Posts Tagged ‘oliver glowig’
13 ottobre 2013
Hai saputo di Letizia¤? Mamma mia che botta di vita…
Capri? Che dire, mi piace, ci sto bene e mi sento al centro di un progetto stimolante e proiettato con forza e determinazione in avanti. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, significativo. E poi c’è un bel gruppo di lavoro, solido, ambizioso e consapevole degli obiettivi (quelli possibili e quelli impossibili pure).
La seconda stagione volge al termine, la cantina comincia a prendere una certa forma; i numeri ci dicono che abbiamo fatto un gran lavoro quest’anno ma credo ci voglia ancora un po’ di tempo per vederne a pieno i frutti, pian pianino però si farà: anzitutto la Campania, prima di tutto la Campania – giochiamo in casa cavolo! -, poi va bene anche tutto il resto. E la Francia. Altro obiettivo importante è alleggerirla al più presto di quei vini ormai un po’ ‘fuori tema’ (i superqualchecosa) che poco c’entrano con la nostra cucina. Magari ci teniamo solo quelli storici, buoni, ricercati. Uno o due anni ancora e ci siamo: bisogna venderli però, non possiamo mica regalarli…
Fronte caldo il web. Da un po’, con una certa frequenza, scrivo sul blog di Luciano Pignataro¤, ormai un riferimento; mi piace e mi aiuta molto a confrontare il mio modo di vedere il mio lavoro col mondo del vino e con la gente, almeno quella che gira in rete. Ho iniziato pure a tenere qualche degustazione¤ qua e là; altra situazione importante questa, altri stimoli, ancora idee a confronto. Poi ci sono i pensieri e le parole che sto provando a mettere on line anche sul mio blog, qui su L’Arcante. Pare che la cosa funzioni, mi rilassa, mi diverte e viene pure seguita.
P.S.: tutte le guide quest’anno parlano di noi, tutti plaudono al nostro lavoro, L’OLivo è sulla bocca di tutti e il Riccio ha fatto un boom! pazzesco. Oliver¤ però ha deciso di lasciarci, desidera mettersi in proprio. In rampa di lancio c’è Andrea. E’ il 2010.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri palace, dolce vite, il riccio, l'espresso, l'olivo, lilly, oliver glowig, professione sommelier, sommelier dell'anno
Pubblicato su Caro Diario..., PROFESSION SOMMELIER | 1 Comment »
12 ottobre 2013
E’ gentile l’aria che respiro, vivaci gli sguardi che m’incontrano e s’incrociano alle mie spalle dopo il mio passaggio. Eccomi, mi presento, sono il nuovo sommelier, l’altro sommelier, e sono appena arrivato al Capri Palace Hotel, in punta di piedi ma con molte aspettative, con tutta la voglia di capire, imparare, crescere.
Parole a dettare un frase che avevo sinceramente paura di dover ripetere ogni volta, mi è bastata una settimana, hanno fatto sì che bastasse una settimana, poi per tutti sono diventato Angelo e basta mentre io ancora faticavo a non chiamare Federico il Chief Steward Fabrizio. Poi però ce l’ho fatta!
Le giornate che mi aspettano? Beh, sto ancora pensando a Lilly e alla malinconia che l’assalirà pensandomi lontano dai suoi occhi, sto ancora pensando a tutto quello che ho appena lasciato al di là del golfo, L’Arcante, gli amici e tutto il resto.
Ho però poco tempo a disposizione, sono già al lavoro, immerso in questa nuova avventura tutta da scoprire e tutta da vivere: cosa sarà di questo tempo? Vedremo.
Eccomi dopo un mese e più, le giornate sembravano non passare mai, i rientri a casa ed il ritorno in albergo sono apparsi di settimana in settimana fulmini di rimbalzo di una continuità ossessiva tra sala e cantina, ufficio ad aggiornare la carta e briefing, event orders e giri di polso. Nel mezzo un affiatamento sul lavoro ogni giorno sempre più piacevole, interattivo, gioviale, anche sotto la pressione di 80 coperti con standards elevatissimi.
L’internazionale de l’Olivo si è scoperto un team agguerrito e voglioso di fare bene: c’è Carmine, ‘lrpino di rientro’ da Londra e Amsterdam, Luca alle prese costantemente con le sue beauty farm (da manicomio, aggiungo io), c’è Enrico da Taormina, Janet da Frankfurt am Mein, Fabiolino da Milano, Michele da Bacoli e tanti altri giovani, intraprendenti Maitres, Chef de rang e Commis attesi all’appuntamento con il proprio futuro in una Babele di lingue, abitudini e professionalità quotidianamente forgiate e condotte verso una maturità plausibile e quanto più vicina alle esigenze della nostra quotidianità dai nostri Manager, che pazientemente non ci fanno mai mancare il loro supporto di grande esperienza e disponibilità.
E poi, e poi c’è la cantina, quella del giorno e quella storica, c’è il caveau e ci sono i depositi, c’è Giovanni che mi ha aperto le porte e guidato in questa nuova affascinante avventura, con il quale camminiamo quotidianamente la via della passione e dell’amore per la sommellerie, qui espressa ad un livello certamente superiore, per ricerca, dedizione e confronto con un pubblico internazionale, esigente, spesso edotto in maniera particolare ma profondamente curioso di scoprire e capire il vino campano ed italiano più di quello francese, lasciandosi spesso e volentieri guidare. E noi? Noi non facciamo altro che raccogliere l’invito e comunicare i valori ed i tesori che la nostra amata terra sa offrirci…
________________________________
‘Sommelier al Capri Palace’¤ è un articolo già pubblicato il 14 Giugno 2009 sul sito di Luciano Pignataro.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri, capri palace hotel, l'arcante, l'olivo, lilly, luciano pignataro, oliver glowig, pozzuoli
Pubblicato su Caro Diario..., PROFESSION SOMMELIER | 5 Comments »
28 ottobre 2011
Siamo in una delle aree più esclusive del centro di Roma, tra Villa Giulia e la Galleria Borghese. L’Aldrovandi Palace non è un albergo qualunque, gode di fortissime tradizioni, nonché di nobilissime origini che ne fanno meta preziosa di una clientela, italiana ed internazionale, particolarmente esigente. L’albergo ha camere elegantissime, talune suites decisamente lussuose – vi è una Royal Suite di 120 metri quadrati (!), non so se mi spiego – e, tra i mille e più servizi offerti, c’è anche un ristorante gurmé.

Chiusa l’esperienza con il Baby affidato per diverso tempo alla famiglia Iaccarino del Don Alfonso 1890, il ristorante è stato consegnato lo scorso aprile nelle mani di Oliver Glowig, un nome, una garanzia si direbbe, di ritorno dalla breve esperienza montalcinese in quel di Poggio Antico (qui); con gli amici e colleghi di tutta la brigata de L’Olivo, in vena di una “rimpatriata”, vi abbiamo fatto un salto lo scorso martedì, per “festeggiare” diciamo così, la nostra chiusura stagionale a Capri. Questo che segue il racconto dello splendido pranzo servitoci a due passi dal bellissimo giardino che da sulla piscina dell’albergo.

Non sono mancati rituali a noi cari: qui “i tre tenori” che si ritrovano, ovvero Oliver Glowig con Fabio Raucci (oggi nostro F&B Manager al Capri Palace) e Francesco Mussinelli (da qualche mese passato all’Hassler proprio qui a Roma). Una triade questa, cresciuta tra grandi intese, rara professionalità e infinita disponibilità con la quale ho avuto la fortuna di condividere due splendide stagioni di lavoro.

I pani, con i grissini, vengono tutti fatti “in casa” dal giovane e bravo Domenico Iavarone, ancora al suo fianco anche in questa nuova avventura romana all’Aldrovandi Palace. Notevole il “cornetto bianco”, insolito e buonissimo quello ai semi di zucca.

Dopo un piccolo benvenuto accompagnato dall’ottimo Champagne “della casa”, si comincia con Lumache alla mentuccia con fagioli di Controne e caffè. Oliver non abbandona in nessun caso le “sue” radici campane. La scoperta e la valorizzazione di tanti piccoli prodotti straordinari della nostra terra non mancano nella “vetrina” romana dello chef tedesco cresciuto e maturato sull’isola azzurra.

Forse il piatto più riuscito, anzi no, quello che più ci è piaciuto in assoluto: un trionfo di sapori; Eliche cacio e pepe con ricci di mare, ovvero come muoversi da equilibrista sulla fune senza colpo perire! Oliver in questo è sempre stato un maestro, l’ultilizzo di formaggi infatti, anche negli accostamenti più insoliti, rimane un segno distintivo della sua cucina, franca e precisa come poche e senza nessun ammiccamento a mode, tentazioni o salti nel buio; insomma, una rivisitazione più che rispettosa.

Pasta e fagioli al profumo di mare; si può senz’altro affermare sia diventato ormai un classico nella carta dei primi di Glowig: la pasta mischiata è cotta perfettamente al dente, e la sempre criptica sapidità del condimento solo accenata, poi tanta, ma tanta piacevolezza da vendere.

Il Baccalà con carciofi in salsa di uova. Mi è piaciuto molto, un piatto invitante, puritano ma al contempo intrigante e persuasivo. Il pesce è pura scioglievolezza, la trippa di Baccalà (battuta e poi fritta) non è una semplice decorazione ma un elemento di brio, di una croccantezza importante, e la salsa di uova debitamente avvolgente ma non stucchevole.

Lombo di coniglio con zucca. Esecuzione da manuale: la carne è avvolta in una foglia di borragine, cottura rare – proprio come piace allo chef -, e accompagnata da una passatina di zucca (impreziosita con pochi suoi semi, secchi) e cipolla rossa di Tropea.

