02 80583276
mail ordini@pandinoilpanino.it
www.pandinoilpanino.it
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Tag:ape, aperitivo, duomo, milano, panino il pandino
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17 marzo 2014
Abbiamo beccato proprio una bella giornata di sole per il nostro giro in Franciacorta. A breve alcune note sui vini di Bellavista, frattanto segnatevi il nome e l’indirizzo di questo bel posto nel cuore di Borgonato.

Stefano Cerveni gestisce il Due Colombe¤ al Borgo Antico della Distilleria Franciacorta¤ con la sua compagna, ci tiene a non far mancare di tanto in tanto la sua presenza in sala nonostante uno staff attento e professionale.

Una cucina essenziale, territoriale ma senza far mancare una visione innovativa e buona tecnica d’esecuzione. Il crostone con Salmierino alle erbe, i Cappelleti con Baccalà in brodo di pesce (una vera esplosione di sapori), lo stinco di Vitello glassato con tartufo e purè di patate, sono solo alcuni dei piatti in carta saggiati. Buonissimi anche i formaggi d’alpeggio.

Una piacevole sorpresa poi ritrovare l’amico Nicola Bonera¤, uno dei migliori sommelier d’Italia che segue da qualche tempo la carta qui al Due Colombe. Con lui abbiamo buttato un occhio alla piccola e suggestiva cantina che oltre ai tanti Franciacorta e Curtefranca non fa mancare grandi vini delle Langhe e qualche buona referenza dall’Italia e dal resto del mondo. Menu degustazione a 70 e 85 euro¤.
Due Colombe Ristorante Al Borgo Antico
via Foresti 13 – Borgonato di Cortefranca – Brescia
Tel. +39 030 9828227 | Fax +39 030 9848772
Chiuso: Domenica sera e Lunedí
www.duecolombe.com
stefano@duecolombe.com
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Tag:borgo antico, borgonato, distilleria franciacorta, franciacorta, nicola bonera, ristorante due colombe, stefano cerveni
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8 febbraio 2014
Via Marmolito taglia nel pieno della campagna quartese, di solito la percorri velocemente e generalmente gli occhi li tieni ben aperti sulla strada. Ma giusto a metà strada, sulla destra, al n. 69, ci trovi questo piccolo forno dove la famiglia Di Falco ci fa il pane da tre generazioni.

Il punto vendita è molto ben organizzato: parcheggiata l’auto, non appena sull’uscio si viene immediatamente avvolti dal profumo fragrante del buon pane cotto a legna, inebriati e avvinti dalla vista di tante piccole leccornie dolci e salate in bella mostra nel banco.
Ci sono tanti formati di pani prodotti con varie farine e metodi; ma anche pizze, focacce, rustici e tutto quanto di buono ci si può attendere dalla buona tradizione, con i dolci delle ricorrenze e i manicaretti classici delle feste comandate. Insomma, dei veri piccoli artigiani del gusto che, notizia non trascurabile, lavorano bene e a prezzi pienamente centrati.
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Accademia del Pane – Forno
di Francesco Di Falco
Via Marmolito 69, Quarto (Na)
Tag:accademia del pane quarto, focacce, forno, larcante blog, pane, pizze, via Marmolito
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1 febbraio 2014
Non è difficile trovare una buona pizzeria a Napoli¤ e provincia, da queste parti si vive praticamente di pizza e mai come negli ultimi anni si fa un gran parlare di tradizione, materia prima, impasti, lievitazioni.

E a dir la verità è proprio vero che la pizza non è mai stata così buona come negli ultimi anni grazie anche alla sensibilità delle nuove generazioni di pizzaiuoli che hanno saputo valorizzare al meglio il mestiere, la storia, i segreti e cominciato a metterci anche tanta testa nel lavoro oltre alla naturale vocazione, spesso familiare, e al talento.
Attenzione alla materia prima, alle lavorazioni, ai tempi dicevo; ma anche ai particolari per far star bene alle proprie tavole i propri clienti. Ho consociuto Francesco e Salvatore Salvo¤, anzi Francesco&Salvatore, e più che parlarvi della bontà della loro eccellente offerta vi segnalo l’intelligenza con la la quale si sono messi in testa di cambiare le cose, riuscendoci anche parecchio bene. Come? Andateli a trovare a San Giorgio a Cremano, non ve ne pentirete!
© L’Arcante – riproduzione riservata
Pizzeria Salvo
Francesco&Salvatore
Largo Arso 10-16, San Giorgio a Cremano (Na)
Tel. 081275306
info@pizzeriasalvo.it
http://www.salvopizzaioli.it
Tag:Francesco e Salvatore salvo, Margherita, marinara, pizza, pizza a Napoli, pizzeria napoletana, pizzeria salvo, Salvo unica sede, San Giorgio a cremano
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3 novembre 2013

