Posts Tagged ‘angelo di costanzo’
20 luglio 2014
Ricevere complimenti fa sempre piacere, ancor più quando qualificano l’intera categoria professionale italiana.
Spesso i nostri ospiti arrivano qui a Capri dopo un giro più o meno lungo nei più importanti ristoranti italiani ed europei. La Costiera e Capri sono quasi sempre le ultime tappe prima di rientrare a casa. Così durante la cena non manca mai di scambiare due chiacchiere su dove sono stati prima, come sono stati trattati, cosa abbiano mangiato di particolare, i vini, lo chef, il sommelier.
Viene fuori un dato sopra tutti che riempie di soddisfazioni i tanti che si fanno un mazzo così da nord a sud, da Alba a Ragusa passando per Milano, Roma, Napoli: i sommelier italiani sono riconosciuti tra i più bravi del mondo!
‘…ne sanno una più del diavolo, e molto spesso ne sanno molto più dei loro colleghi di New York o Londra dove spesso hanno paraocchi o se ne stanno sulle loro, freddi e altezzosi. Per non parlare di quanto gli italiani ne sanno dei vini del mondo rispetto a quanto questi conoscono dei meravigliosi vini italiani; non si tratta solo di poca considerazione dei vini prodotti nel vostro paese, si sa che nel mondo il vino è anzitutto quello francese, ma è una questione soprattutto di cultura più che di bravura. In Italia, con un bravo sommelier, riesci a parlarci di quasi tutto, altrove non sanno nemmeno dove sta Constantia’.
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17 giugno 2014
E’ appena uscito il n. 34 del Magazine Capri Review. Tra gli altri si parla di me ma soprattutto di viticoltura e vino a Capri.

17 ottobre 2013¤. Angelo Di Costanzo¤, davanti a una platea che rappresenta il meglio della gastronomia e dell’enologia italiana, viene incoronato miglior sommelier dell’anno. La Guida dell’Espresso¤ consegna il ‘al responsabile della cantina di ristorante che nel corso dell’anno si è distinto per competenza e professionalità’. Il ristorante in questione è L’Olivo del Capri Palace, mille etichette e oltre diecimila bottiglie ospitate nella cantina La Dolce Vite. Ma Angelo, arrivato a Capri sei anni fa per accettare una nuova sfida dopo aver deciso di chiudere il suo wine bar che aveva con tanta passione fatto crescere, questa data la ricorderà soprattutto per la nascita della sua secondogenita, Alessia.
Trentotto anni, ultimo di sette figli di una famiglia di pescatori di Pozzuoli, ha vissuto tra il mare e la campagna dei Campi Flegrei dove l’uva è sempre stata protagonista. E quando parla di uva e vino gli si illuminano gli occhi. Racconta della vendemmia nelle vigne di Caposcuro ai piedi del Monte Solaro. Sono coltivate a falanghina, biancolella e una varietà chiamata ‘ciunchesa‘, molto simile al più conosciuto greco, e danno vita al Joaquin dall’Isola, mille bottiglie prodotte da Raffaele Pagano e che a Capri si trovano in esclusiva al Capri Palace. Ma all’ombra del Solaro crescono anche uva a bacca rossa, Guarnaccia e Piedirosso che da due anni vengono vinificate nella cantina di Joaquin a Montefalcione, in provincia di Avellino, per una piccola preziosa produzione di rosato di sole 200 esclusive bottiglie. ‘Da cinque anni – racconta Angelo – il progetto Joaquin dall’Isola ha riportato in vita la vendemmia ad Anacapri¤ e grazie anche questa iniziativa si mantiene viva la doc isolana e la tradizione antica del bianco caprese’.
E la promozione enoturistica dell’isola è uno dei chiodi fissi di Angelo. ‘I circuiti del gusto e del vino rappresentano un valore sempre più importante nel turismo di oggi, corsi di approccio al vino, incontri di degustazione, itinerari alla scoperta delle vigne non possono che valorizzare il territorio’. Guidati dalla sua competenza si possono apprezzare i vini che propone La Dolce Vite. Vale la pena seguirlo, in cantina ma anche sul suo blog L’Arcante¤, diario enogastronomico di un sommelier.
© Rossella Funghi, Capri Review n. 34 Giugno 2014
caprireview.it
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Tag:angelo di costanzo, capri palace hotel, capri review, guide ai ristoranti d'italia, isola di capri, l'arcante, sommelier dell'anno
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16 giugno 2014
Il 16 giugno di 6 anni fa, era il 2008¤, in una fresca serata a Cerreto Sannita mi veniva consegnato il titolo di Primo Sommelier della Campania¤. Fu per me una enorme soddisfazione.

Più del bellissimo ricordo di quel giorno, ripensando al pianto di quella notte in macchina mentre rientravamo a Napoli, mi viene però in mente il dolce e l’amaro del nostro mestiere: le soddisfazioni, piccole o grandi che siano arrivano, è vero, ma quanta fatica in più senza riferimenti, qualcuno che ti guida, crede in te, ti sostiene: si rischia continuamente di perdere la bussola.
La formazione dei professionisti di domani viene ancora considerata una questione assai marginale, qui al sud in particolare; associazioni ed enti diciamo così ‘promozionali’ non mancano, spesso però si sovrappongono talvolta in chiaro contrasto, sono molto attente a fare proseliti ma il più delle volte solo per istituire corsi e bevute più o meno memorabili dietro il pagamento di laute quote di partecipazione.
Il rischio ormai conclamato è di finire a produrre pezzi di carta fini a se stessi buoni giusto per riempire le pareti di casa e qualche curricula. Insomma, titolifici¤ lontani anni luce dal mondo del lavoro.
La distanza si allunga sempre più. Non entro nel merito della questione, non ho nessuna intenzione di alimentare polemiche sterili, il paese sta attraversando un momento tremendo, in molti devono sbarcare il lunario e lo capisco pure, il dato di fatto però è chiaro: a pochi sta a cuore la faccenda, pochi investono seriamente sulla formazione, soprattutto sembra mancare del tutto il contatto con la realtà lavorativa. E chi può, quei pochi, pochissimi talenti ormai rimasti in giro si vedono costretti a scappare via altrove, talvolta persino dall’Italia. Ahinoi!
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28 aprile 2014
E’ stato un mese molto duro, ho scritto poco e solo di quello che sono riuscito a mettere assieme. Ho un mare di cose da dire. E’ pur vero che questo blog non ha nessuna necessità di ‘pubblicare’ per forza, però non posso non nascondere un certo dispiacere per non aver avuto abbastanza tempo per raccontarvi tutto quanto passatomi per mano in questi ultimi 30/40 giorni.
Milano¤ ad esempio, devo dire che mi è piaciuta un sacco, ce n’è di roba da quelle parti. Era in programma di salire in Valtellina, mannaggia, ma niente da fare. C’è poi una bozza di rece del Barolo duemilanove di Beppe Rinaldi da ‘chiudere’, un centinaio di foto di Eataly Milano tra le quali scegliere le meno peggio da pubblicare. La pizza di Pepe da Princi, eh sì, avete letto bene: la pizza di Pepe da Princi.
Adesso c’è l’inizio della nuova stagione¤ qui a Capri, bello carico di responsabilità¤, i nuovi piatti di Andrea, la nuova Carta dei vini a L’Olivo, Il Riccio e qua e là già qualche buon tappo saltato via con viva soddisfazione.
Insomma, conto di rifarmi quanto prima, frattanto con Daniele stiamo scaricando cartoni¤, parecchi cartoni. Che poi si sa, prima il piacere e poi il dovere (di rendervene cronaca). L’Arcante c’è, a piccoli sorsi ma c’è.
P.S.: in certi giorni il migliore amico di un sommelier è un impianto di sollevamento usato per trasportare cose (colloquialmente chiamato anche montacarichi).
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Tag:angelo di costanzo, capri palace, l'olivo, larte, lartemilano, milano, montacarichi, s.o.y., sommelier of the year
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18 aprile 2014
Dal prossimo Maggio e per tutta questa stagione su ognuna delle carte dei vini del Ristorante L’Olivo, in prima pagina, ci mettiamo, a rotazione, una foto di una delle tante stupende vigne campane.