Comincia qui la carrellata dei desserts, che strizzano ancora l’occhio alla lunga estate appena alle spalle, vista l’importante presenza di gelato nelle varie composizioni portateci in tavola (un vecchio pallino dello chef): si comincia con Arancia speziata al melograno con gelato di lenticchie gialle. Fresco e dalle sfumature candite e amarognole; ben mantecato il gelato.

Quindi la Meringa morbida in salsa di ananas, imperdibile per gli appassionati. Tra l’altro il dessert risulta molto più leggero di quanto in verità appaia così citato in carta. Da riprovare senz’altro.

Poi il Gelato di prugne con composta di frutta secca: un vero piacere per gli occhi – la preparazione è assai apprezzabile -, con il gelato molto saporito ed un vero e proprio viaggio tra decise sensazioni speziate/amare sia con le cialde di cioccolato che con la composta di frutta secca che invita a nozze un vecchio Madeira Malmsey o, per gli appassionati alle gradazioni più forti, uno dei più apprezzati rhum in circolazione, tipo un Demerara.

Con i deliziosi petit fours, praticamente divorati, anche le immancabili zeppoline di patata, fritte al momento e servite “al tovagliolo”, col ripieno di calda crema pasticcera a suggellare un pranzo decisamente da ricordare.

In chiusura due appunti di degustazione sui vini, proposti da una carta essenziale che non mancherà di crescere nel tempo, ci dicono. Anzitutto l’ottimo Champagne offertoci all’arrivo, “firmato” dallo stesso Glowig, di cui però, avute le debite notizie, racconterò in maniera più esaustiva in un prossimo post.
Molto apprezzati comunque tutti i vini scelti per l’abbinamento: il laziale Bellone bianco 2009 di Cincinnato (cant. cooperativa di Cori), piuttosto intenso, profumato di glicine e miele di millefiori, in bocca voluminoso e di spessore; buonissimo invece (non pensavo fosse così bbuono il 2009!) il Derthona bianco di Walter Massa, che mi ha subito messo “in pace” col timorasso, dopo un poco (o per niente!) convincente assaggio di quello de La Colombera. Poi, il Merlot 2009 della Cantina Produttori Santa Maddalena, un classico altoatesino, buono per tutte le stagioni, anch’esso franco e piuttosto pronunciato al naso, e ben gradito dai colleghi, non solo sul coniglio. Sul finale dolce invece, il Passirò 2007 da uve roscetto di Falesco (mentre io – ça va sans dire -, ho continuato per tutto il tempo a finirmi tutto quello che c’era ancora in giro di Derthona).
Bene Oliver, anzi benissimo, ancora una volta allora in bocca al lupo amico mio e… Ad Maiora! (ché però me lo dai il numero di telefono dello chef de cave che ti ha selezionato questa meravigliosa cuvée?).
Le foto di questa recensione sono di Enrico Moschella, riproduzione riservata.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:aldrovandi palace, anacapri, angelo di costanzo, f&b capri palace hotel, fabio raucci, francesco mussunelli, l'olivo, oliver glowig, risotrante l'olivo, roma, sommelier, villa borghese, villa giulia
Pubblicato su APPUNTAMENTI, Da raccontare, I LUOGHI DEL GUSTO, Recensioni Ristoranti | 4 Comments »
8 ottobre 2011
Voto: 15
Un Cappello: cucina buona, interessante.
Bicchiere: particolare cura nella ricerca e nel servizio dei vini, internazionali, nazionali o locali.
“A volte capita, nel corso della vita, che d’un tratto ci venga offerta una occasione imprevista e imprevedibile, una bella opportunità: è successo ad Andrea Migliaccio, trentenne chiamato dall’oggi al domani a prendere il posto del celebrato Oliver Glowig, come chef del ristorante e dell’albergo più blasonato dell’Isola Azzurra. E Migliaccio non si è fatto spaventare, ben spalleggiato da una squadra più che rodata, il sommelier Angelo Di Costanzo in primis, pronto a offrire con la stessa disinvoltura millesimati milionari o falanghine di nicchia. Una cucina delicata e avvolgente, con pochi angoli acuti, capace di entusiasmare una clientela curiosa e viziata. Gustosa la crema di cipollotti con scarola e acciughe, carico di agrumi il risotto all’astice, appetitoso il pollo di Bresse con salsa al fois gras e friarielli (broccoli campani). Trionfo di pani, piccola pasticceria e orgia di dolci: d’obbligo meringata e gelati. Degustazioni da 150 e 190 euro. Sui 130 alla carta.” (da Le guide de L’Espresso – I ristoranti d’Italia 2012)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:anacapri, andrea migliaccio, angelo di costanzo, capri, capri palace, guide 2012, guide ai ristoranti d'italia, l'espresso, l'olivo, oliver glowig, recensioni ristoranti, ristorante l'olivo del capri palace, sommelier
Pubblicato su APPUNTAMENTI, Da raccontare, FATTI, PERSONE, Pensieri e Parole | 1 Comment »
15 giugno 2011
Una ricetta delle più classiche della cucina napoletana divenuta un must nella nostra Gran Carta a L’Olivo, dapprima sotto l’egida di Oliver Glowig ed ancora oggi, rivisto ed aggiornato, con l’avvento in executive tra i fornelli di Andrea Migliaccio. Imperdibile!

Ingredienti 4 persone
Preparazione del ragù: rosolate l’aglio e lo scalogno tagliati a brunoise assieme al mezzo peperoncino piccante in poco olio. Aggiungete i totani tagliati a cubetti e bagnate con il vino, lasciate asciugare e coprite quindi con la passata di pomodoro e continuare lentamente la cottura sino ad una giusta densità.
-
Per il ripieno
-
100 g di teste di totani
-
20 g di crostini di pane cafone
-
1 spicchio d’aglio
-
2 rametti di timo
-
2-3 (5 g di) olive nere denocciolate
-
20 g di petali di pomodori canditi
-
40 g di scamorza affumicata
-
20 g di passata di pomodoro
-
olio extravergine di oliva
-
origano
-
un ciuffetto di prezzemolo
-
vino bianco
Preparazione del ripieno: mettete le teste dei totani in un sacchetto per sottovuoto e passatele in forno caldo a 63° per 60 minuti circa; tagliatele quindi a dadini e rosolatele con dell’olio extravergine, aglio e timo. Rosolate allo stesso modo i crostini di pane. Tagliate quindi le olive, i pomodori e la scamorza e riunite tutti gli ingredienti in una boule per condirli poi con la passata di pomodoro, ancora dell’olio extravergine, origano e prezzemolo. Farcite i totani e chiudeteli con uno stuzzicadenti, successivamente scottateli in poco olio bagnandoli con il vino, coprite e finite la cottura a fuoco basso per 7 minuti.
Brasate a questo punto i pomodorini in una padella, serviranno come letto per i totani farciti; passate quindi a lessare gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata, scolateli ben al dente, finite la cottura nella padella con il ragù di totani e mantecate con poco olio. Aggiungete alla fine del prezzemolo tritato.
Per il servizio: adagiate al centro del piatto un gomitolo di spaghetti al ragù di totani (aiutatevi con un mestolo se necessario ) e distribuite un paio di cucchiai di pomodori brasati, sul quale appoggerete i totani farciti.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:andrea migliaccio, capri, capri palace hotel&Spa, le ricette famose, neapolitan recipes, oliver glowig, piatti della cucina napoletana, ragù di totani, ristorante L'Olivo, stuffed squids, totani al ragù, tradizione in cucina
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 5 Comments »
6 Maggio 2011
Vi presento Andrea Migliaccio, il nuovo executive chef del Capri Palace Hotel&Spa. Nato ad Ischia 30 anni fa, Andrea si muove con disinvoltura nelle cucine del Capri Palace già da sette anni; sino al 2009 è stato sous chef di Oliver Glowig a L’Olivo, poi per due anni è passato in executive al Ristorante Il Riccio, sempre di proprietà del Palace, che nella scorsa stagione ha strappato la promessa alla Stella Michelin sulla Guida Rossa 2011. Sul proprio curriculum figurano alcune esperienze formative importanti, tra le quali quella con Xavier Pellicer e, a Parigi, al Plaza Athenee di Ducasse; in ultimo una breve esperienza all’Espadon del Ritz con Michel Roth. La sua idea di cucina si rifà ad un concetto semplice e circolare, composto da una giusta dose di innovazione e tradizione, tradotto: nuovi piatti ma assoluta valorizzazione dei classici contemporanei, con un occhio attento al Mediterraneo, culla di sapori e suggestioni di cui lui stesso è figlio e mentore.

Questo è solo uno dei piatti che più mi ha convinto della nuova Gran Carta; un rimando, per me, alla mia infanzia, una zuppa di gradevolissima lettura che si sposa bene sia con un vino bianco di carattere, mettiamo sia il caso del bellissimo Fiano Trentenare 2010 di Peppino Pagano, oppure, giusto per citare un’altra novità assoluta per quest’anno, il buonissimo Pinot Nero Rosé 2010 di Franz Haas; naturalmente io sono di parte, guai a non sottolinearlo, ecco perché qui di seguito trovate la ricetta con tutti i passaggi previsti. Mettevi alla prova e fatemi sapere.