E’ a due passi dalla stazione Metro 3 Porta Romana, il luogo è carino e ben frequentato, in qualche occasione anche troppo il che rallenta di molto il servizio. C’è cortesia e buon senso, la proposta è variegata e con qualche buona intuizione sul piatto del giorno; la cucina strizza l’occhio alla tradizione toscana anche se non mancano piatti di un po’ ovunque. Pochi i vini a disposizione ma con ricarichi accettabili.
Osteria Casa Tua
via Ludovico Muratori 10 (angolo via Bernardino Corio)
Tel. 05514269
prenota@casatuaosteria.com
http://www.casatuaosteria.com
Tag:cucina toscana, mangiare a milano, metro milano, milano, osteria, osteria casa tua, porta romana
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20 ottobre 2013

E’ uno degli esercizi storici fiorentini la Fiaschetteria¤ della famiglia Gori appena fuori Firenze. Un posto normale, tranquillo, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi, verace mi verrebbe da dire usando un termine a me tanto caro, dove una cucina chiaramente tradizionale ha possibilità, quando si vuole, di grandi abbinamenti¤ con la competenza magistrale di uno dei migliori Sommelier d’Italia in circolazione, l’amico Andrea Gori¤.
Trattoria Da Burde
Via Pistoiese, 154
50145 Firenze
Tel.: 055317206
info@daburde.it
http://www.vinodaburde.com
Tag:andra gori, caffè detto burde, esercizi storici fiorentini, fiaschetteria, firenze, paolo gori, trattoria da burde
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18 ottobre 2013
Voto: 17
Due Cappelli: cucina di gran qualità.
Bicchiere: particolare cura nella ricerca e nel servizio dei vini, internazionali, nazionali o locali.
Quante volte, nei ristoranti dei grandi alberghi, si resta abbagliati dalla perfezione formale di alcune pietanze e magari non altrettanto colpiti al momento dell’assaggio? Qui, nel più prestigioso rifugio dell’Isola Azzurra, questo rischio non è contemplato. Anzi, il giovane chef Andrea Migliaccio continua a scalare imperterrito la strada dell’Alta Cucina, come un atleta che insegue vigoroso la piena maturità senza mollare mai. Il risultato e’ davvero convincente, sotto il segno orgoglioso della tradizione campana, che si rinnova senza complessi, e con una squadra fortemente motivata. Che si tratti della vellutata di cipollotti con guanciale, fava e bottarga, o della trilogia di agnello, non arriva piatto che non sia animato da profondo equilibrio e vivacizzato da un allegro gioco di contrasti: nel coloratissimo risotto, i ricci di mare duellano con la colatura di alici, acqua di pomodoro e dei friselle al finocchietto. Ma la perfezione arriva con le candele spezzate (tartufi di mare, gamberi, broccoli e pecorino) e subito dopo con la triglia (con burrata al limone, fagiolini e patate). Incoraggiati da una Signora Carta dei Vini, gestita alla perfezione da Angelo Di Costanzo, anche gli ospiti più conservatori si abbandonano così al sogno caprese, fino a provare i sapori forti della genovese di coniglio… Degustazione Super da 220 euro, sui 160 alla carta. (da Le guide de L’Espresso – I ristoranti d’Italia 2014)
Tag:anacapri, andrea migliaccio, angelo di costanzo, big picture, capri, capri palace, guide 2014, guide ai ristoranti d'italia, l'espresso, l'olivo, recensioni ristoranti, ristorante l'olivo del capri palace, sommelier, sommelier dell'anno
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10 settembre 2013

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dal Lunedì al Sabato dalle 8.00 alle 23.00
Via Manzoni, 5 Milano
Per informazioni e prenotazioni:
info@lartemilano.com – +39 02 890 96 950
Tag:artemide, baratti&milano, bellavista, ca' del bosco, caffarel, cantine ferrari, capri palace hotel, larte, lartemilano, pomodoro, rampello, sanpellegrino, vedova, via manzoni, zanotta
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9 luglio 2013
Un po’ di tempo fa, era di Maggio, sono stato ospite con un po’ di amici e colleghi a pranzo da Tonino e Rita Mellino nel loro stupendo Ristorante Quattro Passi a Nerano. Si presentavano alcune nuove annate di Silvio Jermann¤.