Dai miei Campi Flegrei al Vesuvio, dalla Costiera fin giù in Cilento, Irpinia, Taburno e Sannio, Roccamonfina, Terre del Volturno, l’Agro Aversano e l’Ager Falernus, le isole di Capri e Ischia: da qui le foto più suggestive finiranno là in carta. Bello, no?

Mai avrei immaginato un successo così immediato: l’idea è piaciuta, anche parecchio visto che in poco più di 24 ore mi sono arrivate circa 150 foto da un po’ ovunque in Campania. Bellissime e suggestive le vigne campane, grandissimo l’impegno che molti produttori hanno assunto nel valorizzare così il proprio territorio.

Alcune foto, come quella di Paola Riccio dell’azienda agricola Alepa¤ di Caiazzo ritraggono dei veri piccoli capolavori della natura. Come questa di Laura Di Marzio che fissa nel tempo una straordinaria nevicata a Mirabella Eclano nella Vigna Quintodecimo¤.

E che ne dite di questa? E’ di Maria Felicia Brini, dell’azienda Masseria Felicia¤ di Sessa Aurunca, terra di Falerno: una vigna col fuoco dentro! E poi ancora un grazie a Stefania Carlo per avermi girato uno stupendo panorama di Castelvenere, il comune più vitato d’Italia.

Chi volesse può inviarcene di sue – in formato Jpeg, in alta risoluzione -, magari accompagnate da due righe che ci autorizzano alla pubblicazione all’indirizzo sommelier@capripalace.com. Insomma, noi ce la mettiamo proprio tutta a comunicare il vino con tutto l’amore possibile!
Tutte le foto sono pubblicate per gentile concessione degli autori per il progetto ‘Una vigna straordinaria in Carta’. Riproduzione Riservata.
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Tag:angelo di costanzo, capri palace, carta dei vini, foto cantina, l'olivo, sommelier of the year, vigne storiche
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16 aprile 2014
Si riparte! Comincia la stagione 2014 al Capri Palace Hotel. Dopo una decina di giorni di duro, frenetico ed incessante lavoro di preparazione, ci siamo, siamo pronti!

Dopo il lungo inverno di lavori, si riaccendono dunque i riflettori sul Ristorante L’Olivo¤, il 2 Stelle Michelin qui in albergo, quest’anno con la terrazza completamente rimessa a nuovo (che spettacolo ragazzi!), tra gli altri ‘voted Best Hotel Restaurant all’European Hospitality Award¤ 2013′.
E’ pronto come sempre anche Il Riccio¤, il Restaurant&Beach Club a due passi dalla splendida Grotta Azzurra. Tanti nuovi profumi e sapori all’orizzonte, lo stile, inconfondibile speriamo, quello di sempre. Insomma, La Dolce Vite¤ is back!
Tag:angelo di costanzo, cantina del capri palace, capri, capri palace events, isola di capri, l'olivo, michelin, sommelier dell'anno, tonino cacace
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1 marzo 2014

Nelle prossime settimane e sino agli inizi di Aprile sarò a Milano a LARTE, il nuovo Hub del gusto in pieno centro a due passi da P.zza della Scala, a poche centinaia di metri dal Duomo. Se vi va, ci si vede là. Capri Palace Rulez…
foto gallery
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dal Lunedì al Sabato dalle 8.00 alle 23.00
Via Manzoni 5, Milano
Per informazioni e prenotazioni:
info@lartemilano.com – Tel. +39 02 890 96 950
Tag:angelo di costanzo, duomo, l'arcante, larte milano, piazza della scala, sommelier of the year
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14 febbraio 2014
È uscita una mia intervista su Excellence Magazine a cura di Giulia Cannada Bartoli. I miei inizi, il mio lavoro, la passione che mi accompagna da sempre, i grandi vini che mi girano intorno, Capri.

Sfoglia gratis il giornale qui¤, a pagina 20 e 21 le mie parole. Vi segnalo tra l’altro che nelle pagine precedenti ci trovate anche un interessante ritratto dell’amica compaesana chef Marianna Vitale¤ di Sud¤. Insomma, una boccata di Campi Flegrei, quelli che ci piacciono…
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Tag:angelo di costanzo, campi flegrei, capri palace hotel, l'arcante, l'olivo, marianna vitale, pozzuoli, sommelier dell'anno
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10 febbraio 2014
È sempre un piacere venire da queste parti a trovare Antonio Papa¤ nella sua piccola cantina a Falciano del Massico, nel cuore dell’Ager Falernus, sentire come vanno le cose a lui che fa uno dei migliori primitivo in circolazione.

La sua famiglia coltiva la terra sin dal 1900 e basta buttare un occhio in giro qua è là per cogliere tanti piccoli segnali di una tradizione qui molto forte e radicata. Nei primi anni novanta la svolta e qualche anno più tardi, con l’ingresso di Antonio in azienda, si ha la definitiva consacrazione con le prime bottiglie di Campantuono¤ che spostano immediatamente l’attenzione di appassionati e critica da queste parti.
Scelte drastiche ed incisive, da vero artigiano del vino, di quelle che una volta fatte non si torna indietro. Dimezzare la resa per ettaro sino agli attuali 45-50 quintali non è stato certo facile, men che meno ‘vivere’ delle appena 12/15.000 bottiglie l’anno (quando tutto va bene); ma in fin dei conti, a questo punto della storia, ad ascoltare le parole di Antonio, mi pare che si sia raggiunto un buon equilibrio e che poco o nulla cambierà in futuro.

Anzi, a dire il vero qualcosa sembra bollire in pentola, ma Antonio ci sta ancora lavorando, tenendo conto di tutti gli aspetti produttivi che di anno in anno gli si stanno presentando in cantina: l’idea è di eliminare completamente il legno. Che poi qui il primitivo¤ è cosa seria, infatti non è che se ne faccia un uso massiccio, tutt’altro, tant’è che di millesimo in millesimo non se ne coglie nemmeno più il breve passaggio, ma la maturità raggiunta dalle vigne, la bontà dei frutti, ad ogni vendemmia sempre migliore consigliano da tempo di limitarne ancor più l’utilizzo. Così chissà che i prossimi Campantuono, diciamo già col 2010 visto che il 2009 forse non esce nemmeno, potremmo ritrovarceli in bottiglia dopo aver fatto solo acciaio.

Ci salutiamo con qualche assaggio dalle vasche: annata solida la 2012, matura bene, il 2013 invece mi pare sia stata un’annata così così, sottile, non così polposa ma in fin dei conti i vini sembrano maturare bene ed avere un certo appeal sin da subito. Tra un paio di mesi si deciderà il da farsi, i vari assemblaggi ecc., di certo, frattanto, si ha di che bere, il Conclave 2011 per esempio, il secondo vino di Antonio, che ha buona forgia e la giusta intensità per appassionare palati fini e meno esperti.
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Tag:angelo di costanzo, antonio papa, campantuono, conclave, falciano del massico, falerno del massico, l'arcante, papa, primitivo
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3 febbraio 2014
Come già ho avuto modo di scrivere il 2014 sarà l’anno della falanghina e del piedirosso dei Campi Flegrei, a 20 anni dall’istituzione della denominazione di origine controllata, il 3 ottobre del 1994.