Ingredienti per 4/6 persone:
-
2 scarole
-
2 kg di Cipollotti
-
1 cipollotto intero lesso (per la decorazione)
-
600 gr patate tagliate a cubetti di 2 cm
-
80gr di burro
-
200 ml di panna fresca
-
400 ml di vino bianco
-
1 foglia di alloro
-
4 spicchi d’aglio
-
3 filetti di acciughe diliscate
-
brodo vegetale
-
sale, pepe, peperoncino e noce moscata q.b.
-
tocchetti di pane croccante q.b.
Preparazione: rosolate i cipollotti tagliati a julienne nel burro con due spicchi d’aglio (che poi andranno tirati via), unirvi quindi le patate e bagnate il tutto con tutto il vino bianco; aggiungere la panna, allungare con il brodo vegetale, la foglia di alloro per aromatizzare, un pizzico di sale, del pepe e la noce moscata; lasciate cuocere per circa 30 minuti a fuoco lento: quindi frullate il tutto e lasciate raffreddare; frattanto sbollentate in acqua salata la scarola e strizzatela per bene; a parte, fate rosolare in padella dell’aglio con un pizzico peperoncino e le tre acciughe, aggiungetevi la scarola, lasciate cuocere per circa 10 minuti.
Servite questa buonissima zuppa in un piatto bianco fondo, disponendo dapprima la crema di cipollotti, al suo centro la scarola con sopra una parte di cipollotto lesso, tutt’intorno i tocchetti di pane croccante e le acciughe. Completare la preparazione con un filo d’olio extravergine a crudo.
Ricetta di Andrea Migliaccio, executive chef del Capri Palace Hotel&Spa.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:acciughe e tocchetti di pane croccante, anacapri, andrea migliaccio, capri, capri palace hotel&Spa, crema di cipollotti con scarola, franz haas, grotta azzurra, ischia, isola d'ischia, l'olivo, oliver glowig, paestum fiano terntenare san salvatore, peppino pagano, piatti, ricette d'autore, ristorante il riccio, sommelier
Pubblicato su FATTI, PERSONE, Le Ricette Famose, Pensieri e Parole, PIATTI & RICETTE | 6 Comments »
11 febbraio 2011
Ci sono certi luoghi che proprio non debbono mancare nel tuo palmarès di buongustaio, e che non puoi fare a meno di raccontare e consigliare. Il Leccio è uno di questi e vi racconto perché.

Montalcino è un luogo culto per il vino, non si fa fatica a pensarlo e nemmeno ad accorgersene non appena una volta che ci hai messo piede; chi però pensa a questi luoghi anche come papabile meta gourmet non abbia a che nutrire aspettative poiché non farà fatica a rendersi conto che si sbagliava, e se gli va male, di grosso! Strano ma vero, un posto dove girano ogni anno centinaia di migliaia di persone che spendono cifre folli per visitare aziende e bere i loro Brunello e nemmeno un buco dove consacrarsi al dio del cibo? Non proprio, ma poco ci manca.

Il centro cittadino è ricco di piacevoli e suggestivi bistrot, enoteche con mescita, trattorie, sicuramente all’altezza di garantire un servizio essenziale ed un pasto decente, ma parecchio distanti da certi canoni che potremmo definire di fine dining che talvolta si ricercano. Il tempo è il grande imputato, si dice che chi vive questi luoghi è gente di passaggio, sono visitatori mordi e fuggi, quindi hanno poco tempo, o sono gruppi organizzati, che di tempo ne hanno ancora meno; ecco allora che l’offerta si adegua alla domanda: veloce, essenziale, seppur non proprio economica, come qualcuno potrebbe presumere.

E’ quindi un turismo particolare, di enomaniaci, che garantisce un flusso di massa debordante in alcuni momenti dell’anno ma che appena dopo la vendemmia va assopendosi sino ad addormentarsi del tutto, sino alla Pasqua successiva. Al quale si è contrapposto quindi una offerta senza troppe variazioni sul tema. Ok, ma gli indigeni, che fanno, non escono mai? Si direbbe di sì, ovvero quando escono non vivono il circondario se non quei due o tre indirizzi sicuri e comunque tendenzialmente preferiscono andare fuori zona. E allora, dove andare a mangiare, per esempio in gennaio? Beh, c’è un solo posto dove assaporare i vecchi e gustosi sapori della cucina tradizionale locale, basta fare un salto a Sant’Angelo in Colle, al ristorante Il Leccio.

Sant’Angelo in Colle è un piccolo gioiello a pochi chilometri da Montalcino, il borgo fortificato è di piccole dimensioni e dall’alto dei suoi 500 metri guarda il panorama circostante in tutte le direzioni: dai fitti boschi di lecci e macchia mediterranea che salgono fino a Montalcino, al possente e selvaggio Monte Amiata fino alla vasta pianura della Maremma. Il piccolo paese, dominato all’ingresso dalla possente torre del cassero, edificato a raggiera, ha strade concentriche con al centro la chiesa principale ed il palazzo dei notabili. E’ ancora perfettamente conservato e la sua piazza è dominata dalla chiesa romanica di San Michele Arcangelo.
Il ristorante di Luca Tognazzi si trova proprio sulla piazza principale del paese, a due passi da uno splendido affaccio sulla Maremma. La famiglia è stata tra l’altro per almeno vent’anni all’antica Fiaschetteria di Montalcino in pieno centro storico, e da qualche anno si è spostata tutta qui a Sant’Angelo in Colle per curare in maniera più adeguata i suoi vecchi clienti.

L’ambiente è molto caldo, arredato con gusto e senza troppi fronzoli; il servizio è cortese, di grande disponibilità ed affabilità, i tavoli, dato lo spazio interno piuttosto limitato non godono di spazi di tranquillità sufficienti, ma anche in una serata abbastanza frequentata non si può certo dire di essere stati male, tutt’altro. La cucina è davvero ottima, abbiamo mangiato sì piatti semplici, ma senza stravaganze empiriche, e di gran sapore ed autenticità, proprio quello di cui eravamo alla ricerca. C’è anche una interessante proposta di primi, che a sentirne i profumi non deve essere male, ma in vena di Brunello di Montalcino Pian dell’Orino abbiamo optato per i piatti di carne. Delicati e finissimi, pur nella loro essenzialità, i dolci.
La carta dei vini è ampia e ben curata, i ricarichi nella norma, naturalmente è incentrata sul territorio – qualche concessione solo al bolgherese ed appena un paio di Chianti – con bottiglie classiche ma anche tante belle chicche e novità che non ci siamo fatto mancare di raccomandare dal padrone di casa. La piccola e suggestiva cantinetta, collocata proprio sotto la cucina, è fornita costantemente dall’enoteca di famiglia posta proprio di fronte al ristorante, dove tra l’altro ci si può divertire parecchio a scoprire tutte le novità del panorama montalcinese con una interessante mescita, contrariamente a quanto si pensi infatti, il comprensorio qui è molto più dinamico di quanto appaia. Il Leccio è un indirizzo da non mancare, e se andate per quelle terre prossimamente, non perdetevelo, è garantito al cento per cento!
Ristorante Il Leccio
S. Angelo in Colle
Via Costa Castellare
Telefono 0577. 844 175
www.trattoriailleccio.it
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:antica fiaschetteria montalcino, brunello di montalcino, il leccio, luca tognazzi, montalcino, oliver glowig, osteria in montalcino, poggio antico, risotranti montalcino, sangiovese, sant'angelo in colle, toscana, tuscany red
Pubblicato su I LUOGHI DEL GUSTO, Recensioni Ristoranti | Leave a Comment »
6 novembre 2010
Quando il ricordare è gradito, i sensi tutti fanno a gara nell’esercizio della memoria. Il più discreto è l’olfatto. Chiudo gli occhi ed aspiro profondamente, e ritorno dov’ero una volta.
Girovagando sul web ho trovato questo breve passo scritto da Salvatore Argenziano, poeta nato a Torre del Greco, il località abbasciammare, nel 1933. Colpito dall’efficacia di tali semplici parole ho continuato la ricerca su questo autore, nella speranza potesse aiutarmi ove carpire stralci di cultura torrese, o più semplicemente dove pescare un riferimento, anche astratto, per il bel nome scelto da Carmine Mazza per il suo ristorante aperto appena tre anni fa in terra natìa. In verità non ho trovato ciò che cercavo, ovvero tesi molto frammentarie di storie, alcune anche molto interessanti, caratterizzate però da parecchi addii e molti pochi ritorni. Mi accontento però di aver invece constatato come la mia piacevole sensazione di una cultura locale, come altre partorite nella periferia napoletana, sia fortemente legata ad un istinto identitario particolarmente forte, tanto presente nelle opere di Argenziano, autore addirittura di un ricercatissimo dizionario torrese-italiano, quanto nella cucina del “nostro” di poeta vesuviano Carmine Mazza, sobria e lineare nei piatti di mare quanto accesa e profumata in quei piatti che traggono ispirazione dal vicino Vesuvio.

Il ristorante si trova lungo la strada litoranea di Torre del Greco, e seguendo le specifiche indicazioni riportate, risulta molto più facile da raggiungere di quanto si pensi. L’ambiente è sobrio, arredato con cura, i tavoli più o meno una decina, ben distanziati ed apparecchiati con una mise en place impeccabile. Ci accoglie Amalia, la giovane compagna di Carmine, che si rivelerà un’ottima padrona di casa, efficace e puntuale sul servizio come nel dispensare sorrisi al momento giusto. Stare a tavola con questi presupposti è un vero piacere, e quando si ha il piacere di una scoperta che conferma le aspettative è ancora maggiore. Prendete queste parole per buone, questi ragazzi meritano fiducia e soprattutto essere seguiti, portatori sani di una cultura del fare bene il proprio lavoro di cui si ha una gran necessità da queste parti, più in generale negli ultimi tempi.