Una bellissima esperienza. Da tempo mancavo appuntamenti di questo genere per i tanti impegni che durante la bella stagione ti costringono sistematicamente a rifiutare gli inviti. C’è da fare, tanto da fare. Non c’è un momento da perdere…

Però stare assieme a tanti bravi professionisti dell’ospitalità campana fa bene. Un confronto, uno scambio di opinione, due chiacchiere sono sempre assai utili, soprattutto quando accompagnati da una cucina d’autore come quella di Tonino e vini che hanno sempre qualcosa in più da raccontare, ogni anno di più.

‘Ha coraggio Silvio ad uscire col Were Dreams 2011 col tappo a vite’, ci siamo detti. Io ci sono, lui lo sa. Io ci credo. E bene fa a mettere assieme tante personalità, professionisti (qualcuno di lunghissimo corso), per tastare il polso sulla faccenda. Il tappo a vite è il futuro, ne siamo convinti in molti, ma bisogna saper gestire bene la cosa affinché non s’inneschi solo un fenomeno che faccia moda per un po’ e non la storia.

Dei vini magari scriverò un report più in là (ancora?). Di getto vien da ribadire quanto il Vintage Tunina rimanga un grande bianco, uno dei più affascinanti italiani e, più in generale, che anche da queste parti ci si è accorti di quanto sia necessario sempre più riscoprire valori come la ‘leggerezza’ e la ‘franchezza’, soprattutto nei bianchi, riducendo magari all’essenziale l’apporto dei legni a favore di una maggiore freschezza a discapito di rotondità talvolta troppo accentuate. E proprio il Were Dreams 2011 (ma anche il 2010) sta a testimoniarlo.

La cucina del Quattro Passi è un po’ riassunta in queste poche istantanee: mediterranea, istintiva, essenziale, saporita. Vera. Non sta certo a me dirlo, ma mi pare come un tuffo nella tradizione più pura. Che poi ci mancavo da qualche anno e con i locali completamente rinnovati camminare su e giù per le sale, la terrazza, il giardino è un vero piacere. Mi è piaciuto molto la luce che si riesce ad apprezzare ovunque in giro. Poi quel panorama è un vero e proprio regalo pei sensi.

Poi ti portano in tavola le dolcezze e capisci che no, non ti eri sbagliato. Qua è proprio il paradiso! Per inciso, quella tartelletta alle fragoline là credo sia la più buona mai mangiata in vita mia. Fresca, gustosa, appena dolce. Per i Maritozzi, petit fours e coccole a fine pasto poi non ho parole.
Ristorante Quattro Passi
Via A. Vespucci – Loc. Nerano, 13/N
80061 Massa Lubrense
http://www.ristorantequattropassi.com
info@ristorantequattropassi.com
Tel +39 081 8082800
Tel/Fax +39 8081271
Tag:giancarlo marena, jermann, massa lubrenze, nerano, quattro passi, rita mellino, silvio jermann, tonino mellino, tonino quattro passi, vintage tunina, were dreams
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31 ottobre 2012
Mi piacerebbe avere una cantina così – magari tenuta non proprio così -, ma chissà quanto mi divertirei a maneggiare bottiglie del genere. Alcune si perdono nella memoria del tempo. Se provi a fare due conti, non ci arrivi. Però è tanta roba, ve l’assicuro.