Se mi chiedessero quale azienda e quale vino meritino un po’ più di attenzione direi di buttare un occhio qui: eccovi una Piccola Guida che dovreste tenere presente per farvene un’idea. Quasi tutte, previo appuntamento, fanno accoglienza e vendita diretta in cantina.
Agnanum – Raffaele Moccia
Contrada Astroni 3, Napoli
Tel. 0813417004
http://www.agnanum.it
info@agnanum.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei Agnanum, Piedirosso dei Campi Flegrei Vigna delle Volpi, Falanghina dei Campi Flegrei Vigna del Pino.
Az. Agricola Monte Spina – Antonio Iovino
Via San Gennaro Agnano 63, Pozzuoli
Tel. 0815206719
iovino.an@tiscali.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei Gruccione.
Cantine Astroni
Strada Comunale Sartania 48, Loc. Pianura – Napoli
Tel. 0815884182
http://www.cantineastroni.com
info@cantineastroni.com
Di particolare pregio: fuori doc Spumante Astro brut, Falanghina dei Campi Flegrei Colle Imperatrice, Piedirosso dei Campi Flegrei Colle Rotondella.
Cantine del Mare
Via Cappella IV traversa 5, Monte di Procida
Tel. 0815233040
http://www.cantinedelmare.it
info@cantinedelmare.it
Di particolare pregio: Falanghina dei Campi Flegrei, fuori doc Spumante Brezza Flegrea brut
Cantine Farro
Via Virgilio 30-36, Bacoli
Tel. 0818545555
http://www.cantinefarro.it
info@cantinefarro.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei, Falanghina dei Campi Flegrei Le Cigliate.
Cantine Grotta del Sole
Via Spinelli 2, Quarto
Tel. 0818762566
http://www.grottadelsole.it
info@grottadelsole.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei Riserva Montegauro, Falanghina dei Campi Flegrei Coste di Cuma.
Contrada Salandra
Via Tre Piccioni 40, Pozzuoli
Tel. 0818541661
http://www.dolciqualita.com
dolciqualita@libero.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei, Falanghina dei Campi Flegrei.
La Sibilla
Via Ottaviano Augusto 19, Loc. Fusaro – Bacoli
Tel. 0818688778
http://www.sibillavini.it
info@sibillavini.it
Di particolare pregio: Piedirosso dei Campi Flegrei Vigne Storiche, Falanghina dei Campi Flegrei Cruna DeLago.
Va detto che ci sono sul territorio altre aziende che lavorano con dedizione e tanta attenzione: tra queste vanno certamente ricordate Carputo di Quarto, tra le prime, subito dopo Grotta del Sole a imbottigliare vino doc, Cantine Federiciane Monteleone, poi Matilde Zasso a Pozzuoli, Masseria del Borro a due passi da Napoli e, più recentemente, Cantine Babbo, Cantine dell’Averno, Cantine Di Criscio, Il Quarto Miglio, Colle Spadaro. Quest’ultima da qualche tempo vende vino esclusivamente presso l’azienda in Contrada Spadari a Pianura.
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Tag:agnanum, angelo di costanzo, cantine astroni, doc campi Flegrei, falanghina, grotta del sole, guida ai vini dei Campi Flegrei, l'arcante, la sibilla, piedirosso, sommelier
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4 gennaio 2014
Col nuovo anno ci si prepara belli carichi ad affrontare un anno intenso di lavoro; tra le prime tante cose si ha che fare con molte scartoffie piene zeppe di appunti, numeri, dati da cui trarre indicazioni sul da farsi. Qua e là qualche parola sottolineata o segnata col rosso.
Programmazione. Le aziende ci passano notti insonni ma è ormai un parolone vuoto caduto in disgrazia. Sommelier, ristoratori, agenti un tempo orgogliosi di poter contare su una programmazione coi fiocchi oggi vivono praticamente alla giornata.
Prodotto in assegnazione. Ai bei tempi non è che avesse mai avuto un senso sensato ma per molti era un appiglio per suscitare languore ed acquolina. Certe aziende se ne crogiolavano, alcuni rappresentanti avevano imparato a farne arma letale. Caduto in disuso è ormai prassi dire semplicemente ‘non so se è ancora disponibile’.
Premiato col Tre Bicchieri. ‘Datemi un Tre Bicchieri e ci solleverò il mondo’. Non è ancora dato sapere chi fu il primo a dirlo ma certo per anni ci hanno marciato in molti. Un riconoscimento è un riconoscimento ed è giusto goderselo fino in fondo e quale che sia l’opinione che si ha di questa o quella guida poco importa, mai nessun premio ha mai portato con se una carica di adrenalina tale come quello del Gambero. Checché se ne dica per anni è stato manna dal cielo per molte aziende, rappresentanti e, diciamolo a chiare lettere, per enotecari e sommelier di ogni dove.
Rapporto Qualità-Prezzo. Questo sconosciuto. Per molti appena in piazza bastava guardare cosa facesse il vicino per determinare i propri prezzi, certe volte appena qualche centesimo in meno per sentirsi ‘avanti’ o 50/60 in più non tanto per essere temerari ma più semplicemente per autoreverenza: ‘perché io valgo’. Nessuna indagine di mercato particolare, studio dei costi, del mercato, del proprio prodotto, niente. Tuttalpiù ci avrebbe poi pensato il 10 a 2 o il 6+4 a rimettere le cose a posto.
Tag:2014, angelo di costanzo, appunti e virgole, aziende, caro amico ti scrivo, l'arcante, nuovo anno, professione sommelier, programmazione, rappresentanti, tre bicchieri, vino
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1 gennaio 2014
Pochi vini campani sanno essere evocativi di una così antica tradizione ma al contempo moderni e capaci di attraversare i nostri giorni con la stessa forza del Serpico dei Feudi di San Gregorio¤.

Negli ultimi dieci anni, da che ho memoria degli assaggi in maniera diciamo così un po’ più rilevante, ricordo pochissimi passaggi minori – forse solo uno, il 2003, ça va sans dire – di questo splendido aglianico da vigne vecchie del comprensorio taurasino. Per il resto, vini sempre centrati, autentici e dal profilo organolettico preciso, di fine struttura, ossuti e tesi e di grande prospettiva.
In effetti il Serpico¤ io l’ho veduto sempre un po’ così, fuori dalla mischia, da quella lotta compulsiva che soprattutto negli anni duemila ha visto l’azienda al centro di un vero boom che non gli ha risparmiato una vera e propria lotta di quartiere in quartiere per conquistare quote mercato. Una crescita non priva di fraintendimenti, certo, eppure Feudi, come poche altre aziende in Italia, nonostante grandi numeri, vanta un buon numero di vini, al di là di Diplomi e Coccarde varie, capaci di sorprendere a distanza anche di parecchi anni. Come ad esempio questo.
Nel mezzo, o frattanto, tanti anni di ricerca e studio che sono serviti a far quadrare il cerchio o perlomeno a selezionare il migliore aglianico¤, in parte da vigne centenarie, misurare l’affinamento più o meno ideale per consegnare ai bicchieri vini sempre più espressivi di un varietale ed un territorio che, non mi stancherò mai di ripeterlo, non hanno assolutamente nulla da invidiare agli altri ‘grandi’ italiani.
Duemilauno, magnum, 12 anni, ad avercene. Preciso il colore rubino appena sgranato sull’unghia del vino nel bicchiere e bene il primo naso, speziato e balsamico. Il tempo nel decanter gli dà slancio e spazio: prugna e liquirizia, pepe e cioccolato, tabacco e sottobosco. Tannino sottile e ancora frutto sul finale di bocca. Il sorso si fa agile e carezzevole, le papille ringraziano. Io pure.
Tag:aglianico, angelo di costanzo, feudi di san gregorio, serpico, sorbo serpico, taurasi, vigna del re
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27 dicembre 2013

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Torniamo come ogni anno a fare i conti con quanto di (più) buono è passato su questo blog. Inutile sottolineare che diviene sempre più difficile, per fortuna. Prendeteli per quelli che sono, appunti in evidenza tra decine e decine di buoni consigli e belle persone. Cliccando su questo simbolo – ¤ – ci trovate di volta in volta un più ampio racconto.