I piatti rappresentano appieno il percorso formativo, pur breve, del loro autore; Un passaggio tra i fornelli nella cucina dell’amico Oliver Glowig al Capri Palace Hotel&Spa, una esperienza ancor più pregnante in quel di Sant’Agata sui due golfi da Don Alfonso 1890, stagione che Carmine non risparmia di incorniciare (nel vero senso della parola) come la sua più bella ed entusiasmante esperienza professionale, che pare lo abbia letteralmente folgorato tanto da spingerlo, appena ventitreenne, ad azzardare l’apertura di un locale tutto suo per mettersi subito in gioco. Si passano la scena piatti intrisi di un concetto legato fortemente alla qualità eccelsa della materia prima, e quando questi viene espresso attraverso l’uso di aromi o spezie dalla forti connotazioni, non mancano spunti di riflessioni sulla bravura dello chef nel tarare perfettamente equilibri e sensazioni. Ecco la zuppetta di zucca “vivace” con calameretti, o gli ottimi gamberi in pastella di alghe su scarola, un connubio secondo me riuscitissimo.

Tra i primi molto buono lo gnocchetto al limone con vongole e calameretti, dove l’impasto acqua e farina rimane bello turgido e capace di integrarsi perfettamente col limone – opportunamente sbiancato – e quindi dosato alla perfezione. Come buono, forse solo un tantino troppo asciutto, il dentice scottato con patate e funghi porcini, piatto tra l’altro eccellentemente esaltato anche dall’ottimo Lacryma Christi rosso Brigante 2008 di Terre di Sylva Mala bevuto a tutto pasto ma qui davvero superbo. I prodotti utilizzati, ci viene detto, sono praticamente “a chilometri zero”, e noi ci crediamo; Le erbe, le spezie e tutto ciò che serve a latere nelle preprazioni sono quasi tutti dell’orto di famiglia se non “importati” direttamente dal Cilento, terra natìa di Amalia. Tutto il resto è buona tecnica e tanta tanta passione, che sprizza da tutti i pori di un luogo che consiglio vivamente di visitare, almeno una volta! Conto sui 70 euro, per 2 menu degustazione di 6 portate – il che mi sembra straordinario! – escluso il vino, scelto da una carta discreta, con buone referenze campane, solo alcune italiane. Bonus l’intelligente proposta di vini del Vesuvio.
Concludo permettendomi. Si è assistito per molto tempo negli ultimi anni ad un’aspra ed accesa rincorsa a lustrini e paillettes formato guide ai ristoranti d’Italia, laddove, a malincuore, pareva vincere quasi sempre la forma sulla sostanza e dove gli chef, sempre più ambìti, più che armeggiare con cucchiai e pentole sembravano sfornati dalla scuola di arte drammatica, stando alle ore spese davanti alle telecamere piuttosto che nella calura di una cucina. Ecco invece un bell’esempio di gioventù sbocciata, e di una cucina, sia chiaro, decisamente workinprogress, ma con basi solide ed un progetto serio, protesa a scommetterci la pelle per il solo piacere di deliziare gli avventori, qui al Poeta Vesuviano, mai spettatori passivi!
Ristorante Il Poeta Vesuviano
di Carmine Mazza
Viale Europa, 42
80059 – Torre del Greco (NA)
Info & Prenotazioni:
Telefono: 081 883 26 73
Cell.: 328 831 66 23
prenota@ilpoetavesuviano.it
oppure
info@ilpoetavesuviano.it
c.mazza@ilpoetavesuviano.it
In breve: uscire dall’autostrada A3 Napoli-Salerno al casello di Torre Annunziata Nord, all’incrocio proseguire a destra in direzione Torre del Greco quindi percorrere via Nazionale fino a raggiungere la Chiesa del Buon Consiglio (che troverete sulla vostra destra). Svoltare quindi a sinistra su Viale Europa in direzione Litoranea, dopo 500 metri troverete alla vostra destra Il Poeta Vesuviano.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri palace, chef carmine mazza, cucina di qualità, cucina gourmet, don alfonso 1890, menu degustazione, napoli, oliver glowig, poeta vesuviano, ristoranti campania, torre del greco, vesuvio
Pubblicato su I LUOGHI DEL GUSTO, Recensioni Ristoranti | 7 Comments »
27 ottobre 2010
In principio fu leggere, poi studiare, lavorare; Fermarsi, quindi capire. Avere poi l’opportunità di maturare, grazie al proprio lavoro, esperienze umane e professionali atte a favorire una crescita è fortuna per pochi, e per ognuno di questi, un patrimonio personale da conservare gelosamente.

Sono questi giorni di improvvisa frescura, imperversano vento gelido e scrosci di fredda pioggia, le stanze rimbombano dell’assenza di vita, gli spazi si allargano, si allungano, i corridoi appaiono interminabili, il silenzio, rotto solo dalle grasse risate strappate da una battuta insolente, quasi fastidioso. Così volge al termine questa mia seconda stagione al ristorante L’Olivo del Capri Palace e tra qualche giorno, quando, con giusto distacco fisico e relax mentale potrò farlo, non mancherà un pensiero di fondo, a memoria di una delle più belle stagioni lavorative di sempre: grazie mille Oliver!
A caldo, mi sovviene di lasciare volentieri traccia di una breve, personale, osservazione su ciò che per molti è un dogma, per qualcuno un mero esercizio di stile, per altri più semplicemente la solita fuffa da salotto buono: l’etica e l’estetica in un albergo di lusso e/o ristorante gourmet.
L’architettura, le forme, possono suscitare un eccesso di aspettative, l’arte della raffigurazione della materia è palesemente di altissimo profilo, ed esprimere con essa la sostanza che ci si aspetta, attraverso linee esuberanti, lussuose, non è per tutti: il lavoro è tanto, l’impegno incalcolabile, il risultato già da qualche anno sotto gli occhi di tutti. Un luogo a dimensione umana, ideale per crescere e maturare.
Il dono artistico e la bontà sono due cose distinte? Chissà. Ad un ottimo pittore si possono commisionare tante opere, ma questi, se in gamba, dipingerà solo ciò che rappresenta la sua folgorazione. Alla stessa maniera costruire piatti per colpire l’immaginario può insinuare la mente del palato più fine, non le sue papille gustative. La rappresentazione delle proprie idee, della propria terra non può piegarsi alla sola esibizione estetica, gli ingredienti sono tutto, i colori, i profumi ed i sapori prima di tutto: un falso – seppur d’autore – non ha implicazioni di valore morale da salvaguardare, uno chef si: in bocca al lupo ad Andrea Migliaccio, il nuovo* manico ai nostri fornelli!
“Se non c’è talento, non c’è arte, e se non c’è anima retta, l’arte è inferiore, per quanto abile”. (John Ruskin, 1819-1900). Con queste poche parole, apparirà banale, autoreferenziale, va raccontato uno spaccato di gioventù motivatissima che insegue il sogno di essere invece che apparire; Giovani senza confini, partiti a 15 o 16 anni per scappare da realtà poco attente alle loro esigenze per conoscere il mondo, con la curiosità di chi guarda al futuro ed ambisce ad essere, imparare, crescere. Arrivano da ogni dove, partono per ogni dove, poi ritornano. Fermarsi sarebbe come delegare ad un ammortizzatore dell’originalità il proprio valore, il maggiore distruttore del proprio talento. Più forte ragazzi, liberi di sognare il proprio futuro, costruito pezzo per pezzo con il gran lavoro!
*già delfino di Oliver Glowig da oltre un lustro.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:andrea migliaccio, angelo di costanzo, capri palace, critica, cucina, enogastronomia, estetica, etica, etica estetica, francia, gastronomia, Italia, l'olivo, oliver glowig, vino
Pubblicato su Chiacchiere distintive, FATTI, PERSONE | 2 Comments »
7 settembre 2010
Capri Palace Hotel & Spa
Anacapri, 10 settembre 2010
Storie di vino e di Alta Gastronomia
verticale storica di Montevetrano
Sarà un appuntamento di assoluta eccellenza quello che il prossimo il 10 settembre vedrà protagonista Silvia Imparato, con il suo Montevetrano, di una verticale storica al Capri Palace di Anacapri. Silvia Imparato, tra le prime donne del vino a godere di una tale fama internazionale riconosciuta, accoglierà con Angelo Di Costanzo e Giovanni Guida gli avventori nella suggestiva cantina de L’Olivo presentando la novità dell’anno, il Montevetrano 2008.
Seguirà come sempre una speciale cena degustazione a L’Olivo, ristorante due stelle Michelin, dove accanto allo chef resident Oliver Glowig si affiancherà un altro talento stellato della cucina campana, Nino Di Costanzo de Il Mosaico del Terme Manzi Hotel & Spa di Ischia con un menu a quattro mani abbinato alle varie annate dal 2001 al 2007. Questo è solo un altro tassello che aggiungiamo alla Campania che vogliamo, a degna chiusura di una stagione 2010 entusiasmante, che ha visto la cantina del Capri Palace aprire le sue porte ad appuntamenti importanti tra i quali il bellissimo rendez-vous con l’azienda irpina Quintodecimo di Luigi Moio, la verticale storica di Cervaro della Sala guidata da Renzo Cotarella e non ultimo il preziosissimo laboratorio di formazione sugli Champagne KruginCapri e successivo evento di gala con la prestigiosa maison di Reims!
Ecco, il Montevetrano e Silvia Imparato ci sono sembrati il modo migliore per congedarci dalla bella estate e tra i possibili quello più autentico, sincero, per salutare il nostro Oliver Glowig – avviato ad una nuova esaltante esperienza tutta sua in terra toscana – uomo e professionista di altissima levatura, con il quale ho avuto l’onore ed il grande piacere di condividere due anni di lavoro più che straordinari. In bocca al lupo chef, sì chef! (A. D.)
Questo il menu della serata:
Totano nero di Praiano brasato con rognone di vitello all’aceto di vino rosso e melanzane di Oliver Glowig con Montevetrano 2005
Tortelli aglio, olio e peperoncino con agnello in parmigiana di melanzane, bigné di scarola, pomodori affumicati e provola di Nino Di Costanzo con Montevetrano 2004
Piccione in croccante di noci ed olive con salsa alle noci nere di Oliver Glowig con Montevetrano 2003
Serenata di fine Estate – “Omaggio a Silvia Imparato”: Geometrie di cioccolato di Nino Di Costanzo con Montevetrano 2001
Per informazioni e prenotazioni:
Ristorante L’Olivo
Capri Palace Hotel & Spa
Via Capodimonte, 14
80071 Anacapri
Tel. 081 978 0225
olivo@capripalace.com
sommelier@capripalace.com
www.capripalace.com
Ufficio stampa
dipunto studio
www.dipuntostudio.it
Tel. 081 681505
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:anacapri, angelo di costanzo, capri, capri palace, colli di salerno, il mosaico, montevetrano, nino di costanzo, oliver glowig, olivo, silvia imparato, terme manzi, verticale storica
Pubblicato su APPUNTAMENTI, In agenda | 12 Comments »
29 luglio 2010