E’ il luogo di Maurilio Garola e Nadia Benech, a Treiso, in langa. Un ristorante, con camere, ricavato nell’ex asilo del paese di stile Littorio, del 1931. Grandi vini e buoni piatti della tradizione langarola. Da un piccolo ingresso di entra nella sala grande che affaccia direttamente sulle vigne. La Ciau del Tornavento è uno di quei posti dove può capitare tranquillamente di incrociare, tra tavolate di svizzeri, tedeschi e giapponesi un Roberto Voerzio qua e un Giorgio Rivetti là, mentre con degli amici tu sei a cena con Rossana Gaja.
Tag:barbaresco, gaja, giorgio rivetti, la cantina dell'anno per l'Espresso 2013, la ciau del tornavento, langhe, le guide ai ristoranti d'Italia, maurilio garola, nebbiolo, roberto voerzio, rossana gaja, treiso
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30 ottobre 2012
Bel posto il Lord Nelson Pub, sul lungomare di Chiavari, in Riviera Ligure di Levante. Ci siamo capitati grazie all’invito di Pepi Mongiardino che ci ha voluto far assaggiare lì alcuni tra i migliori prodotti distribuiti in Italia con la sua Moon Import.

E’ stato fondato oltre trent’anni fa da Angelo Molinari, navigato barman e grande appassionato di distillati. Trent’anni spesi a fare cocktail, servire spirits, Champagne e piatti d’autore che lentamente l’hanno reso celebre, ho scoperto poi, in tutto il mondo. Oggi, dopo la scomparsa del patron è gestito dall’intera famiglia; in un locale, ci sono praticamente sette locali diversi riuniti insieme. Pub, cocktail bar, whiskyteca, enoteca – con una cantina da far paura -, bistrot e ristorante d’impronta classica con una offerta davvero deliziosa. Eccone alcuni.

Buonissimo, tale da meritarsi subito un Bis, il Tegamino: con Totani, sedano e passatina di ceci. E buonissimo, manco a dirlo, il Sancerre 2010 La Moussière di Alphone Mellot bevuto in abbinamento.

Gli Spaghettoni di grano arso con il pesto di basilico e zucchine pure fanno la loro bella figura al cospetto di un Mas de Daumas Gassac blanc 2010, bianco aromatico, nerboruto e di buon corpo prodotto in larga parte con uve chardonnay, viognier, chenin blanc e petit manseng in Languedoc Roussillon, nel sud della Francia.

Saporita, cotta a puntino e ben abbinata ai condimenti invece La Triglia stufata con la sua pelle croccante. Entrée con cui abbiamo aperto le danze continuando a sorseggiare quel campione di bontà che è il Grand Blanc 2002 di Philipponat, Champagne Blanc des blancs di puntuta finezza e gradevolissima beva.

Sul finire, i Petit Fours: biscotti d’orzo, avena e cioccolato e gelatina di arancia, con cui abbiamo invece terminato la piacevole serata e cominciato a sorseggiare Cognac, Bas Armagnac e Rhum della preziosissima selezione Moon Import.
Lord Nelson Pub
Corso Valparaiso, 25 Chiavari (GE)
Tel. 0185 302595
www.thelordnelson.it
info@thelordnelson.it
Prenotare sempre
Tag:alphonse mellot, angelo molinari, chiavari, genova, grand blanc, la moussiere, languedoc roussillon, mas de dumas gassac, moon import, pepi mongiardino, petit manseng, philipponnat, riviera ligure di levante, the lord nelson, viognier
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28 ottobre 2012
E’ nel cuore di Barbaresco, nel cuore della gente, in quello di chiunque passi da queste parti. E’, per molti, il luogo dei “Tajarin”, quelli fatti secondo la ricetta e l’arte propria del maestro di casa Giacinto Albarello, per tutti Cinto. Indimenticato.

Oggi, in cucina e in sala, ci sono i figli Maurizio, Stefania e Paola, persone di encomiabile disponibilità e gentilezza. La proposta è delle più tradizionali ed oltre alle buonissime paste, tutte fatte in casa e tirate a mano, la fanno da padrone le carni proposte secondo una formula semplice semplice, partendo cioè da una materia prima di grande qualità: così sono imperdibili la “Fassona cruda” tout court, qui servita macinata e appena condita con un filo di limone ed olio extravergine d’oliva – pugliese, ci tiene a precisare Paola -, “il Bollito”, secondo la più stretta tradizione piemontese ma anche “La Gallina” stufata e servita con varie salse più o meno piccanti e contorni di verdure.
Dolcezze a non finire poi col “Bonét”, una sorte di budino al cioccolato e i “Brutti ma Buoni” fatti proprio da Paola ogni giorno. Siete nel centro di Barbaresco, inutile quindi sottolinearvi come occupare il vostro tempo prima e dopo una sosta qui dagli Albarello. Posto davvero meraviglioso, imperdibile, dove è possibile anche pranzare all’aperto. Per la cena è sempre bene prenotare con un po’ di anticipo.