Miglior vino bianco. Fiano di Avellino 2011 Rocca del Principe¤. Un bianco che strappa applausi, per intensità e lunghezza di beva, più un rapporto qualità prezzo tra i più interessanti d’Italia.

Miglior vino rosato. La Rose de Manincor 2012¤. Un grande lavoro in vigna e tutta la maestria possibile in cantina per un rosè finemente cesellato e nelle corde di tutti gli appassionati della tipologia.

Miglior vino rosso. Vino Nobile di Montepulciano Antica Chiusina 1998 Fattoria del Cerro¤. Difficile reperirne ancora in giro ma se tanto mi da tanto viene davvero un piccolo capolavoro puntare su questo straordinario Nobile quale che sia l’annata. Un riferimento!

Miglior vino spumante. Franciacorta Collezione Grandi Cru 2007 Cavalleri¤. I grandi spumanti andrebbero commercializzati solo ed esclusivamente in magnum. L’idea mi piace, mi convince sempre più e ne traggo continuamente conferme. Eccezionale metodo classico italiano!

Miglior vino dolce. Moscato di Saracena Milirosu 2011 Masseria Falvo 1727¤. Tra i primissimi assaggi dell’anno e subito scolpito nella memoria. Un grande bianco da meditazione.

Miglior vino straniero. Echezeaux Grand Cru 2011 Liger-Belair¤. Ti piace vincere facile? E perchè no se a fare scuola sono bottiglie del genere. C’è dentro tutta la magia evocativa della Grande Borgogna e del pinot noir in questa bottiglia.

Cantina/Produttore dell’anno. Terre del Principe, Campania¤. Perchè quella di Manuela Piancastelli e Peppe Mancini viene sempre dipinta come una favola eppure non c’è mai stata così tanta sostanza in un progetto vino come il loro. Bere i loro vini per credere, ci trovi dentro ad ogni sorso una profondità incredibile.

Enologo dell’anno. Mauro Lunelli, Cantine Ferrari F.lli Lunelli¤. Poche persone ci avrebbero pensato a mettere da parte per così tanto tempo delle bottiglie per vedere cosa ne sarebbe uscito di lì a… 18 anni! Intuizione, coraggio, colpo di fortuna, non so, certo è che il Collezione ’95 è solo l’ultimo dei suoi capolavori, un colpo da maestro che lo consacra definitivamente alla storia enologica italiana. E alla nostra memoria.
Angelo Di Costanzo, Sommelier dell’Anno¤.
Tag:angelo di costanzo, blog l'arcante, cavalleri, echezeaux, i migliori assaggi dell'anno del sommlier dell'anno, l'arcante, l'arcante wine awards 2013, l'awa, la rose de manincor, mauro lunelli, riconoscimenti diuemilatredici, rocca del principe, terre del principe
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15 dicembre 2013
C’è un tale crescente interesse sui vini campani che è proprio il caso di dire che non si è più figli di un Bacco minore, anzi. Attenzione certificata da molti critici autorevoli che hanno preso a scrivere con una certa continuità e non più solo di Taurasi o fiano di Avellino dei più blasonati ma anche di etichette per così dire ‘minori’ tipo Piedirosso o Barbera del Sannio piuttosto che Falanghina.
Una tendenza seguita dalle migliori Guide ai Vini che mai come negli ultimi tempi battono forte da queste parti scoprendo tante belle e nuove realtà all’altezza della situazione. Non ultimo dalla soddisfazione di trovare nelle carte dei vini in giro per l’Italia qualche buona etichetta ‘fuori dai soliti giri’ che assieme raccontano tanti piccoli spaccati della nostra amata terra.
Grande merito va anzitutto a chi da sempre racconta e tesse le lodi di una viticoltura preziosa che aveva solo bisogno di un po’ più di fiducia e di un maggiore confronto per imporre le sue indubbie qualità. Ma anche e soprattutto a quei produttori che ci hanno creduto in questo percorso che definire ‘ad ostacoli’ tra i provincialismi e la burocrazia che li circonda è veramente dir poco.
Eppure non stanno proprio tutti bene. Questi due mesi sono stato poco in giro, ovvero meno di quanto sono solito fare eppure anche le poche voci raccolte qua e là mi sembrano assai meno rassicuranti di quanto invece invitino a fare le svariate carrellate fotografiche di premi e riconoscimenti che impazzano un po’ ovunque sul web o nelle stanze di rappresentanza.
In Campania, le poche grandi aziende (per dimensione e fatturati) si difendono – ma ancora per quanto tempo potranno farlo? – perché hanno le spalle belle larghe ma l’aggressività con cui si affrontano ‘tra loro’ soprattutto nella Grande Distribuzione va creando precedenti assai pericolosi. Le aziende medio grandi, diciamo quelle già sopra le 150.000 bottiglie soffrono maledettamente, hanno grandi qualità e un buon marchio ma non hanno più tanta liquidità di cassa, il che gli limita soprattutto la capacità di puntare quei nuovi mercati su cui si è potuto fare poco o nulla visti gli altissimi costi promozionali limitandosi ad un’approccio puramente esplorativo.
Sembrano cavarsela così così le piccoline, un po’ meglio quelle con una dimensione unifamiliare e ancor più quando specializzate nella produzione di due o tre vini al massimo. Qui però si sta ponendo un’altro problema, la montante mancanza di fiducia nella ripresa del mercato italiano (e locale) sempre più alla ricerca ‘del prezzo’, una vera martellata sui denti per le piccole aziende, soprattutto laddove di tanto in tanto strappano un buon contratto di un paio d’anni con qualche importatore (che negli states qualcosa si muove). Accade quindi che si sentono al sicuro, fanno spallucce e vanno per la loro strada ma finiscono praticamente in un limbo, pienamente nelle sue mani, dell’importatore intendo. Mi spiego: se questi per qualche ragione salta – non mancano esempi, ndr -, gli salta il 60/70% del fatturato di un anno.
Insomma, ha una fragilità tutta questa situazione che spero non vada sottovalutata e faccia riflettere in molti e far sì che si guardi tutti nella stessa direzione. Comprese le istituzioni che come sempre appaiono assenti quando non distratte e contente – loro si – solo in occasione dell’ennesimo taglio di nastro. La notorietà si sa è un bel treno, ma ogni locomotiva che si rispetti ha bisogno di binari sicuri e soprattutto di una destinazione certa. Altrimenti va a finire che stiamo tutti perdendo tempo.
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21 novembre 2013
Il numero uno, non v’è dubbio. Il numero uno che si lancia nella sfida del tempo e un po’ anche a se stesso. Giulio Ferrari, la Riserva del Fondatore¤, la famiglia Lunelli, il Trentodoc, il metodo classico italiano che portano il cuore oltre l’ostacolo.