Pozzuoli 16 novembre 2009, nasce L’Arcante – diario enogastronomico di un sommelier. Abbiamo esordito più o meno così, raccontandovi di Peppe Mancini e Manuela Piancastelli e della bella favola del Pallagrello. In verità già da qualche giorno lavoravamo su una nuova idea di comunicazione ed alcune belle esperienze ci esortavano a camminare, decisi, questa strada: per imparare, costruire, confrontarsi, crescere.
Erano quelli giorni pesanti, mistici direi, di profonda gioia con il cuore impavido per la novella notizia e di pressione debordante con la mente rarefatta da scelte improrogabili; noi abbiamo deciso di guardare avanti, svoltare l’angolo, alla ricerca di una via percorribile, e di queste pagine farne la cronaca, di nuove esperienze professionali ed umane capaci di segnare il tempo, il nostro tempo, che passiamo a lavorare e vivere alcune delle nostre passioni quotidiane: il vino, il cibo, gli amici, il confronto professionale.
Le ragioni di questo post potrebbero far passare l’argomento come il più banale delle autocelebrazioni ma i numeri meritano sempre una certa considerazione, su tutti le più o meno 200 visite al giorno e le oltre 4500 pagine lette ogni mese, una costante che ci riempie di grandi stimoli; chi ci ama ci segue, chi no pure, ma questo conta relativamente; ci piace parecchio invece che chi ci conosce continua ad esortarci, mentre chi scopre queste pagine per la prima volta ne fa lettura quasi quotidiana.
A tutti diciamo grazie, di vero cuore, perchè avere qualcosa da dire è importante, ma essere ascoltati letti è proprio una bella soddisfazione: le lunghe notti del dopo-lavoro dedicate a buttare giù parole più o meno comprensibili e tracce percorribili hanno per fortuna un senso compiuto.
Orbene, ovunque voi andiate alla ricerca del mare più cristallino e delle spiaggie più fini, che il sole possa accompagnare ogni vostro giorno di agognata vacanza. A Chi sceglierà la terrazza sulla valle più verde di montagna, auguriamo che l’aria tutt’intorno sia della più pura possibile mentre per chi invece rimane in città, che lo stress, almeno ad agosto, abbandoni la vostra quotidianità. A tutti Buone vacanze, e per tutti, buon vino! E che sia dei migliori della nostra amata Campania Felix!
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:ais, ais campania, angelo di costanzo, barbaresco, barolo, blog, buone vacanze, campania, campi flegrei, capri palace, castello della sala, ferie, ferragosto, krug, l'arcante, lilly avallone, link, montalcino, numeri, oliver glowig, sommelier, statistiche, taurasi, vino, wordpress
Pubblicato su FATTI, PERSONE, Pensieri e Parole | 2 Comments »
27 luglio 2010

Il Mosaico di Mare di Oliver è certamente uno dei piatti più riusciti in carta a L’Olivo, giocato sull’accostamento mare-terra offre un percorso di colori, profumi e sapori dalle forti tinte emozionali. E’ un piatto che amo alla follia e che mi permette come pochi un abile gioco di abbinamenti!
1 – Scampo crudo con mela verde.
2 – Gambero rosso con salsa di pomodoro giallo.
3 – Alici alla colatura di Cetara con ricotta e lattuga di mare.
4 – Cappasanta con salsa di limoni di Capri e caviale nero Calvisius.
5 – Palamita su brunoise di verdurine cotte e crude.
6 – Ostrica Belon con barbabietola, aceto di lamponi ed erba cipollina.
7 – Tagliatelle di seppie con peperoni dolci e piccanti.
8 – Terrina di polpo, calamaretto ripieno di pancetta in salsa di pomodoro.
9 – Trippa di baccalà con bottarga di muggine ed asparagi di mare.
Abbimamenti consigliati: non sono solito accostare vini alle ricette dei piatti che compaiono su questo blog, ma qui vado spedito su Champagne brut Millesime 2004 Taittinger per chi vuole lasciare spazio alla sinfonia dei sapori, oppure il Trebbiano d’Abruzzo 2003 di Valentini per chi non riesce a stare lontano dal cuore, mentre il Rosalice 2009 di Maria Felicia Brini è per chi degli abbinamenti riesce, ogni tanto, a fregarsene ampiamente.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:alici, barbabietola, brunoix, cappasanta, capri palace, colatura, gambero rosso, mela verde, mosaico di mare, oliver glowig, ostrica belon, palamita, polpo, pomodorini, ricette, scacchiera, scampo crudo, trippa di baccalà
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 5 Comments »
18 luglio 2010

La grandeur di Krug e l’eleganza del Capri Palace Hotel&Spa: incontro perfetto per una notte di mezza estate. Venerdì 23 luglio la celebre maison di champagne sarà protagonista con le sue speciali cuvèe da sempre apprezzate e rinomate in tutto il mondo: si comincia alle 19.30 con un incontro “ravvicinato” nella cantina dell’albergo, La Dolce Vite, dove Romain Cans, Manager per Krug, racconterà la storia e lo stile inconfondibile della maison che coniuga armoniosamente opulenza e freschezza, potenza e finezza.
La serata continuerà poi al ristorante L’Olivo con un’inedita cena a quattro mani preparata in abbinamento alle preziose bollicine di Reims da Oliver Glowig, resident chef e 2 stelle Michelin e dallo chef ospite Tim Raue dell’omonimo Ristorante in Berlino, già fondatore al celeberrimo MA (sempre a Berlino) di una delle sole 4 Krug rooms al mondo.

In degustazione in cantina e successivamente alla cena di gala a L’Olivo, Krug Grande Cuvée, Krug Cuvée Vintage ’98, Krug Rosé raccontati dai neo Krug Ambassadors al Capri Palace Angelo Di Costanzo e Giovanni Guida, “professionisti del vino che si sono distinti particolarmente nel loro lavoro di comunicazione e promozione della qualità degli Champagne di casa Krug.
Da segnalare infine tra i protagonisti della serata anche Francesca e Gaetano Verrigni, titolari dell’Antico Pastificio Rosetano, unico in Italia ad utilizzare per i formati della loro pasta l’esclusiva trafilatura in oro.
Il Menu
Gambero rosso, infusione di rosolio, shiso-zenzero-litchi e baiser di lamponi e pepe Pondicherry – Tim Raue con Krug Rosé
* * *
Fusilloro Verrigni al nero di seppia con ostriche, pomodorini del Vesuvio e oro – Oliver Glowig con Krug Grande Cuvée
* * *
Scorfano cotto in olio di zenzero, crema di cinque spezie, fondo di piedi d’anatra e nocciole e uva marinate – Tim Raue con Krug Cuvée Vintage ’98
* * *
Spuma di caprino con fragoline di bosco – Oliver Glowig con Krug Grande Cuvée
Per informazioni e prenotazioni:
Ristorante L’Olivo
Capri Palace Hotel & Spa
Via Capodimonte, 14 Anacapri.
Tel. 081 978 0225
olivo@capripalace.com
www.capripalace.com
Ufficio Stampa
dipunto studio
www.dipuntostudio.it
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, berlino, capri, capri palace, champagne, clos du mesnil, grande cuvée, krug, krug ambassador, krug room, krug rosé, ma, oliver glowig, olivier krug, reims, romain cans, tim raue, vintage '98
Pubblicato su APPUNTAMENTI, In agenda | 6 Comments »
16 luglio 2010


In attesa dell’evento dell’anno “Krug in Capri“, praticamente già sold out, presentiamo in anteprima una delle ricette, a firma di Oliver Glowig,che sarà protagonista alla cena di gala, cogliendo l’occasione per presentarvi anche uno storico artigiano della pasta italiana, l’Antico Pastificio Rosetano Verrigni ed il suo innovativo ed esclusivo Fusilloro, la pasta prodotta con trafila in oro al 100%.
Tutto ha inizio nel 1898, quando Luigi Verrigni divenne fornitore delle nobili famiglie di Rosburgo, l’attuale Roseto degli Abruzzi, che molto apprezzavano una pasta di qualità superiore, ottenuta dalla macinatura dei grani con macine a pietra, impastata con l’acqua del Gran Sasso ed essiccata all’aria, appesa alle canne di bambù. Gaetano Verrigni, figlio di Luigi, convinto di poter migliorare ulteriormente la qualità raggiunta, si spinse a sperimentare diversi metodi di essiccazione tra cui l’utilizzo di speciali “camerini”, dotati di ventilatori a corrente e di fonti di calore necessarie a creare una temperatura costante.
Oggi è un altro Gaetano Verrigni a proseguire un’attività che ha alla base la selezione dei migliori grani duri, parte dei quali coltivati e raccolti in Abruzzo nell’azienda agricola di proprietà della moglie Francesca. Dopo aver preso forma attraverso le trafile in bronzo ed oro a seconda dei formati, la pasta viene fatta essiccare all’interno di camerini mobili, lentamente e a bassa temperatura tra 45 e 50° C, con una durata che può arrivare sino a tre giorni a seconda dei formati secondo l’antica tecnica del “preincarto” così da non alterare le caratteristiche della materia prima, da rispettare i naturali processi di fermentazione e da donare alla pasta Verrigni il suo inconfondibile sapore.