Trattoria Antica Torre
di Maurizio, Stefania e Paola Albarello
Via Torino, 71 Barbaresco (CN)
Tel e Fax 0173 635170
mail: anticatorrebarbaresco@gmail.com
Per cena prenotare sempre
Tag:angelo gaja, antica torre trattoria barbaresco, barbaresco, bollito piemontese, cinto, famiglia albarello barbaresco, gaja, gallina, giacinto albarello, l'arcante, tajarin, trattorie a barbaresco, trattorie piemonte
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20 ottobre 2012
Quando dico in giro che l’Irpinia è una delle mie mete preferite non lo faccio mai tanto per dire; ci passerei, laddove mi fosse possibile, tutto il tempo il necessario per non perdermi nemmeno un colore, un sapore, un profumo del suo infinito patrimonio eno-gastro-culturale.

Così appena vi è un’occasione, un momento cruciale, ci faccio volentieri un giro. Terra straordinaria! Anche perché: che ne direste voi di poter maritare al piacere della buona tavola anche un percorso “didattico” tra vigna e cantina?

Ecco che, nel programmare il pranzo di fine anno con lo staff de L’Olivo, abbiamo scelto di fare visita alla splendida azienda di Sorbo Serpico e sederci poi alla tavola di Paolo Barrale ed Angelo Nudo al Ristorante Marennà.

La tarda mattinata è stata tutta dedicata ad una piacevole passeggiata tra i filari là intorno, il roseto, le varie aree di sosta e vinificazione delle uve, la cantina, nonché la sempre suggestiva bottaia accompagnati per mano da Angelo Nudo, impeccabile padrone di casa.
Tra l’altro, sono questi giorni di vendemmia, quindi fortuna ha voluto anche regalarci alcuni momenti di reale “lavori di cantina” cosicché da poter argomentare meglio tanti passaggi produttivi che spesso, bottiglia alla mano, sfuggono magari a quei colleghi che generalmente hanno altro cui pensare durante il servizio. Decisamente un bel momento di crescita insomma.

Viene adesso la prova del nove, la tavola. Ed è subito assai invitante l’amuse bouche, composta da una deliziosa Ricotta di Bufala con caviale ed olio extravergine d’oliva accompagnata da una classica Bruschetta con pomodorini Datterini.

Perfetto nella forma e nella sostanza il Baccalà con le verdurine in carpione, giustamente sapido ed avvolto in una pastella perfettamente eseguita. E in splendida forma ho trovato il Campanaro 2010, discreto e rinfrescante sull’antipasto ma degno compagno anche del Riso, pomodoro, basilico e “neve” di mozzarella.

Un grande classico, la Pasta e patate… al Fumo: piatto impreziosito per l’occasione con scaglie di tartufo nero e innaffiato con il sempre amato Taurasi Riserva Piano di Montevergine, duemilasette “supersprint”, vestito di un rosso vivo e marcato da un sorso fresco, ricco di frutto, ben centrato e in primissimo piano. Impeccabile!

Trionfale, pura scioglievolezza invece, il Maialino da latte con composta allo sfusato e cipollotto, degnamente servito con il Serpico 2008, a mio modesto parere in una delle sue migliori versioni di sempre, un aglianico di rara eleganza e profondità degustativa.

Un grande classico, per chiudere, il buonissimo Caffè e Nocciola del quale trovate proprio su queste pagine la ricetta regalataci da Paolo qualche tempo fa, accostato come loro consuetudine al Privilegio 2010. Finale più dolce, migliore, non poteva proprio esserci.
L’ambiente, il servizio, tutto il resto… al posto giusto; nessuna annotazione in particolare, com’ è ovvio che sia, per rispetto oltreché per piena soddisfazione; rimane infatti che siamo stati davvero bene: rilassati, tranquilli, praticamente come fossimo stati a casa nostra (eravamo in 24!). Conto più o meno sui 50 euro. Spesi non bene, dippiù! 🙂
Grazie infinite, per gran parte delle foto a Enrico Moschella ©.
Tag:angelo nudo, big picture, caffè e nocciola, campanaro, cantina dei feudi, capri palace hotel&Spa, enrico moschella, feudi di san gregorio, grappa di serpico, l'arcante, l'olivo, maialino, marennà, paolo barrale, privilegio, serpico, taurasi
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20 settembre 2012
Letteralmente arriva “per compiacere la bocca”, questo è un “amuse bouche”, un antipasto allettante che si offre di solito all’inizio del pasto. Generalmente diverso dagli altri piatti in carta, un amuse bouche è il saluto che uno chef riconosce ai suoi ospiti, da mandar giù in un sol boccone, tante volte anche due.