Mai un vino italiano aveva osato sfidare il tempo in maniera così sfrontata. E forse mai sarebbe accaduto se Mauro Lunelli dinanzi a quell’annata così formidabile come quella del ’95 non avesse pensato (bene) di mettere via queste 1500 bottiglie, così, tanto per capire se oltre i soliti 7/8 anni di sosta in bottiglia – poi diventati via via 10, in ultimo 11, ndr – si potesse ottenere dal Giulio¤ qualcosina in più.
Dicono, i fratelli Gino e Franco, che di questa ‘pensata’ di Mauro non ne sapevano nulla. E Franco lo giura con lo slancio piccato e sornione che da sempre lo contraddistingue: lui, ragioniere e contabile dell’azienda, non nasconde che se l’avesse saputo a quel tempo sarebbe andato su tutte le furie visto che proprio in quegli anni la Riserva del Fondatore prendeva sempre più mercato e non si riusciva a stargli dietro perché, ahilui, mancava puntualmente.

Vaglielo a spiegare 18 anni dopo il segno che lascia questo vino oggi nella storia del vino italiano. Ma invero Franco lo sa, sa bene chi e cosa rappresentano oggi lui e la famiglia Lunelli¤ in Italia e nel mondo; e sa bene che tutto il lustro di cui godono se lo sono guadagnato anche grazie a scelte importanti, coraggiose, lungimiranti come quella fatta da Mauro quell’anno. Chapeau!
Il Collezione 1995? E’ quello scatto in avanti che ti aspetti da uno dei più grandi vini italiani. Pensatelo così, non semplicemente un Trentodoc o uno spumante, il Giulio Ferrari non lo è mai stato per la verità, tant’è che questo ha tutto per essere la Pietra Miliare dell’evoluzione massima dello chardonnay di quel pezzo di terra così unico di Maso Pianizza¤, l’espressione italiana più alta del cosiddetto terroir tanto caro ai cugini d’oltralpe. Altro riferimento questo non buttato lì a caso: se al Dom Perignon viene concesso di sfidare il tempo con l’oenoteque al Giulio viene naturale, a quanto pare, farlo con questo straordinario vino!

18 anni dicevamo, sboccato a febbraio 2012 e solo adesso sul mercato. Il colore è di un giallo oro intenso, ricco e luminoso. La spuma è densa e cremosa, le bollicine finissime. Il naso non ha la pungenza del Giulio¤ a cui siamo abituati e questo è un primo segnale di compostezza ed equilibrio di cui dobbiamo sempre tener conto da qui in avanti, tant’è che oltre a stapparlo tranquillamente qualche minuto prima di servirlo consiglio anche di caraffarlo, pur potendolo rinfrescare in acqua e ghiaccio di tanto in tanto.
Il naso è ampio e vivace, sentori e riconoscimenti si avvicendano lievi e fini, accenni di humus e mandorla tostata e agrumi canditi, su tutti una dolcissima nota di mela confit sul finale. Ma è in bocca che conquista: il sorso è lungo, ampio, cremoso come solo i migliori chardonnay d’annata (di Borgogna) sanno essere. Ecco, magari sarò sfrontato anch’io, ma in attesa di un’altro Giulio Collezione cui rifarsi viene difficile paragonare il quadro organolettico di questo vino, l’integrità della sostanza, la sua profondità ad altre ‘bollicine’ in circolazione. Unico, verrebbe da dire.
Tag:angelo di costanzo, chardonnay, f.lli lunelli, giulio, giulio ferrari riserva del fondatore 1995, larte, milano, trentino, trentodoc
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5 novembre 2013

4 Cucchiaio&Forchette (luogo di Gran confort)
2 Stelle (Tavola Eccellente)
Grappolo Rosso (Specialità e Vini scelti)
Un vasto e raffinato salotto dove illuminazione, tessuti e decorazioni creano un’ineguagliata armonia di stile e benessere; in cucina il giovane Migliaccio si fa portabandiera di piatti mediterranei e creativi, eleganti e sofisticati.
Risotto ai ricci con colatura di alici, acqua di pomodoro e friselle al finocchietto. Merluzzo Nero al vapore con spinaci, pomodori secchi e spuma al whisky torbato. Sfera di cioccolato con prugne alla lavanda e gelato alla birra e liquirizia.
Addendum: con viva soddisfazione ci viene confermata anche la Stella a Il Riccio, il Restaurant&Beach Club in località’ Grotta Azzurra.
Tag:andrea migliaccio, angelo di costanzo, big picture, capri palace hotel anacapri, due stelle michelin a Capri, fausto arrighi, il riccio, l'arcante, l'olivo capri palace, la guida rossa, Michelin 2014, quarto, ristorante il riccio, Sergio lovrinovich, stella michelin a quarto, stelle michelin a Capri
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21 ottobre 2013