Ingredienti: per 4 persone
- 240 gr Fusilloro Verrigni
- 400 gr di fumetto di pesce
- 60 gr di nero di seppie
- Olio extra vergine d’oliva
- 8 Ostriche “Gillardeau”
- 4 filetti di pomodori secchi sott’olio
- Oro alimentare
Preparazione: in una pentola bassa sciogliere il nero di seppia nel fumetto di pesce, lasciando lentamente uniformare la salsa; A parte cuocete in acqua bollente e precedentemente salata i Fusilloro: 9 minuti vi garantiranno una cottura ideale prima di terminarla per ulteriori 2 minuti nella salsa al nero di seppia. Mantecare infine con olio extra vergine d’oliva.
Per il servizio: Utile un bel piatto bianco che lascerà esaltare le colorazioni della preparazione: adagiare la pasta al centro del piatto, tagliare ogni ostrica a tre pezzi e riporle sulla pasta, aggiungere quindi i pomodori secchi tagliati a dadi, terminare la decorazione con brillanti foglie d’oro alimentare.
Ricetta e piatto di Oliver Glowig del Ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa, per l’occasione abbinato a Krug Vintage 1998.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:anacapri, antico pastificio rosetano, capri, capri palace hotel, fusilloro, krug, krug grande cuvée, krug vintage, oliver glowig, olivier krug, pastificio verrigni, ricette
Pubblicato su I LUOGHI DEL GUSTO, Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE, Prodotti | Leave a Comment »
26 giugno 2010

Ingredienti semplici, profumi autentici, un piatto (anche unico) riuscitissimo ed alla portata di tutti. Dalla passione per la cucina tradizionale campana Oliver Glowig ci consegna a suo modo il pesce bandiera arricchendolo con altrettanti tipici sapori nostrani.
Ingredienti per 4 persone
- 480gr di filetti di pesce bandiera
- 4 spaghetti da cuocere in acqua non salata
- 2 peperoni rossi
- 2 peperoni gialli
- 50g olive nere snocciolate
- 5 capperi di media dimensione
- 1 spicchio d’aglio
- 2 rametti di timo-limone
- 50gr di filetti di alici fresche
- sale, olio extravergine di oliva, fumetto di pesce q.b.
Preparazione: Lavate i peperoni e passateli con poco olio extravergine di oliva, cucinateli al forno a 180°, a questo punto per preservare l’integrità, i profumi in particolar modo, riponeteli in una busta di plastica lasciandoveli per circa 20 minuti; Qundi spellateli e tagliateli a julienne.
Tagliate quindi a julienne ( diametro di 10 cm) anche il pesce bandiera che avrete precedentemente pulito, legatene 4 pezzi con uno spaghetto cotto e lasciato intiepidire; A parte sfilettate le alici e frullatele con un poco di fumetto di pesce ed un cucchiaio di colatura d’alici. Successivamente è opportuno passare il composto al settaccio per eliminare eventuali residui che potrebbero risultare fastidiosi al palato. In una padella bassa rosolate uno spicchio d’aglio in poco olio extravergine di oliva, unitevi i peperoni, le olive, i capperi, le foglioline di timo-limone ed il sale.
Per ottenere una frittura omogenea e fragrante del pesce bandiera passatelo, prima di infarinarlo, nel latte ed utilizzate solo olio extravergine di oliva.
Per il servizio: il migliore dei piatti bianchi del servizio di porcellana, quello buono, i colori prima che i profumi vi salteranno agli occhi. Al centro del piatto riponete i peperoni, le olive e i capperi, adagiandovi al centro il pesce bandiera fumante e tutt’intorno, a sprazzi omogenei, la salsa di alici, quindi una fogliolina di timo-limone a decorazione. Et voilà…
Ricetta e piatto di Oliver Glowig riproposto in occasione dell’evento “Verticale storica del Cervaro della Sala al Capri Palace“.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri palace, cucina povera, cucina tradizionale, golfo di napoli, l'olivo, lilly avallone, oliver glowig, piatti, pranzo della domenica, ricette
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | Leave a Comment »
19 Maggio 2010
L’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato. Ma che valore può avere la vita se la prima prova è già la vita stessa? Per questo la vita somiglia sempre a uno schizzo. Ma nemmeno “schizzo” è la parola giusta, perché uno schizzo è sempre un abbozzo di qualcosa, la preparazione di un quadro, mentre lo schizzo che è la nostra vita è uno schizzo di nulla, un abbozzo senza quadro. (Milan Kundera, l’insostenibile leggerezza dell’essere).

Come Milan Kundera Luigi Moio¤ esprime un concetto talmente semplice e reale quanto sfuggente, presi come siamo ogni giorno dalla continua ricerca, nella vita come nel vino, di una continuità fine a se stessa impossibile da ottenere sistematicamente senza rinunciare alle emozioni; Alla base di tutto vi è un concetto elementare: ogni nostra azione, ogni nostro istante è irripetibile; Perché la vita stessa è irripetibile. Kundera con il suo meraviglioso libro ci dice che non siamo preparati ad essa e che non abbiamo seconde possibilità. Tutto ciò che scegliamo o consideriamo inizialmente come leggero rivela presto il suo incredibile peso.
Così Moio, in maniera disarmante concede attraverso i suoi vini una chiave di lettura del terroir antica e nuova allo stesso tempo, un ossimoro palpabile ad ogni sorso di questo straordinario Vigna Quintodecimo 2004, autentica territorialità ed eleganza da vendere, nettezza d’aglianico e finezza esemplare, lontana anni luce da quel Taurasi che dopo anni di intimo (non tanto) vagar sospeso tra il tutto ed il niente sembra aver riscoperto nelle piccole imperfezioni dei nuovi interpreti la sua franchezza. E’ così tanta la strada da fare, perchè pensare di aver già trovato la quadratura del cerchio? E’ perchè sprecare tempo (leggi denaro) e parole invece di investirli in ricerca e conoscenza? Questo il messaggio che mi è parso rileggere, ancora una volta in questo eccellente vino.
Il Taurasi Riserva Vigna Quintodecimo 2004 è vino incredibilmente espressivo, sin dal colore rubino vivace, concentrato e splendente, con appena accennate sfumature granata sull’unghia. Il naso offre un ventaglio olfattivo delizioso ed intrigante, varietale, intenso e complesso, sensazioni di finissimi terziari in ascesa ma appena espresse. Un ventaglio olfattivo imponente, decisamente aperto a concedere minuto dopo minuto, quarto d’ora dopo quarto d’ora sempre fresche sensazioni olfattive: piccoli frutti neri, fiori passiti a rincorrere nuances di spezie ficcanti ma suadenti, note balsamiche dolcissime cadenzate da nerbo e giustezza. Vino secco, in bocca entra con la stessa delicatezza delle parole di Kundera, innescando con la sottile invadenza una profondità attesa e allo stesso tempo sorprendente; il frutto pervade tutto il palato, costantemente sopra le righe, incanta e coinvolge per bene tutte le papille gustative, si ha quasi la sensazione di metterle costantemente in riga a chiedergli di aver ben compreso il messaggio prima di lasciare il campo allo spesso nerbo acido-tannico, presente ma castamente defilato in attesa di tempi migliori.
Un vino per i prossimi vent’anni, una emozione per i prossimi cento, aperta ad ogni confronto, la terra d’Irpinia racconta, Luigi Moio ci rende partecipe del suo canto!
Qui le degustazioni di tutti gli altri vini di Quintodecimo¤ del millesimo 2007.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:aglianico, angelo di costanzo, capri, capri palace, eventi, grappoli, l'olivo, laura di marzio, luigi moio, mirabella eclano, oliver glowig, quintodecimo, taurasi, tonino pisaniello, vigna, vini irpini
Pubblicato su APPUNTAMENTI, Da raccontare, DEGUSTAZIONI VINI, I Vini del Cuore, in CAMPANIA | 7 Comments »
7 Maggio 2010

L’Olivo incontra Quintodecimo
Venerdì 14 Maggio ore 19,30
Nello scenario incantato dell’isola di Capri va in scena un evento dal particolare sapore tradizionale campano, un incrocio di territori, storie, uomini: il ristorante L’Olivo, due stelle Michelin dal 2009 accoglie nella splendida cornice di Anacapri l’azienda irpina Quintodecimo del prof. Luigi Moio .
Luigi Moio, per i pochi che ancora non lo sapessero, ha fatto la storia dell’enologia campana, ha stravolto atavici equilibri e bilanciati dei nuovi, ha rilanciato sin da tempi non sospetti il senso fondamentale della terra, della vigna prima di tutto, al quale ha applicato con minuziosa visceralità il concetto, per molti secondario sino ad allora, di conoscenza scientifica dei suoi elementi. Suoi i primissimi studi sui principali vitigni campani, ed il progetto in quel di Mirabella Eclano esprimerne al meglio le qualità e vocazioni.
Al talento ed alla tecnica esemplare dell’executive chef di casa Oliver Glowig si affiancherà per l’occasione l’estro irpino di Antonio Pisaniello, fresco della prima stella Michelin in quel di Nusco nella sua deliziosa Locanda di Bu. I due, uniti trasversalmente dalla forte sensibilità alla valorizzazione della migliore cucina territoriale campana si cimenteranno per l’occasione nell’elaborazione a quattro mani di un menu degustazione ad hoc in abbinamento ai vini di Quintodecimo.