Molto saporita mi è parsa la Crocchetta di astice e patate con maionese di uova affumicate di Riccardo Di Giacinto del Ristorante All’Oro di Roma. Ha croccantezza e una sottile succulenza bastevoli però per meritarsi il migliore Almerita Brut di Tasca d’Almerita mai prodotto: un 2009 davvero invitante, fresco e salino al punto giusto ad inondare il palato.

Avanti poi con una cosa facile facile, la Zuppetta di fagioli con totani appena scottati, del nostro Andrea Migliaccio. Appena un un paio di bocconi profumati e saporiti da buttare giù con un bel bianco d’autore col mare dentro, il Biancolella d’Ischia Vigna del Lume 2010 di Cantine Mazzella: è un vino bianco spesso sottovalutato quello dell’isola verde, questo qui invece saprà come farvi ricredere: ha un sorso compiuto e sbarazzino, finemente minerale che saprà lasciarvi piacevolmente sorpresi.

Buona l’idea, ancora di Riccardo Di Giacinto, di maritare il Tonno arrosto con la panzanella alla romana e zabaione al limone. Un connubio di profumi e sapori che esplodono in bocca sin dal primo boccone: tiepido e avvolgente, succulento, dolce e lievemente aromatico; qui ci vedo parecchio bene un vermentino di gran carattere, magari quel meraviglioso Dettori bianco 2009 aperto qualche tempo fa e ancora qua sotto al naso tanto era spesso e profondo. Quando si dice che bere naturale può essere una esperienza significativa…

Eccallà, il dolce. Un amouse bouche? Non necessariamente, però se vi porta tanto dispiacere peccare di gola fermatevi pure ad un sol boccone. La Sfoglia salata, con pan brioche tostato con mousse di capra, fichi e gelato al Moscato passito pensato da Andrea Migliaccio vuole rendere omaggio ai sapori forti e semplici del nostro amato sud. Mettiamoci su allora un bel Moscato di Saracena Milirosu 2010 di Masseria Falvo, che sa di zagara ed albicocca candita e carezza il palato di freschi sapori dolci di fine stagione.
Ecco, l’avevo pensato proprio così questo post, a tutto sud, con Roma Capitale!
Tag:andrea migliaccio, big picture, cantine mazzella, capri palace hotel, dettori, dettori bianco, fagioli di spello, maionese, malvasia delle lipari, masseria falvo, milirosu, moscato di saracena, passito, riccardo di giacinto, ristorante all'oro, roma capitale, roma gourmet, romangia, tasca d'almerita, tonno
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25 luglio 2012
Scrivi finger food ed è capace che ti ritrovi di tutto passato per tale, dai più comuni salatini ai bocconcini di salsicce su stuzzicadenti, o formaggi e olive (sempre su stuzzicadenti), ali di pollo, involtini primavera, quiche, patate fritte, vol au vent e arancini di riso. Ci sono poi altri cibi che possono talvolta essere considerati finger food, la pizza ad esempio, o gli hot dog, la frutta servita in un certo modo ma anche il pane. E se provassimo a pensare che c’è ancora di meglio…

Davvero interressante e particolare la proposta della Bruschetta liquida di Annie Feolde & Italo Bassi dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze assaggiata due settimane fa durante l’evento Pommery qui al Capri Palace. E’ un’idea sicuramente originale per riproporre uno dei fingers più comuni della nostra cucina italiana; da godere tutto in un sorso, magari ad occhi chiusi. Qui ci vuole una bollicina leggera e il Summertime Blanc de Blancs di Pommery fa la sua figura. 🙂