Bene, rieccoci qua. Mamma mia che giornata memorabile lo scorso 17 Ottobre! L’avessimo voluta scrivere così una sceneggiatura non ci saremmo mai riusciti, giuro. Adesso però è il momento dei ringraziamenti, di concedere onore a chi lo merita. Anzitutto alla mia famiglia, tutta, e a Lilly¤ che mi sostiene da sempre; e poi a tutti coloro che hanno fatto sì ch’io arrivassi là su quel palco a Firenze giovedì scorso: a chi mi ha accompagnato in questi anni, gli amici, i colleghi, i compagni di viaggio che hanno condiviso con me ogni secondo, ogni centimetro, ogni momento di questo cammino. Tutti, nessuno escluso. Onore quindi a chi ha assaporato – è proprio il caso di dirlo – ogni sorso di questo splendido e duro lavoro di Sala e Cantina.
Onore a chi ci ha sempre creduto in me, a chi mi ha sostenuto e quando necessario mi ha dato una mano, lasciato la porta appena accostata; ma grazie anche a chi, per un motivo o per un’altro non l’ha fatto, perché per crescere e migliorarsi si ha bisogno anche di questo, di gente contro. Grazie, grazie di vero cuore.
Sapete, qualcuno, penso anche giustamente, mi ha detto: ‘Ma come, tua moglie entra in sala parto, nasce tua figlia e tu vai, te ne vai alla premiazione de L’Espresso?‘. Beh, forse sì, non è stato per niente semplice scegliere, capire cosa fosse giusto fare in una situazione del genere. Ci abbiamo ragionato e abbiamo deciso: questione di rispetto!
Si, rispetto, una parola che ultimamente pare scomparsa dal linguaggio e dal comportamento di molti, soprattutto nel nostro mondo di Cucina e Sala. Quel rispetto che pare mancare a molti ‘giovani’ scalpitanti che proprio non si capacitano perché non gli venga riconosciuto (subito) quanto sono convinti di valere (secondo loro sempre un punto o due in più di quanto vengono valutati). Già, i punti, sembra che tutto alla fine si riduca a una rincorsa ai punti, ai virgola 5 e stellette. Macché…
Ecco, a Firenze ci sono andato per rispetto, per chi ha voluto ch’io fossi là quel giorno ma soprattutto per chi ha permesso in questi ultimi quindici anni di costruire passo dopo passo quel momento indimenticabile. Rispetto per tutti, a maggior ragione per la mia Lilly che quei passi li ha camminati con me. E un po’ anche per me stesso che, lasciatemelo dire, mi sono fatto ‘un mazzo grosso così pe’ ll’avé!’¤.
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Se vi va qui sotto trovate alcune delle cose uscite qua e là in giro che raccontano dell’evento del 17 Ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze. E su Facebook c’è anche un Video¤ opera dell’amico Pino Esposito¤.
L’Espresso ¤ – Luciano Pignataro ¤ – Il Mattino ¤
Gambero Rosso ¤ – Identità Golose ¤ – Dissapore ¤
Tag:angelo di costanzo, capri palace, firenze stazione leopolda, l'espresso, l'olivo, ledichef, onore e rispetto, ristoranti d'Italia l'espresso, sommelier dell'anno, video premiazione
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18 ottobre 2013
Voto: 17
Due Cappelli: cucina di gran qualità.
Bicchiere: particolare cura nella ricerca e nel servizio dei vini, internazionali, nazionali o locali.
Quante volte, nei ristoranti dei grandi alberghi, si resta abbagliati dalla perfezione formale di alcune pietanze e magari non altrettanto colpiti al momento dell’assaggio? Qui, nel più prestigioso rifugio dell’Isola Azzurra, questo rischio non è contemplato. Anzi, il giovane chef Andrea Migliaccio continua a scalare imperterrito la strada dell’Alta Cucina, come un atleta che insegue vigoroso la piena maturità senza mollare mai. Il risultato e’ davvero convincente, sotto il segno orgoglioso della tradizione campana, che si rinnova senza complessi, e con una squadra fortemente motivata. Che si tratti della vellutata di cipollotti con guanciale, fava e bottarga, o della trilogia di agnello, non arriva piatto che non sia animato da profondo equilibrio e vivacizzato da un allegro gioco di contrasti: nel coloratissimo risotto, i ricci di mare duellano con la colatura di alici, acqua di pomodoro e dei friselle al finocchietto. Ma la perfezione arriva con le candele spezzate (tartufi di mare, gamberi, broccoli e pecorino) e subito dopo con la triglia (con burrata al limone, fagiolini e patate). Incoraggiati da una Signora Carta dei Vini, gestita alla perfezione da Angelo Di Costanzo, anche gli ospiti più conservatori si abbandonano così al sogno caprese, fino a provare i sapori forti della genovese di coniglio… Degustazione Super da 220 euro, sui 160 alla carta. (da Le guide de L’Espresso – I ristoranti d’Italia 2014)
Tag:anacapri, andrea migliaccio, angelo di costanzo, big picture, capri, capri palace, guide 2014, guide ai ristoranti d'italia, l'espresso, l'olivo, recensioni ristoranti, ristorante l'olivo del capri palace, sommelier, sommelier dell'anno
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17 ottobre 2013
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I Ristoranti d’Italia 2014 L’Espresso
Il Sommelier dell’Anno – Premio Rapitalà
Al responsabile della cantina di ristorante che nel corso dell’anno si è distinto per competenza e professionalità.
Angelo Di Costanzo
Capri Palace Hotel&Spa
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www.espresso.it
Tag:angelo di costanzo, capri, capri palace hotel&Spa, guide ai ristoranti d'italia, l'espresso, l'olivo, pozzuoli, premi l'espresso, rapitalà, ristorante il riccio, sommelier angelo di costanzo, vizzari
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17 ottobre 2013

Benvenuta Alessia!
Il suo nome, dal greco Alékso,
tratto dal verbo aléxein (proteggere) sta quindi come ‘colei che protegge’.
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Tag:alessia, angelo di costanzo, benvenuta al mondo, big picture, famiglia di costanzo, figli, l'arcante, lieto evento, nascite
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15 ottobre 2013