L’evento è solo il primo di un ricco calendario di appuntamenti di prestigio che per tutto il 2010 vedrà tra gli altri Renzo Cotarella, Olivier Krug e Silvia Imparato passarsi il testimone sotto il cielo caprese. In occasione dell’incontro con Luigi Moio, dopo il prologo nella storica cantina “Dolce Vite” dove verrà presentata l’azienda ed i suoi progetti degustando e raccontando la Falanghina Via del Campo 2007, seguirà la cena degustazione presso il ristorante L’Olivo abbinata con tutti gli altri preziosi vini prodotti in terra d’Irpinia.
Questo il menù della serata:
Ricotta fritta di Montella con purea di broccoli, acqua di pomodoro, patate, alici e soppressa tiepida Chef Antonio Pisaniello
Raviolo di gamberi e zucchine al limone con uovo a bassa temperatura Chef Oliver Glowig
Filetto di Triglia con patate schiacciate e midollo gratinato in salsa di ribes nero Chef Oliver Glowig
Polpettine di Laticauda con purea di piselli, sale nero, genovese di cipolle di Sausa e fiori Chef Antonio Pisaniello
Tarte alla vaniglia con sorbetto di nespole Chef Oliver Glowig
In degustazione, condotta dai sommeliers Angelo Di Costanzo e Giovanni Guida:
- Sannio Falanghina Via del Campo 2007
- Fiano di Avellino Exultet 2007
- Greco di Tufo Giallo d’Arles 2007
- Irpinia Aglianico Terra d’Eclano 2006
- Taurasi Riserva Quintodecimo 2004
Per informazioni dettagliate e prenotazioni:
Capri Palace Hotel & Spa
Ristorante L’OLivo
Via Capodimonte, 14
80071 Anacapri – Isola di Capri – ITALIA
Phone: (+39)081 978 0225
Fax: (+39) 081 978 0593
www.capripalace.com
olivo@capripalace.com
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, antonio pisaniello, APPUNTAMENTI, campania, capri palace, degustazioni, eventi, luigi moio, oliver glowig, quintodecimo
Pubblicato su APPUNTAMENTI, In agenda | 4 Comments »
6 aprile 2010

Ingredienti per 4 persone:
- 280 gr fettuccelle
- 240gr peperoncini verdi puliti e tagliati a meta senza semi
- 320 gr ciccioli freschi pressati
- 240 gr lumachine di mare
- basilico, aglio, olio extra vergine q.b.
Preparazione: lasciate rosolare uno spicchio d’aglio in olio extravergine di oliva ed unirvi i peperoncini verdi, fateli rosolare con un po’ di basilico e bagnarli con brodo vegetale; A parte preparate i ciccioli tagliandoli a cubetti da 1 cm al massimo e passarli in una padella antiaderente finchè non diventino croccanti; Nel frattempo in acqua non salata lasciate cuocere le Fettuccelle (consigliamo una pasta di formato speciale, Gerardo di Nola, Arte & Pasta, ndr), scolarle e finire la cottura saltandole in padella con il fondo dei peperoncini: aggiungere a questo punto i ciccioli e le lumachine di mare, mantecare con olio extravergine di oliva, aggiustare solo adesso con poco sale e pepe macinato fresco. Alcuni riccioli di ricotta salata grattugiata basteranno a donare la giusta sapidità, il basilico sopra tutto.
Ricetta di Oliver Glowig, Executive chef del ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:capri palace, chef, cucina, fettuccelle, l'olivo, oliver glowig, pasta, primi piatti, ricette
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | Leave a Comment »
4 aprile 2010

- Ingredienti: per 4 persone
- – 4 code di astice
- – 100 foglie di spinaci di media grandezza
Preparazione: legare l’astice in maniera da evitare che si pieghi su stesso durante la cottura e passarlo per non più di un minuto nel court bouillon; Ultimata la cottura, lasciarlo raffreddare, separare la coda dalle teste ed eliminare le carcasse. Avvolgere accuratamente le code di astice con la preparazione allo zafferano e pesce avendo cura successivamente di avvolgere il tutto nelle foglie di spinaci che avrete sbollentato e raffreddato precedentemente.
Ingredienti per la zuppetta di lenticchie nere di Lenforte:
- – 500 gr lenticchie nere di Leonforte
- – 60 gr di carote tagliate a brunoise
- – 60 gr sedano tagliate a brunoise
- – 50 gr scalogne tagliate a brunoise
- – 2 spicchi aglio
- – 10 pomodorini di Corbara
- – 40 gr aceto di Xeres
- – 200 gr fondo di pollo
- – 800 gr brodo di pollo
- – 60 gr colatura di alici
- – 2 foglie alloro
- – 2 rametti timo al limone
- – burro freddo e fave di cacao q.b.
Ingredienti per la farcia allo zafferano:
- – 400 gr ritagli di pesce bianco preventivamente sbollentati e diliscati
- -1 albume d’uovo
- – 5 gr di sale fino
- – 60 gr panna fresca
- – 10 gr di Martini dry
- – 2 buste di zafferano in polvere
- – 100 gr di panna fresca
Preparazione della farcia allo zafferano: mischiare i ritagli di pesce con albume, sale, il Martini dry, la panna e lo zafferano, congelarli per almeno 12 ore in un contenitore del Pacojet, per la preparazione prima del servizio, coprire fine al bordo con panna fresca e passare la farcia due volte nel Pacojet per renderla omogenea e soffice.
Ingredienti per la gelatina all’aceto di Barolo:
- – 200 gr di acqua
- – 100 gr aceto di Barolo
- – 6 gr di agar agar (addensante)
- – 1 gr di sale fino
- – 3 fogli di gelatina
Per la pennellata di cioccolato:
- – 100 gr cioccolato Guanaja
- – 50 gr acqua
Per il servizio: predisporre in un piatto piano bianco la coda di astice tagliata in tre-quattro parti a seconda della sua grandezza, posizionare il tutto centralmente nel piatto, nella parte superiore del piatto predisporre le lenticchie nere in maniera parallela agli anelli appena sovrapposti di coda di astice, unendovi alcuni cubetti di gelatina al Barolo, in quella inferiore invece verrà eseguita la pennellata di cioccolato.
Il confine tra i sapori di questo piatto è meno lontano di quanto appaia, provare per credere!
Per gentile concessione di Oliver Glowig , Executive chef del ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri palace, chef, cucina, l'olivo, oliver glowig, ricette
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 2 Comments »
31 marzo 2010
Veduta panoramica al tramonto del golfo di Napoli dalla terrazza de L’OLivo
Ci siamo, domani mattina apriamo le porte ai primi ospiti del Capri Palace Hotel&Spa; Una settimana intensa di lavoro per preparare un avvio di stagione a quanto pare già scoppiettante per quella che si prefigura come una estate piena di impegni e grandi prospettive di crescita. Cantina, carte dei vini, ordini, organizzazione, varie ed eventuali non hanno certo mancato di darci grattacapi, ma pare essere ad un buon inizio; Come la prova dei piatti durante il briefing di quest’oggi, circa una quarantina tra quelli storici e quelli nuovi: all’approccio alcuni di questi mi sono apparsi davvero molto interessanti, nella loro lineare espressione tradizionale, anche campana, votata alla condivisione internazionale, come nello stile, strano ma verissimo, e dell’inventiva di Oliver Glowig. Attendiamo il confronto con i nostri ospiti, nel frattempo ne presentiamo qui alcuni di questi che vi passeremo di volta in volta: la stagione è lunga, il lavoro è tanto, ma cercherò di non mancare all’appuntamento con il Diario Enogastronomico.
Quaglia con fois gras, asparagi ed uova di quaglia; (n.b.:la foto è solo rappresentativa dell’idea della ricetta, è stata rubata durante le prove di alcuni giorni fa, non vi sono per esempio, le uova di quaglia che sono sostituite da piccoli fiocchi di ricotta, ndr) E’ un piatto dalle ottime consistenze, ha una preprazione laboriosa e meticolosa, coniugata con il fois gras per dargli il giusto respiro internazionale. Una bella sfida l’abbinamento, per scoprire il quale non resta che passare dalle nostre tavole.
Ingredienti per 4 porzioni:
- 4 quaglie disossate di media grandezza
- 4 pezzi di foie gras da 15 grammi
- 12 uova di quaglie
- 12 punte di asparagi verdi
- fondo di pollo
- Per la farcia:
-
500 g petto di pollo
-
1 albume
-
5 g sale
-
100 g panna fresca
-
sale e pepe q.b.
-
10 g Cognac
-
Per finire la farcia:
-
30 g scalogno tritato
-
30 g sedano tagliato a brunoise (tocchetti quadrati piccoli, tutti uguali, ndr)
-
30 g carote tagliate a brunoise
-
30 g zucchine tagliate a brunoise
-
½ spicchio d’aglio
-
8 g funghi porcini secchi
-
5 g crostini di pane
-
200 g farcia di pollo
-
20 g burro
-
foglie di spinaci sbollentate q.b.
-
- Preparazione:
- della farcia:– passare i petti di pollo nel tritacarne e condire con panna, sale, pepe, albume e Cognac, congelare per almeno 12 ore in un contenitore, chi possiede il Pacojet ne avrà in dotazione alcuni. Coprire la farcia fine al bordo con panna fresca e passare due volte al Pacojet, setacciare quindi il composto ottenuto e condire con sale e pepe.
- Per finire la farcia: rosolare le verdure in burro e aggiungere i porcini tritati, successivamente mischiare il tutto con la farcia ed aggiungere i crostini; Avvolgere il foie gras nelle foglie degli spinaci.
- Per finire le quaglie: aprire le quaglie disossate, condire con sale e pepe, stendere la farcia e mettere il fegato al centro e chiudere le quaglie e legarli aiutandosi con la carta alluminio, condire quindi con sale e pepe; A questo punto procedere alla rosolatura delle quaglie, aggiungere un pezzettino di burro e finire la cottura al forno a 180 °C per 10 minuti, a parte sbollentare gli asparagi e le uova di quaglie che completeranno l preparazione.
Per il servizio: tranciare ogni quaglia con un taglio centrale obliquo e posizionarle in un piatto piano bianco, porre tutt’intorno gli asparagi sbollentati e le tre uova cotte a bassa temperatura “a decorazione”, completare il piatto con un filo di fondo ridotto sparso tutt’intorno alla preparazione.
Ricetta di Oliver Glowig, executive chef del Capri Palace Hotel & Spa
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, capri, capri palace, due stelle michelin, fois gras, guide, l'olivo, oliver glowig, quaglia, stagione
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 1 Comment »
29 dicembre 2009