Ancora dal cilindro di Annie Feolde & Italo Bassi dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze ecco il Bon Bon con basilico e cetriolo. Uno stuzzichino… quasi dissetante, sicuramente di buona intensità balsamica, una overture pregevolissima dove un assaggino tira l’altro. E non bastano fiumi dello splendido Les Clos Pompadour…

E sempre dalle cucine del Tristellato fiorentino di via Ghibellina ecco il Croccantino di Pollo con yogurt liofilizzato. Qui è la tradizione a tirare le fila di questo gustoso appetizer nobilitato per l’occasione da una tecnica esecutiva minuziosa e centrata al milligrammo. Saporitissimo! Aah, quel Gran Cru Millésimé del ’90…

Non si può che chiudere col Gelato alla Pastiera Napoletana di Andrea Migliaccio. E’ spesso (e richiestissimo) tra i nostri predessert a L’Olivo. Servito così va via in appena un paio di bocconi, ma non certo il sapore e la memoria, che restano molto, molto a lungo. Provare per credere (e c’è ancora il Gran Cru del ’90 nel bicchiere!).
Le foto dei piatti sono di Umberto D’aniello © 2012.
Tag:andrea migliaccio, annie feolde, assaggi deliziosi, big picture, capri palace hotel, champagne, cuvée louise, enoteca pinchiorri, finger food, finger food d'autore, firenze, grand cru millesime 1990 pommery, italo bassi, l'arcante, pommery, reims, ricette veloce, stuzzichini, vranken pommery
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12 luglio 2012
Quattro piatti di Ugo Alciati del Ristorante Guido di Pollenzo che mi piace “rivedere” in abbinamento a 4 bollicine che mi hanno particolarmente colpito in queste ultime settimane e che sento di riproporvi in assaggio. Un gioco di alleggerimento e freschezza sempre opportuno in estate pur senza dimenticare però la tradizione, sempre ben interpretata dal talento di Ugo.

L’Aperitivo. Fingersandwich, la salsiccia fresca. Un omaggio alla sua terra che però vedo bene con una bollicina del profondo sud molto invitante, profumata e leggiadra, qual è il Brut Rosé di Rosa del Golfo da negroamaro e chardonnay: naso delicato, che sa di crosta di pane, petali di rosa, lampone e mora. In bocca scorre via che è un piacere, starci dietro manco a dirlo!
L’Antipasto. Filetto crudo di Vitella Bianca piemontese, alici di Cetara e Parmigiano Reggiano 36 mesi, con Abissi 2009 di Bisson; bollicina suggestiva e puntuta, dal naso curioso, dapprima giocato su note di frutta secca e spezie dolci, poi invece marine, iodate, con un timbro salmastro largamente gradevole, molto particolare e avvincente. Il sorso è asciutto, di spessore, chiede spazio e se lo prende, è vivace, fresco e di buona persistenza, assai sapido.

Il secondo. “Caldo freddo” di Faraona con riduzione al marsala. Mi è subito saltato in mente lo splendido Champagne Cuvée Millésimé 2000 di Alain Thienot, forse nuovo ai più ma senz’altro un piccolo gioiello tra le cosiddette Maison d’Aujourd’hui; 60% chardonnay dalla Cote des Blancs ed il restante 40% pinot noir da Montaigne de Reims. Vino di grande equilibrio degustativo, dal naso ricco, polputo e verticale e dal sorso maturo e avvolgente. Insomma, una grande cuvée da consumare a tutto pasto!

Il dessert. Gelato al fiordilatte con pomodori canditi e basilico fritto. Fortissimamente territorio con il gelato più buono mai mangiato (leggi anche qui) accompagnato per l’occasione da spicchi di pomodorino canditi; così, di slancio, l’accostamento all’ottimo e spumeggiante Asti Galarej 2010 di Fontanafredda. Dolci note moscate messe in riga da un palato sì zuccherino ma mai banale. Controcorrente e fortunato.
Le foto dei piatti sono di Umberto D’aniello © 2012.
Tag:abissi bisson, asti spumante galarey fontanafredda, bianchetta genovese, big picture, champagne, chardonnay, golfo del tigullio, metdo classico, moscato d'asti, pinot meunier, pinot nero, ristorante guido da pollenzo, thienot millesime 2000, trento doc, ugo alciati, vermentino
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