Punteggio: 88 – due forchette
Cucina: 52
Cantina: 16
Servizio: 18
Bonus: 2
Una cornice di fascino, dove si respira un’atmosfera di lusso discreto, classe, signorilità (bonus). L’ambiente, curato in ogni minimo dettaglio così come da volere del proprietario Tonino Cacace, trasuda raffinatezza e buon gusto, e trascorrere una pausa qui fa sentire indubbiamente privilegiati. Quando il clima lo consente, poi, mangiare all’aperto e’ un’esperienza bellissima (bonus). Il personale di sala e’ quanto di meglio ci si potrebbe augurare: professionalità, savoir faire, presenza impalpabile ma concreta al tempo stesso. La carta dei vini, seguita da Angelo Di Costanzo, uno dei migliori sommelier in circolazione in Italia, e’ una vera gioia da sfogliare e un’inesauribile miniera a cui attingere, ma se siete indecisi fidatevi di Angelo e non vi pentirete. Quanto alla cucina, Andrea Migliaccio sembra aver raggiunto una maturità stilistica sorprendente, con una padronanza di tecniche e una capacita’ di assemblare ingredienti e gestire i contrasti di sapori davvero stupefacente. Ne sono un esempio i nostri ultimi assaggi, in particolare il risotto ai ricci con colatura di alici acqua di pomodoro e friselle al finocchietto, il cotto e crudo di verdure con salsa allo yogurt di bufala, lo straordinario scampo marinato con timo al limone lingua di vitello salsa all’arancia e ravanelli, la guancia di vitello speziata con pappa di pomodoro e testina allo zenzero con crema di patate. Il tutto accompagnato da un’ottima e variegata scelta di pani. Per chiudere, semifreddo al limoncello con crumble Sacher bianca e sorbetto al basilico, squisita piccola pasticceria e un eccellente caffè. (da I Ristoranti d’Italia 2014 del Gambero Rosso)
Tag:andrea migliaccio, angelo di costanzo, cantina del capri palace, clara barra, gambero rosso, giancarlo perrotta, recensioni ristoranti L'Olivo Anacapri, ristorante l'olivo del capri palace hotel, ristoranti d'italia 2014 gambero rosso
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15 ottobre 2013
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1990 La prima volta al ristorante ¤
1992 L’Europa s’era unita ed io portavo le pizze ¤
1994 Cameriere di ventura ¤
1995 In trattoria ¤
1996 Anni ruggenti ¤
1998 Sulla cresta dell’onda ¤
2000 Ho deciso, voglio fare il sommelier ¤
2001 Che faccio, mi sposo? No, apriamo L’Arcante ¤
2002 Perché L’Arcante? ¤
2006 Pare ci siano diverse specie di sommelier ¤
2008 Dentro o fuori (e lancia in resta) ¤
2009 Sommelier al Capri Palace ¤
2010 Credi di essere bravo? Non temere, fatti avanti ¤
2012 Senza una donna che ti sta dietro non sei niente ¤
2014 Sommelier dell’Anno ¤
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© L’Arcante – riproduzione riservata
Tag:angelo di costanzo, anni ruggenti, big picture, capri palace hotel, head sommelier, In trattoria, l'arcante, lilly, pare che ci siano diverse specie di sommelier, pozzuoli, sommelier, voglio fare il sommelier
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14 ottobre 2013
Ogni volta, negli ultimi anni, più o meno in Aprile. Questa mattina si riparte, comincia la stagione a Capri. Le borse sono pronte, le ultime cose me l’ha sistemate con cura iersera. Al treno (per arrivare al porto) mi accompagnano lei e Letizia. E’ una levataccia ma preferisce che sia così.
E’ una mattinata carica di tensione e scandita da quiete e silenzi. Le parole certe volte sono mute, non le senti, ma non per questo puoi pensare di non ascoltarle: sono lì e rimbalzano nel vuoto come sassi contro il muro.
Non sono l’unico certo, e non sarò l’ultimo. Accade che metti da parte la famiglia, l’amore, gli amici per il lavoro. Il tuo preziosissimo lavoro. T’illudi di portarli con te per non rimanerci male, per darti coraggio ed in fondo per sentirti con la coscienza a posto. Non è affatto così.
Quanto costa tutto questo? Non ha prezzo, e tutto il tempo che gli levi non lo recupererai mai. Ecco perché senza una donna che ti sta dietro, che ti sostiene, che ti ama, che cresce i tuoi figli nonostante te, non sei niente!
Tag:angelo di costanzo, capri palace, l'arcante, l'espresso, l'olivo, lilly, professione sommelier, sommelier, sommelier dell'anno
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13 ottobre 2013
Hai saputo di Letizia¤? Mamma mia che botta di vita…
Capri? Che dire, mi piace, ci sto bene e mi sento al centro di un progetto stimolante e proiettato con forza e determinazione in avanti. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, significativo. E poi c’è un bel gruppo di lavoro, solido, ambizioso e consapevole degli obiettivi (quelli possibili e quelli impossibili pure).
La seconda stagione volge al termine, la cantina comincia a prendere una certa forma; i numeri ci dicono che abbiamo fatto un gran lavoro quest’anno ma credo ci voglia ancora un po’ di tempo per vederne a pieno i frutti, pian pianino però si farà: anzitutto la Campania, prima di tutto la Campania – giochiamo in casa cavolo! -, poi va bene anche tutto il resto. E la Francia. Altro obiettivo importante è alleggerirla al più presto di quei vini ormai un po’ ‘fuori tema’ (i superqualchecosa) che poco c’entrano con la nostra cucina. Magari ci teniamo solo quelli storici, buoni, ricercati. Uno o due anni ancora e ci siamo: bisogna venderli però, non possiamo mica regalarli…
Fronte caldo il web. Da un po’, con una certa frequenza, scrivo sul blog di Luciano Pignataro¤, ormai un riferimento; mi piace e mi aiuta molto a confrontare il mio modo di vedere il mio lavoro col mondo del vino e con la gente, almeno quella che gira in rete. Ho iniziato pure a tenere qualche degustazione¤ qua e là; altra situazione importante questa, altri stimoli, ancora idee a confronto. Poi ci sono i pensieri e le parole che sto provando a mettere on line anche sul mio blog, qui su L’Arcante. Pare che la cosa funzioni, mi rilassa, mi diverte e viene pure seguita.
P.S.: tutte le guide quest’anno parlano di noi, tutti plaudono al nostro lavoro, L’OLivo è sulla bocca di tutti e il Riccio ha fatto un boom! pazzesco. Oliver¤ però ha deciso di lasciarci, desidera mettersi in proprio. In rampa di lancio c’è Andrea. E’ il 2010.
Tag:angelo di costanzo, capri palace, dolce vite, il riccio, l'espresso, l'olivo, lilly, oliver glowig, professione sommelier, sommelier dell'anno
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12 ottobre 2013
E’ gentile l’aria che respiro, vivaci gli sguardi che m’incontrano e s’incrociano alle mie spalle dopo il mio passaggio. Eccomi, mi presento, sono il nuovo sommelier, l’altro sommelier, e sono appena arrivato al Capri Palace Hotel, in punta di piedi ma con molte aspettative, con tutta la voglia di capire, imparare, crescere.
Parole a dettare un frase che avevo sinceramente paura di dover ripetere ogni volta, mi è bastata una settimana, hanno fatto sì che bastasse una settimana, poi per tutti sono diventato Angelo e basta mentre io ancora faticavo a non chiamare Federico il Chief Steward Fabrizio. Poi però ce l’ho fatta!
Le giornate che mi aspettano? Beh, sto ancora pensando a Lilly e alla malinconia che l’assalirà pensandomi lontano dai suoi occhi, sto ancora pensando a tutto quello che ho appena lasciato al di là del golfo, L’Arcante, gli amici e tutto il resto.
Ho però poco tempo a disposizione, sono già al lavoro, immerso in questa nuova avventura tutta da scoprire e tutta da vivere: cosa sarà di questo tempo? Vedremo.
Eccomi dopo un mese e più, le giornate sembravano non passare mai, i rientri a casa ed il ritorno in albergo sono apparsi di settimana in settimana fulmini di rimbalzo di una continuità ossessiva tra sala e cantina, ufficio ad aggiornare la carta e briefing, event orders e giri di polso. Nel mezzo un affiatamento sul lavoro ogni giorno sempre più piacevole, interattivo, gioviale, anche sotto la pressione di 80 coperti con standards elevatissimi.
L’internazionale de l’Olivo si è scoperto un team agguerrito e voglioso di fare bene: c’è Carmine, ‘lrpino di rientro’ da Londra e Amsterdam, Luca alle prese costantemente con le sue beauty farm (da manicomio, aggiungo io), c’è Enrico da Taormina, Janet da Frankfurt am Mein, Fabiolino da Milano, Michele da Bacoli e tanti altri giovani, intraprendenti Maitres, Chef de rang e Commis attesi all’appuntamento con il proprio futuro in una Babele di lingue, abitudini e professionalità quotidianamente forgiate e condotte verso una maturità plausibile e quanto più vicina alle esigenze della nostra quotidianità dai nostri Manager, che pazientemente non ci fanno mai mancare il loro supporto di grande esperienza e disponibilità.
E poi, e poi c’è la cantina, quella del giorno e quella storica, c’è il caveau e ci sono i depositi, c’è Giovanni che mi ha aperto le porte e guidato in questa nuova affascinante avventura, con il quale camminiamo quotidianamente la via della passione e dell’amore per la sommellerie, qui espressa ad un livello certamente superiore, per ricerca, dedizione e confronto con un pubblico internazionale, esigente, spesso edotto in maniera particolare ma profondamente curioso di scoprire e capire il vino campano ed italiano più di quello francese, lasciandosi spesso e volentieri guidare. E noi? Noi non facciamo altro che raccogliere l’invito e comunicare i valori ed i tesori che la nostra amata terra sa offrirci…