Ingredienti per 4 persone:
- 240 gr di spaghettoni;
- olio extravergine di oliva;
- sale;
Per la zuppa forte:
- 2 cipolle;
- 4 spicchi d’aglio;
- 50gr di strutto;
- 5 foglie di alloro;
- 1kg di frattaglie di maiale (polmone, cuore, milza, trachea);
- 50gr di concentrato di peperoni piccanti;
- 500ml di passata di pomodoro;
- sale e pepe;
Ancora, per completare la preparazione:
- 50gr di yogurt;
- 100gr di crostini di pane cafone;
- 1 spicchio d’aglio;
- 2 rametti di timo;
- 4 peperoncini per la decorazione;
- Maggiorana per la decorazione;
- 300gr di salsa di pomodoro;
- olio extravergine di oliva;
Per la preparazione: In primis, la zuppa: tagliate le cipolle a brunoise e rosolatele metà con 2 spicchi d’aglio e un poco di strutto. Aggiungete poi lo strutto restante, 3 foglie di alloro e le frattaglie lasciando soffriggere per circa 40 minuti. Lascaite successivamente raffreddare le frattaglie nello strutto e tagliatele a dadini. Soffriggete di nuovo il tutto con le cipolle, l’aglio e l’alloro rimanente, il sale ed il pepe, unendovi anche il concentrato di peperoni piccanti e la pasata di pomodoro. Lasciate cuocere sino a che la zuppa non risulterà particolarmente densa.
A parte lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela e mantecatela con solo un poco di acqua di cottura ed olio extravergine. A questo punto passate alla composizione del piatto dove ognuno degli ingredienti avrà un ruolo da protagonista e tutti assieme esalteranno questa antica e sostanziosa ricetta napoletana. Versate un cucchiaio di yogurt tiepido al centro di ogni piatto (opportuno bianco o dai colori chiari, ne gioveranno i bellissimi colori della preprazione), e componetevi sopra la pasta. Pressate la zuppa forte in uno stampino di circa 5 cm di diametro e adagiatela sopra gli spaghettoni. Completate il piatto con la salsa di pomodoro, un filo di olio extravergine, i crostini di pane cafone precedentemente tostati in olio, aglio, timo, peperoncino e maggiorana.
Ricetta di Oliver Glowig, Executive Chef del ristorante L’Olivo del Capri Palace Hotel&Spa di Anacapri (ricetta presente nel libro “Arte e gusto a Capri” edito da Gribaudo).
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:capri palace, l'olivo, oliver glowig, ricette, spaghettoni, zuppa forte
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 2 Comments »
24 novembre 2009
La ricerca dello champagne preferito non ha fine, ci sono esempi storici, camei indimenticabili di imperatori e re follemente innamorati di questo o di quello champagne; governatori, papi e starlettes capricciosi sino all’inverosimile tanto da meritarsi dediche di intere cuvèe.
![_large_Philipponnat[1]](https://larcante.files.wordpress.com/2009/11/large_philipponnat1.jpg?w=450&h=302)
Perché stupirsi allora quando a marcare il visibilio più totale è l’annata del cuore, quella da non far mai mancare nella propria cantina, quel vezzo tanto prezioso che caratterizzava tanto la molto beneamata Madame Pompadour, fiera devota al suo Moet del 1746 quanto l’ineffabile James Bond, vinto solo dal fascino del suo Bollinger RD. Il Clos des Goisses è il gioiello di casa Philipponat, uno champagne molto particolare, non per tutti o almeno per coloro che pensano e credono che le bollicine d’oltralpe siano solo un vezzo per viziati e sedicenti imbonitori. Questo cru Nasce a Mareuil sur Ay, in un vigneto-giardino bellissimo che costeggia gli argini del fiume Marna, un climat da cartolina, una veduta da perderci il fiato. Il ’96 come molte delle precedenti annate è stato prodotto con un blend di pinot noir e chardonnay, con il principe dei vitigni a baca rossa prevalere per il 70% e solo in minima parte affinato il legno. ![1039711x[1]](https://larcante.files.wordpress.com/2009/11/1039711x1.jpg?w=108&h=259)
Il 1996 è uno champagne di rara personalità, ha un colore paglierino brillante, scintillante, possiede una trama di bollicine fitte ed eleganti, persistenti, infinite, cloni a se stesse. Il primo naso è una spruzzata di agrumi, di spezie orientali: buccia limone, pompelmo, poi ginger, foglia di thè e cannella. Un ventaglio assai fine e fitto, complesso e persuasivo, avvincente, inebriante; il gusto è secco, intenso, abbastanza caldo, per niente morbido, spiccatamente citrino: taglia il palato in profondità, una volta mandato giù il primo sorso, per 3,4,5 secondi hai solo il piacere di chiudere gli occhi ed immaginare bevute simili, un confronto decente, una prospettiva futura, così ti convinci di berne ancora, di ricercare altre sensazioni. Ti accorgi così di navigare a vista, speri in un punto di riferimento che non c’è, torni a metterci il naso dentro, lo riassaggi, esprimi una doverosa contropinione sulla sua fittezza di acidità, gli concedi più o meno un ventennio per smussarla e per goderne ancora: cavolo ma è il Clos des Goisses di Philipponnat, punto e basta!
A questo punto sarebbe opportuno buttare giù un paio di piatti adatti ad avvicinare cotanta ricchezza organolettica, ecco allora che mi vengono a mente un paio di esperienze, una recentissima che è la lasagnetta di lingua di vitello in guazzetto di Tartufi di mare di Marianna Vitale del ristorante Sud di Quarto, l’altra mi appartiene per convenzione: la scacchiera di mare di Oliver Glowig (qui), forse il piatto più emozionante (qui conta poco essere di parte) mangiato nel 2009 assieme alla creme brulée di baccalà di Francesco Sposito di Taverna Estia.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:bollicine, champagne, clos de goisses, marianna vitale, oliver glowig, philipponnat, sud ristorante, taverna estia
Pubblicato su DEGUSTAZIONI VINI, Francia, I Vini del Cuore, nel MONDO | 2 Comments »
9 novembre 2009

Ingredienti:
- 20 gr ricotta vaccina
- 3 pezzi trippa di baccalà da 10 grammi l’ una
- 1 taccola
- 10 gr pancetta d’Osvaldo
- 6 gr caviale Calvisius
- sale fleur de lune, pepe e crescione shiso purple q.b.
Preparazione: riporre la trippa di baccalà sottovuoto e cucinarla a 62°C per 60 minuti circa, nel frattempo passare la ricotta nel “paco jet”, tagliare le taccole e la pancetta a losanghe, saltarle in padella con poco olio e condire il tutto con sale e pepe. A parte scottare la trippa in una padella di ferro e condirla con solo “fleur de lune”.
Per il servizio: un piatto dai colori scuri, nero o marrone, esalterà al meglio la luminosità degli ingredienti di questo piatto, ma va bene anche un piatto bianco classico. Con un sac-a-poche riporre al centro del piatto una striscia di ricotta, aggiungere le taccole, la pancetta e la trippa di Baccalà , quindi il caviale, decorare con una o due foglioline shiso purple (foglie dal sapore di cumino, decorative innanzitutto).
Ricetta di Oliver Glowig, executive chef del Capri Palace Hotel&Spa.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Tag:angelo di costanzo, calvisius, capri, capri palace, caviale, l'olivo, oliver glowig, paco jet, ricette, ricette d'autore, shiso purple, trippa di baccalà
Pubblicato su Le Ricette Famose, PIATTI & RICETTE | 1 Comment »