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‘Sommelier al Capri Palace’¤ è un articolo già pubblicato il 14 Giugno 2009 sul sito di Luciano Pignataro.
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11 ottobre 2013
Ritorno da te. Avrei bisogno d’altro ma almeno metto nero su bianco quattro pensieri che mi stanno togliendo il sonno ultimamente: l’orgoglio, la testa, la famiglia, il lavoro. Decidi tu in quale ordine ma aiutami, ne ho bisogno per favore; frattanto io la butto lì.
Oggi, 1 Ottobre 2008 fa 6 anni che abbiamo aperto. Di soddisfazioni ce ne siamo tolte non poco ma dobbiamo cominciare a guardare in faccia la realtà: più di questo, cos’altro? Temo non si vada lontano. I clienti ci chiedono continuamente di ampliare l’offerta, crescere, di provarci almeno. Lilly coi suoi piatti¤ li ha stregati, e poi si fidano ciecamente di me. Ma non sanno, non immaginano nemmeno quanto lavoro c’è dietro, i limiti che abbiamo, le difficoltà che incontriamo anche solo nel preparare un antipasto caldo.
E’ chiaro che sapevo benissimo come sarebbe andata a finire, con la Sala Degustazione che prendeva il sopravvento sull’Enoteca, ci mancherebbe. Ma non va bene così e non mi va di trascinare questa storia per troppo tempo ancora: è una questione di dentro o fuori!
Sono arcistufo di stare ad aspettare alle due di notte fuori i locali perché si decidano di pagarmi un acconto delle forniture maturate da tre mesi. Un acconto un sabato sì e l’altro pure. E se non li becchi il sabato col bottino in tasca ti tocca aspettare un’altra settimana. No, basta!
Questione di orgoglio, sì, ma anche di testa (certe sere mi scoppia proprio tante sono le cose a cui debbo pensare), e di famiglia, di lavoro. Io e lei, io e lei. La vedo distrutta, e non è certamente questo quello che desideravo per lei. E per me. Si può mica solo lavorare nella vita? E poi: cosa sono io oggi? Sono ciò che sognavo, ho desiderato o più semplicemente ciò che mi ritrovo a fare: enotecaro, commesso, corriere, rappresentante, commerciante, oste? Cosa sono? Non lo so più…
Tag:angelo di costanzo, enoteca, l'arcante, lancia in resta, le ricette di lilly, ledichef, lilly, pozzuoli
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10 ottobre 2013
Mi sono messo in testa di fare i concorsi. Sono ormai tanti anni che frequento (poco per la verità) l’ambiente napoletano dei sommelier e non mi convince. C’è qualcosa che non va, che non mi spiego. Pare che il professisonista, sia esso ristoratore o altro venga sistematicamente ignorato. Tagliato fuori.
Ai corsi, ai Master, ciarlano di professionalità e formazione esemplare. Si riempono la bocca con paroloni ridondanti, programmi inappuntabili ma poi a decidere le sorti della professione è sempre la stessa gente che pensa solo ed esclusivamente a battere cassa facendo corsi e servizi; gente che – incomprensibilmente – tiene i fili del sistema ma fa tutt’altro nella vita: lavora in banca, fa l’assicuratore, il farmacista, il rappresentante di profumi e balocchi oppure, mestiere in forte espansione, ‘il sommelier a chiamata esclusivamente in seno al gruppo servizi’. Magari mi sbaglio ma la realtà mi pare questa.
Ecco, chissà che altrove possa cogliere qualcosa di nuovo. Mi sono iscritto alle prove d’ammissione al Concorso Miglior Sommelier d’Italia 2006, si tiene a Reggio Calabria. Non ho la più pallida idea da dove cominciare, cosa studiare, a chi riferirmi. Non ci sono riferimenti. Però ci provo lo stesso, vediamo che succede.
Più in là: caro diario, chiamami capatosta ma ci riprovo ancora quest’anno. Anzi, sai che ti dico? Raddoppio. Mi iscrivo anche a quello regionale, dicono che quest’anno si farà il concorso ‘Primo Sommelier Campania 2007, si terrà alla Mostra d’Oltremare durante Vitigno Italia. Ah, quasi dimenticavo: a fine Luglio mi sposo!
P.s.: il titolo poi l’ho vinto¤, a Giugno 2008¤, l’anno dopo: ‘Primo Sommelier della Campania’. E a Settembre dello stesso anno, a Roma¤, al Cavalieri Hilton, davanti a più di 500 persone sono stato premiato da una giuria speciale con la ‘Spilla d’Argento Charme Sommelier¤‘, unico a rapresentare il Sud là sul palco su oltre 30 sommelier provenienti da tutta Italia. So’ soddisfazioni o no?!
Tag:ais, angelo di costanzo, associazione italiana sommelier, charme sommelier, larcante wine awards 2011, professione sommelier
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9 ottobre 2013
C’è grande entusiasmo amico mio, eppure in molti ci danno per spacciati che manco abbiamo aperto. E’ vero, Pozzuoli non ha la più pallida idea di cosa sia una Enoteca con Sala Degustazione. Qui, la gente, il vino è abituata a farselo per conto proprio, tuttalpiù va a comprarlo alla ‘pompa’. Io però ci credo, il tempo ci dirà…
1 Ottobre 2002. Da poco più di un anno circola l’euro, invero in molti ancora non c’hanno capito una mazza e tanto per non farsi mancare nulla già aleggia nell’aria una possibile crisi figlia di manovre spericolate di speculatori pronti a lucrare sul cambio della moneta. Noi alziamo la serranda alle 18.05. Alla inaugurazione verranno oltre 300 persone.
Non tocca certo a me dirlo ma L’Arcante* è carina, piccola ma pensata bene. Non ce l’abbiamo fatta a finirla tutta come da progetto perché son finiti i soldi. Partiamo così¤, più che l’apparire sarà fondamentale offrire un servizio eccezionale a chi vi entra: sorriso, cortesia, disponibilità e quell’offerta che nessuno prima di noi avrebbe messo a disposizione dell’appassionato: comunicare il vino, con tutto l’amore possibile.
E la gente, pian pianino, ci premia, i clienti si fidano, ritornano, si affidano; il primo Natale va oltre ogni aspettativa. Si può fare. I primi tre anni saranno durissimi, certe giornate avrei voluto urlare al mondo ‘perché non entrate? Ditemelo cazzo!‘, con ore ed ore ad aspettare un cliente, dico uno; mai un giorno di chiusura però, dalle 9 del mattino alle 22. Tutti i giorni (salvo qualche malattia ed una settimana in agosto).
E’ il 2004 invece quando la Sala Degustazione prende vita. Mettiamo subito in calendario tutta una serie infinita di eventi, serate a tema¤, incontri coi produttori. Negli anni passeranno da noi gente come Silvia Imparato¤, Manuela Piancastelli, Antonio Caggiano¤, Salvatore Molettieri, Franz Haas, Giuseppe Tasca e tantissimi altri. Signore e Signori del vino italiano che non smetterò mai di ringraziare per la fiducia e la stima che ci hanno dimostrato. A Pozzuoli, in via Pergolesi, scrivevamo belle pagine di cultura enoica assieme a tantissimi Amici di Bevute. Non saremmo mai diventati ricchi, ma un riferimento questo sì, e molto presto!
*Coppiere Arcante¤, o Simposiarca. Aveva il compito di scegliere le dimensioni dei recipienti per il vino, e di determinare la quantità di acqua da mescolare al vino, essendo quello puro riservato agli Dei.
Tag:angelo di costanzo, Antonio Caggiano, coppiere arcante, enoteca l'arcante, franz haas, Giuseppe Tasca, l'arcante, manuela piancastelli, pozzuoli, salvatore molettieri, silvia imparato
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8 ottobre 2013
15 Agosto 2001. Con oggi credo si chiuda un ciclo. Lo scorso febbraio ne parlai a lungo con Michele, molto chiaramente, per cercare una terza via, una strada percorribile. Caro diario, si lavora tanto e questo è un bene, ma è necessario cambiare registro perchè si rischia di non essere all’altezza. Almeno io non riesco più ad esserlo.
Così oggi è il mio ultimo giorno di lavoro qui, le nostre strade, per il momento, si dividono, con la consapevolezza di chi ha colto la fine di un ciclo. La stima, l’affetto, può solo crescere. Si aprono altri orizzonti. Tra qualche mese finirò il corso Ais, col diploma di sommelier vediamo che strada si possa camminare.
Piuttosto, con Lilly va alla grande, e credo sia giusto porsi qualche domanda: che facciamo, ci sposiamo? ‘No, apriamo L’Arcante…’, mi dice. Preferimmo ricominciare da zero e camminare con le nostre gambe nonostante io avessi un lavoro, un contratto a tempo indeterminato e, cosa non di secondaria importanza, una entrata sicura a fine mese. Funzionerà? E come si fa a saperlo, ciò detto non avrei mai potuto mettere la testa sul cuscino al solo pensiero di non averci nemmeno provato.
Addendum: erano già due/tre anni che mi affacciavo alla finestra e vedevo un mondo affascinante che però non conoscevo abbastanza; desideravo crescere professionalmente, migliorarmi, confrontarmi con chi potesse insegnarmi qualcosa in più. In pochi capirono quella scelta, giusto Lilly e quattro amici di lunga data.
Tag:ais, angelo di costanzo, enoteca l'arcante, l'arcante, lilly, pozzuoli, sommelier, via pergolesi
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